In Olanda, una pista ciclabile di appena 70 metri rivestita di pannelli solari è in grado di produrre energia domestica per un anno intero.
“Non ci aspettavamo un rendimento così alto” – ha dichiarato Sten de Wit, portavoce dell’iniziativa SolaRoad, la prima pista ciclabile al mondo in grado di generare elettricità grazie all’energia solare. Il percorso inaugurato nel novembre scorso, di appena 70 metri, è formato da pannelli solari, ricoperti da uno strato di vetro temperato.
In poco più di sei mesi è stato attraversato da più di 150.000 ciclisti, e ha generato oltre 3,000 kWh. Abbastanza, dicono gli ideatori, per fornire a un’abitazione con un solo inquilino energia per un anno, o per far fare a uno scooter elettrico il giro del mondo per due volte e mezzo.
La sperimentazione è partita in uno dei paesi all’avanguardia nell’utilizzo delle energie rinnovabili, l’Olanda, e precisamente, a Krommenie, un piccolo villaggio a nord-ovest di Amsterdam (per visualizzare il punto esatto su una mappa, Gps: 52.493875, 4.767134), per opera di un consorzio formato da una società privata con sede all’Aia, la TNO, la provincia di Noord-Holland, Imtech, e Ooms Civiel.
I pannelli solari sono collegati a dei contatori, che immettono l’energia generata nella rete elettrica, o nel sistema di illuminazione cittadino.
Non tutto è filato liscio: lo scorso dicembre e all’inizio di questa primavera, una piccola parte del rivestimento in silicone che ricopre e protegge i pannelli, è venuto via a causa, sembra, delle forti oscillazioni di temperatura, che causa dilatazioni e contrazioni del materiale. Niente di grave comunque – i ricercatori sono già al lavoro su una copertura più resistente, e i piccoli incidenti di percorso sono da mettere in conto, in questa fase.
Il progetto pilota dovrebbe durare in tutto tre anni e fungere da prototipo per capire se è possibile replicare il progetto su più larga scala, e non solo sulle piste ciclabili. Uno dei fattori da prendere in considerazione, è naturalmente quello del peso: i ciclisti pesano poco, ma cosa accadrebbe se si volesse costruire una “strada solare” in grado di sostenere il passaggio di mezzi pesanti?
Già oggi, secondo Arian de Bondt, direttore di Ooms Civiel, l’ultima versione del percorso potrebbe sopportare il passaggio di un camion dei pompieri da 12 tonnellate, senza subire alcun danno. La prossima generazione di pannelli rivestiti, sarà pensata anche per gli autobus e per veicoli pesanti di ogni tipo. “Sul piano dell’accettazione sociale, invece, non sembrano esserci problemi – la gente si è accorta a malapena che si trattava di una pista speciale – dicono gli organizzatori”.
Non mancano però anche le critiche: qualcuno fa notare come i 3,5 milioni di euro spesi per l’infrastruttura, anche considerando il fatto che includono i costi di ricerca e sviluppo, siano comunque una bella somma, soldi che avrebbero potuto essere destinati ad altre iniziative – per esempio, ricoprire ogni tetto olandese con panelli solari.
Si fa anche notare come i costi di manutenzioni di simili impianti siano tutti da valutare, e potrebbero rendere in ultima analisi l’investimento controproducente. Si tratta comunque di problemi che dovrebbero essere superati via via che la tecnologia sottostante alla “solar road” verrà ulteriormente perfezionata. L’idea è quella di garantire ai pannelli un ciclo di vita di venti, venticinque anni. Ne dovrebbero bastare una quindicina per rientrare dell’investimento, dopo di che, tutta l’energia prodotta dalla strada dovrebbe trasformarsi in guadagno.