Ana e Gerda hanno dato vita alla cucina solidale per i profughi dopo aver visto cosa succedeva al confine. E ora puntano su Calais, Atene, Vienna, Budapest e Belgrado
Cucinare per i migranti e ottenere al tempo stesso due risultati: aiutare le persone che arrivano in Europa dopo la traversata del Mediterraneo ed evitare lo spreco di cibo. Due obiettivi che Gerda e Ana, rispettivamente olandese e spagnola, hanno pensato essere non solo raggiungibili ma anche praticabili. Hanno così dato il via, da un paio di mesi, a Guerilla Kitchen Amsterdam, un progetto a cui hanno preso parte fruttivendoli, mercanti ed empori e che consiste nel preparare pasti per i migranti che arrivano ad Amsterdam.
Il progetto che arriva da Calais, dopo un viaggio in autostop
L’idea, come racconta Gerda in un’intervista a Frontierenews.it, è nata a Calais: «Da lì arrivavano notizie disumane, quindi ho deciso di vedere la situazione con i miei occhi. Ho alzato il pollice, lasciato Amsterdam e fatto l’autostop fino a Calais. Una volta lì, ho notato che lì dove c’erano i principali accampamenti di rifugiati c’erano anche grandi organizzazioni di volontariato che fornivano assistenza primaria. Però poi c’erano quasi duemila persone ignorate da tutti: ultimi tra gli ultimi, esclusi tra gli esclusi».
Cucinare per e con i profughi, con i volontari di tutto il mondo
Anche a Frontierenews.it, Ana, l’altra fondatrice del progetto, racconta che «ogni settimana ci sono nuove persone che vogliono aiutarci»: sì perché è proprio con il passaparola che Guerilla Kitchen Amsterdam è cresciuto, coinvolgendo giorno dopo giorno sempre più persone. Chi ha messo a disposizione le proprie competenze culinarie, chi ha aiutato con la raccolta di cibo di negozio in negozio. Tanti volontari che hanno creduto nell’iniziativa e che sono arrivati da tutto il mondo: dalla Turchia alla Romania, passando per Gran Bretagna, Italia e Spagna. Ma non si cucina solo per i profughi: si cucina anche con i profughi, dando così vita a contaminazioni gastronomiche sempre nuove. E si mangia tutti insieme.
Anche i negozianti donano il cibo
Il cibo, assicurano Gerda e Ana, non manca mai: oltre ai volontari, ci sono anche tanti commercianti che vanno a portare alimenti. «C’è molto in comune tra gli sprechi alimentari e la tragedia umanitaria di questi esseri umani: sono entrambe questioni frutto dell’anarchia del potere, che fa ciò che vuole. E su entrambe c’è un velo di indifferenza e ignoranza», spiega Ana, che aggiunge: «L’obiettivo di Guerilla Kitchen Amsterdam è questo: cambiare la conoscenza e la percezione delle persone nei confronti di questa umanità in transito. Con un metodo innovativo e green. Non vogliamo solo sfamare persone, vogliamo cambiare il loro modo di guardare l’altro. Non puntiamo a grandi numeri, ma ad avere un impatto con le persone con cui entriamo in contatto».
Il crowdfunding e il sogno di farlo anche in altre città
Le due ragazze hanno un sogno: portare l’esperienza olandese di Guerilla Kitchen anche ad Atene, Calais, Vienna, Budapest e Belgrado. Si chiamerà Bellies Beyond Borders e partirà a fine ottobre con un furgoncino. Verranno girati dei brevi video e alla fine del viaggio ne faranno un documentario in cui verranno raccontate le storie delle persone incontrate per strada. Per questo, Ana e Gerda hanno lanciato una campagna di crowdfunding su Indiegogo: 5mila euro da raccogliere entro il 16 ottobre.
Lo spreco di cibo nel mondo
Secondo la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), ogni anno nel mondo vengono sprecate 1,3 tonnellate di cibo (dati del 2013). In Europa e in America Settentrionale, ancora secondo uno studio della Fao risalente al 2011, lo spreco alimentare in Europa e in America settentrionale ammonta a 280-300 kg pro capite l’anno. Si tratta di una catena che comincia nei campi e negli allevamenti, continua nella fase di trasformazione e commercio e termina sulle nostre tavole: in dodici mesi, ogni persona spreca dai 95 ai 115 kg di cibo. E non sempre si tratta di alimenti avariati o non commestibili: molto spesso sono cibi che potrebbero essere consumati senza alcun problema. Proprio riflettendo su questo, Gerda e Ana hanno dato vita a Guerilla Kitchen Amsterdam: «Sempre più persone cercano di non sprecare cibo e di consumare in maniera ragionata. Sempre più persone, inoltre, frequentano le nostre attività per ascoltare la voce di chi ha lasciato casa e affetti per sopravvivere a guerre e dittature. È meraviglioso vedere il risveglio nelle coscienze delle persone. Se prima c’era poco interesse nel conoscere i vari percorsi umani e i motivi che hanno spinto così tante persone a venire qui, ora vediamo che ogni sera ci sono dibattiti. Se prima molte persone sprecavano senza riflettere, ora l’attenzione verso un consumo etico è tangibile».