Oltre alla funzione “ricreativa” (passateci questa definizione) e quella “medica”, la Canapa viene utilizzata in moltissimi campi. Soprattutto per le sue qualità, più rispettose dell’ambiente, e meno costose. Ecco quali.
La canapa è una delle piante più versatili del pianeta. In genere è conosciuta per due scopi principali: quello “ricreativo” (se così vogliamo chiamarlo legato alla Cannabis) e quello medico, ormai ampiamente diffuso e riconsiuto. Ma in realtà ci sono tante altre applicazioni che non sono così note. Anche perché alcune di queste sono davvero recenti visto che molti laboratori hanno iniziato da poco a fare esperimenti e test. Abbiamo provato a riassumerle.
1) Materiali da costruzione
In paesi come l’Olanda e l’Irlanda è una pratica già diffusa. La canapa è usata nei cantieri ricoprendo diversi ruoli: dai pannelli al truciolato, dal cartone pressato a miscele in cui la pianta costituisce uno degli ingredienti principali. Come la CalceCanapa o i bio-mattoni di Equilibrium, che assorbono l’anidride carbonica. Utilizzare questo elemento non è solo un segno di rispetto per l’ambiente visto che questi mattoni sono più forti e resistenti, oltre che molto più leggeri di quelli in cemento.
In più è anche un isolante naturale assai efficace contro l’umidità.
2) Plastica riciclabile (e resistente)
Oggi esistono bioplastiche di diversa derivazione, dal mais alla soia. Ma è la Canapa, indubbiamente, a dare i migliori risultati in questo ambito. Oltre a dare dei vantaggi di tipo economico, costa molto meno produrla, la plastica generata è molto forte. Una maggiore resistenza che non implica una particolare difficoltà nel loro riciclo. Queste bio-plastiche, infatti, degradano ad un ritmo molto più veloce rispetto a quelle tradizionali. È un materiale sempre più diffuso che oggi ritroviamo in oggetti come le cannucce, i tubi, parti di mobili e strumenti musicali. In Italia c’è una startup che si dedica a creare questo tipo di prodotti, Kanésis.
3) Antibatterici
Enviro-Textile, società americana con sede in Colorado, sta sviluppando un tessuto fatto con la canapa che avrà l’obiettivo di combattere la diffusione delle infezioni da stafilococco negli ospedali. Alcuni dei prodotti chimici presenti nella canapa hanno proprietà antibatteriche e antimicotiche. Sostanze che potrebbero rendere questo particolare tessuto antibatterico un sostituto perfetto per il cotone e il poliestere. Stiamo parlando di una ricerca che è ancora nella sua fase iniziale a da cui ci si aspetta molto. Soprattutto per i risultati, più che positivi, ottenuti durante i primi test.
4) Automobili
Nel 1940, Henry Ford finanziò la produzione di un modello fatto interamente di canapa, soia plastica. Negli ultimi anni, l’industria automobilistica ha riscoperto le proprietà sorprendenti di questa pianta e i materiali che la contengono oggi si ritrovano in moltissime componenti. Portiere, cruscotti, tessuti, cofani, bauli, scocche; tutte costituite da fibre vegetali. Ma non solo. Alcune aziende che stanno puntando sui veicoli elettrici si stanno affidando alla canapa per costruire i pannelli tramite cui catturare e immagazzinare una parte dell’energia necessaria.
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5) Bio-carburanti sostenibili
La Canapa potrebbe anche risolvere alcuni problemi riguardanti i bio-carburanti che, spesso, risultano essere poco economici e affidabili. Alcuni ricercatori dell’Università del Connecticut stanno studiando particolari miscele che mostrano una maggiore efficienza di conversione e una migliore reazione a temperature più basse, rispetto agli altri biodiesel in commercio.
Il 97% dell’olio di canapa è, infatti, trasformabile in biocarburante
6) Batterie di ultima generazione
Nel 2014, l’Università di Alberta ha presentato uno studio in cui si mostrava il potenziale della canapa industriale nella creazione di batterie estremamente efficienti: i super-condensatori. I ricercatori sono stati in grado di riorganizzare atomi di carbonio presenti nella pianta per creare fogli bidimensionali sottili. Esattamente quello che viene già fatto per i fogli di grafene. A differenza però di questi ultimi, la produzione è molto meno costosa e molto più rapida. La fibra di canapa, infatti, è costituita per il 70% da cellulosa cristallina. Un materiale che può essere trasformato nei cosiddetti nanosheets, elettrodi in lamine sottilissime che hanno un’altissima capacità di trasporto e conservazione dell’energia.
7) Carta (di alta qualità)
Forse questa è una soluzione scontata ma la qualità del prodotto finale ne giustifica l’inserimento. Una volta estratta la fibra tessile dalla pianta, e dopo aver raccolto di semi, rimangono la stoppa più la parte legnosa o canapolo. Da esse è possibile fabbricare carta di alta qualità, sottile e resistente. La coltivazione della canapa, del resto, è molto più economica e produttiva rispetto a quella di una foresta da cui ricavare la cellulosa. Un altro vantaggio, infine, è costituito dalla sua bassa percentuale di lignina. Soprattutto rispetto al legno degli alberi.