La first lady americana in visita ufficiale all’Esposizione Universale per trovare nuove soluzioni al problema dell’obesità dovuto alla cattiva alimentazione
Una lotta senza quartiere contro il cibo spazzatura e l’obesità. Se si dovesse riassumere l’attività di Michelle Obama in una frase, sarebbe sicuramente questa. La first lady rappresenta un unicum nella storia delle prime donne americane e mondiali e non solo per il fatto di essere la moglie del primo presidente afroamericano nella storia della Casa Bianca. Quello che differenzia Michelle Obama dalle altre è stata la scelta di concentrarsi su un tema così complesso e fondamentale per l’umanità come quello dell’alimentazione. E di aver ottenuto dei risultati senza il timore di sporcarsi le mani, letteralmente.
Un orto biologico nella Casa Bianca
Sì perché Michelle ha messo le cose in chiaro fin dall’insediamento del marito nel 2009 creando all’interno del giardino della Casa Bianca un orto biologico. Una piccola rivoluzione, insomma, che ha segnato una chiara rottura con un passato un po’ troppo orientato verso il cibo spazzatura. Niente più hamburger e patatine, quindi, ma broccoli e zucchine, meglio se coltivati nel giardino di casa.
Per promuovere la scelta di cibi salutari e dare il buon esempio, Michelle ha scelto di coltivare personalmente il terreno, facendosi aiutare dalle figlie Malia e Sasha,“Prima di vivere alla Casa Bianca, ero una mamma indaffarata che lavorava, cercando come un giocoliere di conciliare le esigenze del mio impiego con le necessità della mia famiglia. Siccome eravamo entrambi così impegnati, mio marito e io non facevamo sempre le scelte migliori su come mangiavamo a casa. Alla fine, il nostro pediatra ci consigliò di cambiare. Perciò cominciammo a mangiare più frutta e vegetali, bere più acqua, fare attenzione alle dimensioni delle porzioni, e consumare meno cibo da asporto comprato fuori casa. Ben presto, iniziammo a sentirci più in salute e pieni di energia. Perciò io so di prima mano che il modo in cui ci alimentiamo può avere un effetto significativo sulla nostra salute. Per questo motivo, l’obesità infantile per me non è solo una preoccupazione in quanto First Lady, ma anche come madre. E qui sta davvero l’approccio che uso per affrontare questo tema”, ha dichiarato Michelle Obama.
L’orto biologico, che si estende per 100 metri quadrati, ospita 55 varietà di ortaggi e oltre 10 tipi diversi di erbe che la famiglia Obama e i suoi ospiti includono regolarmente nei loro pasti. Tra queste varietà di frutta e verdura non sono però presenti le barbabietole che non sono gradite né alla first lady né al Presidente.
Let’s Move e la lotta all’obesità infantile
Un anno dopo l’orto arriva Let’s Move, la campagna per contrastare l’obesità infantile, fenomeno in preoccupante aumento negli Stati Uniti. Stando ai numeri divulgati dalle associazioni mediche ne soffrono tra il 16 e il 33% di adolescenti e bambini. L’80% dei quali diventerà un adulto obeso, con tutte le conseguenze che questa malattia comporta in termini sociali ed economici: ogni anno nei soli Stati Uniti muoiono 300.000 persone e i costi si aggirano attorno ai 100 miliardi di dollari.
Cifra spaventosa, che potrebbe essere ridotta se solo si diffondesse una maggior consapevolezza sulla qualità del cibo ingerito ogni giorno. “A livello mondiale, la prevalenza dell’obesità è quasi raddoppiata dal 1980. Nel 2013, più di 42 milioni di bambini in età prescolare erano sovrappeso. Il diabete è aumentato in tutto il mondo del 45% negli ultimi due decenni. E finora, nessun Paese è riuscito a invertire il trend”, ha dichiarato la first lady che è partita proprio da questi dati con la sua battaglia fatta di numerose iniziative.
Si è sporcata le mani di terra coltivando ortaggi con i bambini delle scuole, ha fatto ginnastica in tv per insegnare ai ragazzi a muoversi, ha lottato (e vinto) per l’approvazione di un piano che prevedesse pasti più salutari nelle scuole. Sempre cercando di dare il buon esempio: le figlie Malia e Sasha, oltre ad aiutarla nell’orto, seguono una dieta ferrea: “La regola è che ci devono sempre essere vegetali nei piatti delle nostre figlie e se qualcuno dice “sono pieno” rispondiamo: va bene, non mangerai il dessert, ma finisci le verdure”, ha dichiarato Michelle, che ha anche vietato al marito di farsi fotografare mentre è intento a mangiare hamburger.
A Expo per trovare soluzioni comuni
I risultati di tanto rigoroso impegno cominciano a farsi vedere. Come non notare lo zampino di Michelle nella recente decisione dell’amministrazione Obama di mettere un freno ai grassi insaturi artificiali presenti nei cibi, i cosiddetti grassi killer che provocano aumento del colesterolo e sono causa di malattie cardiache e infarti per migliaia di americani ogni anno.
Dati rassicuranti arrivano anche da uno studio svolto dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie secondo il quale l’obesità infantile è in calo. Nella fascia di età più critica, quella tra i 2 e i 5 anni, il fenomeno sarebbe diminuito del 43% mentre tra i bambini dai 6 agli 11 anni la diminuzione è molto più limitata passando da 18,8% a 17,7%.
Insomma, c’è ancora molta strada da fare e la visita della first lady a Expo ha anche questo scopo: “Sono venuta all’ Expo perché, dovunque al mondo viviamo, vogliamo tutti cibi salubri e nutrienti per le nostre famiglie. So che crescere figli sani è una sfida per le famiglie in tutto il mondo ed è importante che si possa imparare gli uni dagli altri”, ha dichiarato Michelle Obama in un’intervista a La Stampa, “c’è molto che ci fa sperare. In tutto il mondo, c’ è gente con nuove idee, pronta a creare sodalizi per cercare di arginare questa epidemia. Ed è a questo che si rifà la mia iniziativa “Let’ s Move!”. Perciò a Milano condivideremo i nostri successi. Ma, cosa ancora più importante, cercheremo di capire dai leader qui in Italia e nei vari Paesi del mondo quali sono le soluzioni vincenti”.