L’innovazione, sviluppata con l’Università di Pavia, può portare l’acqua potabile dove non c’è. Il tutto senza aver bisogno di alcuna fonte e senza inquinare. È già in uso in molte nazioni e sta dando ottimi risultati.
Si chiama Seas l’azienda svizzera che vuole risolvere uno dei problemi più annosi e pressanti che assillano oggi l’umanità: portare l’acqua potabile in quelle zone del mondo in cui manca a causa della povertà o del clima particolarmente ostile.
Attualmente 880 milioni di persone in tutto il mondo non possono accedere all’acqua potabile. Ogni anno, 3,4 milioni persone perdono la vita per questa mancanza, causa di malattie spesso facili al contagio. Per combattere questi numeri, Seas ha dato vita a Awa Modula (air to water to air) un sistema innovativo in grado di produrre acqua dall’aria senza che nei luoghi in questione esistano sorgenti, fiumi, laghi o altre fonti. Tutto senza generare inquinamento o stravolgendo l’ecosistema già presente.
L’acqua generata da Awa Modula
I risultati che Awa Modula ottiene sono ragguardevoli. L’acqua prodotta dall’aria, oltre a essere potabile, viene arricchita di sali minerali ed elementi che la rendono ancora più salubre. Può essere destinata, quindi, a molteplici usi: dall’agricoltura alla medicina, dalla produzione industriale all’uso in cucina.
Ogni sistema, inoltre, può arrivare a produrre fino a 10mila litri al giorno, rappresentando una fonte di approvvigionamento, potenzialmente illimitata e inesauribile, di assoluta affidabilità.
Come si alimenta Awa Modula? In linea con i suoi obiettivi può servirsi delle energie più green attualmente in commercio. Ovvero sfruttare l’elettricità prodotta dal vento o dal sole.
Come funziona Awa Modula
Il sistema filtra l’aria ambientale condensando il vapore in acqua distillata. Quest’ultima, dopo ulteriore filtraggio, viene sottoposta a uno speciale trattamento a raggi ultravioletti per ripulirla dai batteri e da altre sostanze nocive. Una volta terminata questa operazione, l’acqua viene ri-mineralizzata.
Come ha dichiarato Anna Magrini. docente di Idraulica, ambientale ed energetica all’Università di Pavia: «Awa Modula garantisce un impatto ambientale basso o nullo e non rilascia impurità nell’ecosistema in cui viene usata». L’acqua generata è molto meno inquinata rispetto, ad esempio, a quella creata dai dissalatori e più sicura anche in caso di disastri ambientali. In più è anche molto efficace. Con una temperatura di trenta gradi e con il 70% di umidità il sistema riesce a catturare il 60% dell’acqua presente nell’aria.
Dov’è già attiva Awa Modula
L’intero progetto, pur avendo una paternità svizzera, è stato sviluppato in collaborazione con l’Università di Pavia e la IVR che ha costruito le due macchine principali. Due piccoli gioielli creati presso gli stabilimenti dell’azienda a Boca, in Piemonte.
Attualmente il sistema è attivo in nazioni come il Libano, gli Emirati Arabi, il Sudafrica, il Messico e il Perù. Ma anche diverse isole caraibiche stanno iniziando a testarne l’efficacia. Pochi giorni fa è stato presentato a Milano, all’interno di Expo e del padiglione elvetico.
Nel 2015, infine, Awa Modula è stata donata a UnaKids, un’associazione benefica che lotta per migliorare la vita dei bambini e degli adolescenti in tutte quelle regioni della Terra devastate dalla guerra. Luoghi che hanno, disperatamente, bisogno d’acqua potabile.