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Il settore agricolo europeo è chiamato ad affrontare una sfida enorme: adattarsi ai cambiamenti climatici, rimanendo competitivo e continuando a garantire la sicurezza alimentare. Di questo si è discusso al Forum for the Future of Agriculture tenutosi a Bruxelles
La rivoluzione green nel settore agroalimentare non può più attendere. Potremmo racchiudere in questa frase il messaggio lanciato dal Forum for the Future of Agriculture, che si è svolto nella giornata di ieri a Bruxelles (tra i numerosi partner dell’evento c’era anche Syngenta). Si è parlato a lungo delle principali sfide che il sistema dell’AgriFood, in Europa e nel mondo, si trova di fronte: in primis quella ambientale, ma anche quelle economiche e sociali.
Durante l’incontro sono intervenuti diversi stakeholder, oltre a rappresentanti di istituzioni, ong e comunità agricole. Assente invece Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Europea e responsabile dell’European Green Deal, che non ha potuto partecipare all’evento essendo risultato positivo al Covid-19.
Ad aprire e chiudere i lavori è stato invece Janez Potočnik, presidente del Forum for Agriculture 2022 e presidente della fondazione RISE (Rural investment for a Sustainable Europe), che ha ricordato subito come sullo sfondo della discussione si staglia la guerra tra Russia e Ucraina. Una crisi che sta avendo ed è destinata ad avere pesanti conseguenze sul mercato alimentare, e non solo a livello europeo.
“Russia e Ucraina insieme rappresentano importanti produttori di grano, di mangimi e di fertilizzanti. L’interruzione degli scambi a seguito di questo conflitto creerà inevitabilmente uno shock della domanda e dei prezzi lungo la catena alimentare globale”, ha sottolineato Potočnik.
“La sicurezza alimentare svolge ora più che mai un ruolo di importanza fondamentale, ma la sostenibilità può essere raggiunta solo attraverso un percorso a lungo termine di trasformazione del sistema alimentare. Questo è il momento di mantenere i nervi saldi e di non lasciarsi sviare. C’è ancora tempo per agire. L’unica scelta che abbiamo è sfruttare la piccola finestra di opportunità per contrastare la crisi climatica, oppure prepariamoci a patirne le conseguenze. Bisogna creare un patto intergenerazionale per plasmare il nostro futuro comune”.
Una trasformazione necessaria, nel rispetto per l’ambiente
Già, agire subito. Uno dei mantra di Greta Thunberg e dei ragazzi di Fridays for Future. Non è un caso che a tenere banco al Forum for the Future of Agriculture sia stato proprio il tema della sostenibilità ambientale, a cui riserva sempre più attenzione l’opinione pubblica europea. In questo caso, il dibattito si è animato sulla seguente domanda: come garantire un’adeguata produzione di cibo, ponendo un freno alla perdita di biodiversità e riducendo le emissioni di gas serra? Senza dimenticare poi l’esigenza di ridurre gli sprechi lungo tutta la catena produttiva e di gestire in maniera più efficiente e sostenibile le risorse naturali.
Gli agricoltori sono i primi a vivere sulla propria pelle gli effetti della crisi climatica e a pagarne il prezzo. Guardiamo soltanto all’esempio dell’Italia e alla prolungata siccità che stiamo sperimentando nei primi mesi del 2022: le preoccupazioni per la stagione estiva sono più che legittime.
Ebbene, la nuova Politica Agricola Comune (Pac), che entrerà ufficialmente in vigore il 1 gennaio 2023, dovrà tenere conto degli obiettivi fissati con il Green Deal e con la strategia europea Farm to Fork, che è focalizzata per l’appunto sull’evoluzione in chiave sostenibile della filiera agroalimentare. Nel suo videomessaggio trasmesso al Forum for the Future of Agriculture, la commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides ha ricordato infatti come “la strategia Farm to Fork costituisce il piano d’azione per ridurre l’impatto negativo dell’industria del cibo sull’ambiente e la biodiversità, assicurando benefici sia ai produttori sia ai consumatori”.
Un prezioso aiuto non potrà che arrivare dall’innovazione tecnologica. Pensiamo per esempio alle soluzioni di agricoltura 4.0, dall’analisi dei big data all’utilizzo della blockchain. Per non parlare delle nuove tecniche di miglioramento genetico in campo agricolo. O ancora, del vertical farming, che promette di coltivare prodotti di qualità senza l’uso di fertilizzanti di sintesi e limitando il consumo di acqua e suolo. Ecco allora che sostenere la ricerca diventa cruciale.