Multimodale, integrato nel tessuto dei trasporti urbani e con un occhio di riguardo per accompagnare i cittadini verso un trasporto sostenibile. Ne abbiamo parlato con Matteo Corasaniti, direttore delle operazioni in Italia
Anno nuovo, brand nuovo: Circ non è ancora un altro sharing di monopattini che godrà dei suoi 15 minuti di celebrità per poi essere dimenticato. È la creatura di Lukasz Gadowski e Carlos Bhola (per capirci: Gadowksi è quello di Delivery Hero, un colosso del food delivery con dentro tra gli altri Foodora) che fino a oggi ha operato sotto il marchio Flash e ha raccolto 55 milioni di euro in finanziamenti: ora si cambia, perché come ci spiega Matteo Corasaniti, director of operations per l’Italia, “I monopattini sono solo il primo step: la nostra idea è costruire un sistema multimodale di trasporto, di lavorare all’integrazione con i mezzi pubblici esistenti a corto, medio e lungo raggio. Sempre con un approccio responsabile, improntato al rispetto delle regole e alla sicurezza”.
Muoversi responsabilmente
In Italia stiamo vivendo un momento particolare per il trasporto pubblico: città come Roma si scontrano con una geografia enorme e mezzi pubblici non al passo coi tempi, a Milano i servizi funzionano ma stanno per aumentare le tariffe (non senza qualche polemica), e ogni area metropolitana ha le sue specifiche peculiarità. In più siamo in attesa del varo definitivo di un nuovo codice della strada, che dovrebbe finalmente comprendere anche quei nuovi mezzi di trasporto che si sono affacciati sulle nostre strade in questi anni: dalla bicicletta, riscoperta per ragioni ecologiche e grazie ai nuovi sistemi di pedalata assistita, ad appunto i vari monoruota, monopattini e tutta la pletora di altri mezzi che si possono acquistare via e-commerce.
“Siamo costantemente in contatto con istituzioni locali e nazionali – spiega a StartupItalia Corasaniti – Siamo in attesa dei decreti attuativi (del nuovo Codice della Strada, ndr), ma siamo fiduciosi: pensiamo che una certezza normativa aiuti gli investimenti, e pensiamo che il quadro che si andrà a definire finirà per non tarpare gli investimenti purché non sia troppo impegnativo per gli enti locali. In ogni caso, ci preme lavorare in ottica sicurezza: il nostro è un approccio responsabile, che punta a offrire un servizio che arricchisca la comunità in cui i nostri mezzi sono disponibili”.
In questo senso ci sono vari aspetti da affrontare, ma su tutto prevalgono i valori fondanti di Flash che oggi diventa Circ: ovvero uno spirito europeo, un approccio iperlocale per creare un servizio su misura della città in cui viene lanciato il servizio (sono già 21 in 7 nazioni), il rispetto delle leggi e dei regolamenti nazionali e locali, un occhio di riguardo per la sicurezza del mezzo e per il suo utilizzo il più possibile responsabile da parte degli utenti. “Non vogliamo mettere in strada dei giocattoli” ci dice Corasaniti: che ci suggerisce di dare un’occhiata a come l’azienda si è già mossa con successo in due progetti pilota, a Zurigo e Lisbona (a Zurigo è stata anche siglata una partnership con le ferrovie Schweizerische Bundesbahnen), con buoni successi in termini di integrazione in ottica di trasporto multimodale.
Il capitolo Italia
In attesa di di chiarire il quadro normativo, nel frattempo Circ sta già lavorando al lancio nel Belpaese: facile pronosticare che entro la fine del 2019 vedremo i monopattini arancioni del servizio in strada a Milano e Roma (e in altre città medio-grandi in giro per lo Stivale), ma per ora le bocche restano cucite su tempi e modi. Per ora si lavora soprattutto all’approccio: nella personalizzazione dei mezzi per adattarli per esempio alle lunghe percorrenze con tanto di pendenze della Capitale, o alla densità e la dislocazione da garantire in una città come il capoluogo lombardo. Tra le particolarità di Circ c’è l’utilizzo di un mezzo progettato su misura, che viene modificato e aggiornato per renderlo progressivamente più solido e affidabile senza dipendere dalle dinamiche del mercato consumer.
“La nostra idea resta comunque un approccio multimodale, di cui gli scooter sono solo il primo passo” ribadisce Corasaniti, che ribadisce come nell’idea di Circ ci sia un sistema multiveicolo. Oggi i monopattini si vanno a integrare coi mezzi esistenti, in futuro chissà: “Nel nostro modello lavoriamo attivamente alla rilocazione dei monopattini in giro per la città, con nostri professionisti al lavoro che operano un controllo costante: i nostri utenti devono trovare un monopattino dove gli serve e quando gli serve, e quando viene parcheggiato il mezzo un posto non vale l’altro”.
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Non ci sono stalli nel modello Circ, ma aree di parcheggio incentivate: “Noi crediamo nell’incentivazione del buon comportamento” ci dice l’azienda, che remunera l’utente virtuoso che lascia il monopattino nel posto giusto dopo averlo usato con minuti bonus che potranno essere spesi per la corsa successiva. “È un meccanismo che usiamo per mantenere ordinate le città, e che ha funzionato benissimo in tutta Europa: i minuti gratis sono molto apprezzati, e permettono di vivere la città risparmiando tempo e allo stesso tempo approfittando delle sinergie con il trasporto pubblico”.