Surf Life Saving WA è una associazione di giovani che ha inventato un modo per rendere più sicure le acque di una delle regioni australiane più frequentate dagli squali. Sono gli stessi animali ad inviare un tweet, tramite un chip, segnalando così la loro pericolosa presenza.
In paesi come l’Australia e il Sudafrica gli squali rappresentano una vera minaccia per l’uomo. Non uccidono con grande frequenza (le mucche ad esempio fanno molti più morti l’anno) ma subirne un attacco è insieme spettacolare e tragico. Lo sa bene il campione di surf Mick Fanning che, lo scorso 19 luglio, è stato preso di mira da uno squalo bianco (che ha scambiato la sua tavola per una foca):
Come controllare i movimenti degli squali
Gli squali sono dei predatori molto silenziosi. Quando puntano la loro preda si muovono con grande rapidità e con estrema coordinazione. È difficile percepire la loro presenza così come reagire nel momento in cui sferrano l’affondo. La soluzione più efficace è dunque quella di prevenire questi attacchi monitorando i movimenti del maggior numero di squali possibile.
Questo è l’obiettivo del Surf Life Saving WA, un’associazione di giovani ragazzi che vivono nella regione della Western Australia, uno dei luoghi più frequentati dagli squali bianchi e dagli squali tigre. Armati di una buona dose di coraggio e intraprendenza, questi volontari sono riusciti negli ultimi anni a “marchiare”, con un particolare chip, oltre 400 esemplari.
Un tweet per salvare delle vite
Quando uno squalo si avvicina alla spiaggia, ad una distanza inferiore al chilometro, parte automaticamente un tweet. Cinguettii che appaiono nel profilo del Surf Life Saving WA e che controllano la situazione a largo delle coste australiane. In ogni messaggio istantaneo viene trasmessa razza, dimensione e posizione: «In fondo siamo noi ad invadere il loro territorio» spiega Chris Perk, uno dei promotori dell’iniziativa: «in questo modo è lo squalo stesso ad inviare un tweet avvertendo di non spingersi oltre».
Una community viva
Ma il progetto non si esaurisce nell’immediata comunicazione di questi avvisi. I ragazzi dell’associazione, usando il loro profilo, educano sui comportamenti da tenere in spiaggia; mostrano video e foto della fauna e della flora insegnando ai follower come rispettare l’ecosistema marino.
In più fioccano anche le segnalazioni di squali, ancora non monitorati, da parte di bagnanti, pescatori e professionisti che si muovono nelle acque con moto d’acqua, navi ed elicotteri. Un buon esempio di come la costruzione di una community possa contribuire a salvare delle vite senza interferire sull’esistenza di un’altra specie animale.