Recensire aziende e attività commerciali basandosi sul loro impatto ambientale, dal consumo di luce alla gestione dei rifiuti: arriva la nuova piattaforma per promuovere città (e turismo) sempre più verdi
Capita d’inverno andando a fare shopping, quando entriamo in un negozio e il riscaldamento è talmente alto da costringerci a togliere giacca e maglione per non sudare nel negozio. Ma alla fine sudiamo comunque, chiedendoci se una temperatura tanto alta sia a norma di legge, e spesso passa la voglia di entrare in camerino a provarci qualcosa. Capita d’estate, quando entriamo in un ufficio e mentre l’aria condizionata raffredda un lato della stanza dall’altro le finestre sono spalancate. In entrambi i casi viene voglia di far notare il disagio e lo spreco. In entrambi i casi non abbiamo modo di farlo.
È qui che entra in gioco GreenAdvisor, la piattaforma che si propone di diventare un Tripadvisor delle attività commerciali (e non) per valutarle dal punto di vista ambientale. Non fai la differenziata? Luci sempre accese? Le stelline nella recensione -in questo caso piccole foglie- vanno giù fino ad arrivare a una su cinque.
Da una parte l’approccio premia i virtuosi e penalizza chi all’ambiente non presta attenzione, dall’altra fa arrivare al commerciante l’opinione del consumatore. Dandogli l’opportunità di migliorarsi e guadagnare ottime recensioni se nel tempo mantiene elevati gli standard. GreenAdvisor (ora in campagna su Indiegogo) sarà gratuito, connesso con altri social network come Facebook e Twitter e permetterà di valutare qualsiasi attività, integrando la recensione con immagini.
Who is the greenest in town?
L’approccio è vincente, perché la sensibilità dei consumatori ai temi ambientali va aumentando insieme alla loro richiesta di attività environmental friendly; non a caso sono nati portali come http://ecobnb.it/, motore di ricerca dell’ospitalità ecosostenibile made in Trentino.
Spronare albergatori e commercianti a farsi più ecosostenibili, come abitanti del luogo ma specialmente quando viaggiamo, potrebbe incentivare un cambiamento più che mai necessario: secondo Consumption and Environment (il documento UE che monitora i consumi in Europa) il turismo è la quarta causa di inquinamento ambientale e di emissioni di CO2, complici soprattutto le strutture ricettive.
Come funziona
I punti proposti da GreenAdvisor per aiutare i suoi utenti a dare valutazioni ragionate e affidabili sono sette -non è obbligatorio trattarli tutti per l’ovvia impossibilità di avere sempre accesso alle informazioni complete-: si tratta di utilizzo dell’acqua, gestione della temperatura, trasporti, policy ecosostenibili, riciclo, produzione, efficienza energetica.
GreenAdvisor ci aiuta ad avere un approccio critico per ognuna di queste voci. E a porci domande che i meno scrupolosi non si farebbero fuori delle mura domestiche: le luci di questo ristorante/ negozio sono sempre accese? Che tipo di lampadine usano? Hanno pannelli solari? Come smaltiscono gli imballaggi e gli scarti? Potrebbero usare materiali riciclabili riducendo il loro impatto? E ancora, come organizzano spedizioni e consegne? Inviano ai loro clienti molti documenti cartacei che potrebbero essere sostituiti da file digitali, senza sprecare carta?
Su GreenAdvisor chi ha un occhio di riguardo per l’ambiente e l’ecosostenibilità trova il modo di incontrarsi (e premiarsi a vicenda): gli albergatori “virtuosi” potranno far sapere ai loro clienti che adottano particolari strategie per minimizzare i consumi energetici, i potenziali clienti/ visitatori potranno trovare le strutture che più si avvicinano alle loro esigenze. Hotel eco-friendly, banche e uffici che prediligono la comunicazione via mail all’invio cartaceo, piccoli locali che usano materiali riciclati riducendo al minimo la plastica e così via.
Un team no-profit per salvaguardare l’ambiente
GreenAdvisor è un progetto di GreenWill, iniziativa no-profit fondata dall’imprenditore italiano Michele Orzan che oggi lavora a livello globale, offrendo ad aziende, organizzazioni e attività commerciali linee guida e policy per diventare più ecosostenibili. Ora Greenadvisor conta nel suo team internazionale 26 membri più i cinque del board: insieme a Orzan, che la piattaforma se l’è inventata, ci sono Tom Norring, ambasciatore danese in Ungheria, Kenty Richardson, direttore della sezione Relazioni Internazionali e Sviluppo Strategico al REC (il Regional Environmental Center istituito da USA, Commissione Europea e Ungheria nel 1990), Tiberius Soltesz, country manager di Kinnarps per Austria, Ungheria, Slovenia e Croazia e infine Scott Abrams, imprenditore statunitense che oggi lavora come consulente per business development in tutto il mondo.
Su Indiegogo GreenAdvisor ha quasi raccolto la metà dei fondi richiesti per passare allo sviluppo e ai test della piattaforma. L’obiettivo è espandersi via via in un numero crescente di città e il team nel frattempo sta scegliendo quella dalla quale partire: la scelta è tra New York, San Francisco, Londra, Berlino e Budapest.
@Eleonoraseeing