Le cooperative energetiche, sviluppate dall’azienda veronese ForGreen, aggregano via web persone di tutto il Paese che vorrebbero dotarsi di pannelli fotovoltaici ma non possono installarli sul proprio tetto.
Questa è una storia che inizia nel lontano 1923, s’interrompe a causa della nazionalizzazione dell’energia e rinasce nuovamente con la liberalizzazione del mercato. Le radici di ForGreen affondando all’inizio del secolo scorso quando le famiglie di Lugo di Grezzana, un piccolo paese in provincia di Verona, decisero di unire gli sforzi e costituire la società idroelettrica “La Lucense”. Per quarant’anni questa sorta di cooperativa energetica ante litteram illuminò la Valpantena finché, al pari di altre, nel 1963 fu nazionalizzata e fatta confluire nell’ENEL.
La nascita di ForGreen e il modello delle cooperative
Con la liberalizzazione del mercato dell’energia, nel 1999 sette dei pronipoti si riuniscono e decidono di ripetere l’esperienza fondando Multiutility, un operatore energetico che oltre al gas, inizia a lavorare con le rinnovabili. La transizione è completa dieci anni più tardi quando i soci vendono la propria creatura per creare una nuova realtà votata unicamente alle fonti di energia rinnovabile: nel 2009 nasce ForGreen.
Dopo alcuni anni trascorsi a studiare le realtà di Belgio e Germania, nel 2011 viene lanciato un progetto pilota chiamato EnergyLand. La sfida consiste nel mettere insieme il capitale necessario alla costruzione di un parco fotovoltaico aggregando persone che credono nelle rinnovabili ma vivono in affitto, in condominio o magari sulla casa gravano vincoli della sovrintendenza che proibiscono l’installazione dei pannelli sul tetto.
«Il modello della cooperativa era solo una delle strade percorribili – ammette Gabriele Nicolis, direttore marketing di ForGreen e presidente di WeForGreen Sharing, che è l’ultima nata in casa ForGreen – però era quella che si avvicinava di più allo spirito originario della Lucense: condividere la autoproduzione di energia come volano per uno sviluppo sostenibile».
Un modello di sostenibilità amico dell’ambiente
Sono 90 le famiglie veronesi che aderiscono a EnergyLand: ognuno acquista quote del progetto secondo disponibilità e fabbisogno. In qualità di produttore energetico, la cooperativa può infatti spuntare dai grossisti un prezzo più vantaggioso rispetto al singolo cittadino, scegliendo di anno in anno, quello più vantaggioso.
«Il modello di sostenibilità che proponiamo – prosegue Nicolis – è attento alle tematiche ambientali, grazie all’utilizzo delle rinnovabili, a quelle energetiche, grazie all’autoproduzione a distanza, ed a quelle economiche. Per la diffusione del modello è fondamentale che non sia un investimento a fondo perduto, non possiamo permettercelo».
Da quando sono stati realizzati i primi progetti, grazie ai ricavi che generano gli impianti, la cooperativa è stata in grado di riconoscere ai propri soci un ristorno proporzionalmente alla quota di produzione di energia sottoscritta. Grazie a questo ristorno i soci si sono visti abbattere i costi dell’energia di casa e ripagare la bolletta, permettendo inoltre di rientrare del capitale investito negli anni di esercizio dell’impianto.
Da Verona al Salento
Le quote di EnergyLand trovano rapidamente un acquirente tanto che, su richiesta delle persone rimaste escluse, due anni più tardi viene sviluppata una seconda cooperativa energetica.Non trovando nei dintorni i terreni adatti per allestire un secondo campo fotovoltaico, le attenzioni dell’azienda si spostano fuori regione.
«È in questa fase che abbiamo realizzato che niente ci vincolava realmente a un luogo fisico – continua Nicolis – il nostro territorio doveva essere il web». A differenza della precedente cooperativa, i soci di Energia Verde non sono reclutati tra le famiglie della provincia di Verona ma provengono da 16 diverse regioni d’Italia.
Il sito prescelto è una discarica esaurita in comune di Lecce che, grazie a un finanziamento, viene bonificata allo scopo.
La Masseria del Sole
La Masseria del Sole è un impianto moderno che ogni anno produce 1,5 milione di kWh all’anno: i soci possono monitorare in tempo reale la produzione di energia, visitando il sito web della cooperativa. Sempre nel Salento, due anni più tardi viene costruita la Fattoria del Sole in comune di Ugento, un vasto campo fotovoltaico su cui è fondata la terza cooperativa: WeForGreen Sharing.
Il taglio degli incentivi statali, che rappresenta una significativa percentuale dei ricavi delle cooperative, impone al gruppo una riflessione. In WeForGreen Sharing il modello della cooperativa energetica evolve verso una piattaforma di aggregazione green, che accoglie al suo interno più progetti indipendenti.
«Oltre al fotovoltaico, vogliamo esplorare la condivisione di altre fonti rinnovabili come l’eolico e il mini-idroelettrico – conclude Nicolis – ma in futuro WeForGreen Sharing potrebbe comprendere altre forme di sostenibilità, come le auto elettriche. Come è successo per le cooperative alimentari, ci piacerebbe che anche le cooperative energetiche diventassero uno stile di vita». Uno stile di vita sostenibile: nel loro insieme, oggi le tre cooperative contano 426 soci provenienti da 18 regioni d’Italia e producono 4.200.000 kWh all’anno. Per la soddisfazione dei pionieri della vecchia Lucense.
Davide Michielin