Stop a cotton fioc, posate, piatti e cannucce in plastica. La Commissione europea ha stilato le nuove norme per i dieci prodotti monouso che inquinano di più le spiagge e i mari d’Europa e per gli attrezzi da pesca, che insieme rappresentano il 70% dei rifiuti marini
Sono state presentate il 28 maggio le nuove misure Ue sulla plastica monouso, che prevedono il divieto all’utilizzo di prodotti pericolosi e nocivi per l’ambiente.
Ed eccoli i prodotti incriminati: bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, agitatori per bevande e bastoncini per palloncini, contenitori per bevande, contenitori per alimenti, bicchieri di plasitca e infine attrezzi da pesca. Insieme, questi prodotti rappresentano il 70% dei rifiuti marini. Le nuove regole sono proporzionate e concepite per ottenere i migliori risultati, vale a dire non a tutti i prodotti si applicheranno le stesse misure: saranno messi al bando i prodotti di plastica monouso per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative, mentre si limiterà l’uso di quelli di cui non esistono valide alternative riducendone il consumo a livello nazionale; i produttori dovranno poi rispettare requisiti di progettazione ed etichettatura e sottostare a obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti. Con queste nuove norme l’Europa è la prima a intervenire incisivamente su un fronte che ha implicazioni mondiali.
Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85 % dei rifiuti marini. Sotto forma di microplastica sono presenti anche nell’aria, nell’acqua e nel cibo e raggiungono perciò i nostri polmoni e le nostre tavole, con effetti sulla salute ancora sconosciuti. Affrontare il problema della plastica è una necessità, che può dischiudere nuove opportunità di innovazione, competitività e occupazione.
Le imprese ci guadagneranno in competitività: una normativa unica per l’intero mercato dell’UE offre alle imprese europee un trampolino per sviluppare economie di scala e rafforzare la competitività nel mercato mondiale in piena espansione dei prodotti sostenibili: con i sistemi di riutilizzo (come quelli di cauzione-rimborso) le imprese potranno contare su un approvvigionamento stabile di materiali di alta qualità; in altri casi, mosse dall’incentivo a ricercare soluzioni più sostenibili, potranno conquistare un vantaggio tecnologico sui loro concorrenti internazionali.
L’impegno dell’Europa per l’ambiente
Questa iniziativa traduce l’impegno, di affrontare con un intervento legislativo il dispendioso problema dei rifiuti di plastica e dei relativi danni, iniziativa accolta con favore sia dal Parlamento europeo e dal Consiglio che dai cittadini e dai portatori di interessi. Le misure proposte aiuteranno l’Europa a compiere la transizione verso un’economia circolare, a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e a onorare gli impegni assunti sul fronte del clima e della politica industriale.
Grazie alla direttiva proposta si trarranno benefici ambientali ed economici, ad esempio:
- si eviterà l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2 equivalente;
- si scongiureranno danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di EUR entro il 2030;
- si genereranno risparmi per i consumatori dell’ordine di 6,5 miliardi di EUR.
Oltre alle nuove norme e ai nuovi obiettivi per i rifiuti adottati questo mese dall’UE, le nuove regole offriranno la chiarezza, la certezza del diritto e le economie di scala di cui le imprese hanno bisogno per imporsi nei nuovi mercati delle alternative innovative multiuso, dei nuovi materiali e dei prodotti di migliore concezione.
Secondo i principi del legiferare meglio, in preparazione della proposta sono stati consultati i portatori di interessi, si è tenuta una consultazione aperta e sono state condotte valutazioni d’impatto complete. Nella consultazione pubblica tenutasi tra dicembre 2017 e febbraio 2018, il 95% dei partecipanti riteneva necessario e urgente affrontare il problema della plastica monouso, e per il 79% occorreva intervenire a livello di UE perché le misure fossero efficaci. Anche il 70% dei fabbricanti e l’80% dei marchi riteneva necessario e urgente intervenire. Il 72% dei partecipanti ha dichiarato di avere ridotto l’uso delle borse di plastica e di questi il 38% lo ha fatto nello scorso anno.
Misure diverse per prodotti diversi
In seguito all’iniziativa sulle borse di plastica nel 2015, il 72% degli europei dichiara di averne ridotto l’uso (Eurobarometro). L’Unione rivolge ora l’attenzione ai 10 prodotti di plastica monouso e agli attrezzi da pesca che, insieme, rappresentano il 70% dei rifiuti marini in Europa. Le nuove regole introdurranno:
- Il divieto di commercializzare determinati prodotti di plastica – dove esistono alternative facilmente disponibili ed economicamente accessibili, i prodotti di plastica monouso saranno esclusi dal mercato. Il divieto si applicherà a bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini, tutti prodotti che dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili. I contenitori per bevande in plastica monouso saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore;
- obiettivi di riduzione del consumo – gli Stati membri dovranno ridurre l’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica. Potranno farlo fissando obiettivi nazionali di riduzione, mettendo a disposizione prodotti alternativi presso i punti vendita, o impedendo che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente;
- obblighi per i produttori – i produttori contribuiranno a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, come pure i costi delle misure di sensibilizzazione per i seguenti prodotti: contenitori per alimenti, pacchetti e involucri (ad esempio, per patatine e dolciumi), contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro (come i mozziconi di sigaretta), salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero. Sono anche previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti;
- obiettivi di raccolta – entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, ad esempio, introducendo sistemi di cauzione-deposito;
- prescrizioni di etichettatura – alcuni prodotti dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata che indica come devono essere smaltiti, il loro impatto negativo sull’ambiente e la presenza di plastica. Questa prescrizione si applica agli assorbenti igienici, alle salviette umidificate e ai palloncini;
- misure di sensibilizzazione – gli Stati membri dovranno sensibilizzare i consumatori all’incidenza negativa della dispersione nell’ambiente dei prodotti e degli attrezzi da pesca in plastica, ai sistemi di riutilizzo disponibili e alle migliori prassi di gestione dei rifiuti per questi prodotti.
Per quanto riguarda gli attrezzi da pesca, che rappresentano il 27% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge, la Commissione punta a completare il quadro normativo vigente introducendo regimi di responsabilità del produttore per gli attrezzi da pesca contenenti plastica: i fabbricanti dovranno coprire i costi della raccolta quando questi articoli sono dismessi e conferiti agli impianti portuali di raccolta, nonché i costi del successivo trasporto e trattamento; dovranno anche coprire i costi delle misure di sensibilizzazione.
Prossime tappe
Le proposte della Commissione passeranno ora al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio. La Commissione esorta le altre istituzioni a trattarle in via prioritaria e a dare ai cittadini europei risultati tangibili prima delle elezioni di maggio 2019.
Il prossimo 5 giugno, per celebrare la giornata mondiale dell’ambiente, la Commissione lancerà anche una campagna di sensibilizzazione a livello di UE per puntare i riflettori sulla scelta dei consumatori e sul ruolo che hanno i singoli cittadini nella lotta contro l’inquinamento da plastica e i rifiuti marini.
È evidente che i rifiuti marini prodotti dall’Unione sono solo una parte di un problema che ha portata planetaria, ma con questa iniziativa l’Unione europea assumerà un ruolo guida e sarà nella posizione per guidare il cambiamento a livello mondiale, attraverso il G7 e il G20 e l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite.