Se non invertiamo la tendenza, la domanda potrebbe essere del 40% più alta rispetto alle disponibilità. Scopriamo le aziende innovative che lavorano per aiutarci a gestire una risorsa preziosa
Ridurre gli sprechi è oggi una priorità. Non solo per essere sostenibili ma per salvaguardare il nostro pianeta. Nella Giornata mondiale dell’acqua è doveroso ricordare quanto questo bene essenziale sia minacciato costantemente. E non solo dai cambiamenti climatici ma dalle azioni che compiamo quotidianamente dando per scontata questa risorsa così importante. La fotografia scattata qualche settimana fa dall’Osservatorio ANBI annuncia con molta probabilità un’altra estate caratterizzata dalla siccità, così come quella del 2022 (e tante altre passate). L’emergenza idrica è oggi sotto gli occhi di tutti: basti osservare il livello del fiume Po, che a Cremona è oltre sette metri sotto il livello in cui dovrebbe trovarsi in questo periodo dell’anno. La situazione preoccupa tutta la penisola e, in particolar modo, il Nord Italia, che accusa rovesciamenti inferiori rispetto alle medie trentennali di riferimento e scarse nevicate invernali.
Le startup del risparmio idrico
Tra le startup che si occupano di risparmio idrico in questi anni abbiamo avuto modo di conoscere Parapini Agricolture, che grazie all’agricoltura di precisione è stata in grado di limitare i danni dovuti alla siccità, gestendo al meglio le risorse idriche. Allo stesso modo i droni e le immagini dall’alto con telecamere a infrarossi possono aiutare gli agricoltori a individuare dove è meglio irrigare, soprattutto nei vigneti, come insegnano il caso di TerraSharp e i 350 viticoltori della cooperativa Cantina di Venosa, che adoperano un satellite, Sentinel 2, grazie al quale riescono a essere sempre aggiornati su modelli di calcolo che indicano quali e quanti filari annaffiare, potare, concimare.
Prime Foglioline è un’altra startup che vi abbiamo raccontato: coltiva micro ortaggi in idroponica sfruttando l’energia dei pannelli fotovoltaici, la fibra di cocco e un programma informatico di gestione delle coltivazioni. Soluzioni che non possono essere estese ovunque, ma che suggeriscono quanto la tecnologia non sia un vezzo, ma un alleato fondamentale per lavorare meglio in caso di siccità. EF Solare, operatore nel fotovoltaico italiano, sta sviluppando, insieme alle serre fotovoltaiche gestite da Le Greenhouse, modelli di agrivoltaico 2.0 a consumo di terreno nullo, con pannelli solari ad inseguimento e innovative soluzioni di irrigazione da remoto (che garantiscono anche in questi impianti una notevole riduzione di consumo d’acqua) e di monitoraggio per l’efficienza degli impianti, della resa agricola e per la tutela della biodiversità (anche attraverso arnie intelligenti che monitorano lo stato di salute delle api). Le serre di Le Greenhouse, infatti, sono capaci di ospitare, ad oggi, 18000 piante di agrumi coltivate con il 70% di acqua in meno.
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Lualtek permette di ridurre le risorse idriche ed elettriche gestendo il campo da remoto senza la necessità di cavi, copertura Internet o lavori di ristrutturazione e installazione. Poi xFarm Technologies offre una piattaforma digitale per supportare il lavoro di 110mila aziende agricole in oltre centro paesi del mondo. ScalaBox Farm, startup dell’Emilia Romagna che permette di avere sempre e ovunque, in mare aperto come in città, verdure fresche biologiche prodotte in modo sostenibile dando una nuova vita ai container navali inutilizzati che, ricondizionati, diventano il luogo ideale dove coltivare ortaggi, micro-ortaggi e funghi in idroponica e in vertical farm. Infine, SmartIsland che, tramite il robot Daiki, permette di effettuare una telediagnosi delle coltivazioni di oltre 2000 ettari in tutta Italia risparmiando il 45% di acqua e il 35% di fertilizzante.
L’allarme della Commissione Europea
L’Osservatorio dell’ANBI, in un report sulla siccità in Europa pubblicato dalla Commissione europea segnala «un grave rischio di siccità per l’approvvigionamento idrico pubblico per oltre 3 milioni di persone. A ciò si aggiunge il rischio di impatti sull’agricoltura. La mancanza di precipitazioni sta riducendo le portate fluviali (dal 30 al 70% circa in meno rispetto alla media) e l’accumulo nei maggiori laghi (dal 40 al 15% di riempimento) del Nord Italia». E, in particolar modo, il livello dell’acqua del Po è «inferiore al minimo storico». A Torino la portata d’acqua è pari a 15,7 metri cubi al secondo «contro un valore medio dello stesso periodo di oltre 60 m3/s» mentre alla foce del fiume che si trova in località Pontelagoscuro (provincia di Ferrara), «la portata è prossima al limite inferiore per contrastare l’avanzamento del cuneo salino», si precisa nel paragrafo del Report dedicato all’Italia.
La Giornata dell’Acqua, che si celebra dal 1992, serve a ricordarci proprio questo: non sprecare perché se andiamo avanti così, secondo le stime, tra qualche anno potremmo avere una domanda di acqua dolce del 40% più alta rispetto alla disponibilità. «Falliremo sul fronte della lotta al cambiamento climatico se non riusciamo a risolvere il problema acqua. E se così fosse, falliremo anche per ogni Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG)», si legge nel rapporto Turning the Tide – A Call to Collective Action della Global Commission on the Economics of Water: «Nessuno di noi, nessun luogo, nessuna economia o ecosistema verrà risparmiato». Il più importante passo avanti da fare è gestire l’acqua come un bene comune, garantendone l’accesso come diritto e assicurandoci che tutti i Paesi mettano davvero in pratica tutte le misure necessarie per non sprecarla. In questa direzione va anche la tecnologia. Sono sempre di più, infatti, le startup che si occupano proprio di ridurre l’impronta idrica in favore della sostenibilità.
Quanta acqua sprechiamo in Italia
Secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio Waste Watcher International, l’impronta idrica dello spreco alimentare in Italia vale 140 miliardi di litri d’acqua, una stima quantificabile in 280 miliardi di bottiglie da mezzo litro (64,4 milioni di km, circa 1.600 volte il giro della terra). In alcuni comuni piemontesi e lombardi vengono già utilizzate le autobotti per contrastare la mancanza di acqua, con le precipitazioni che si sono ridotte dell’85% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato e il livello di riempimento dei maggiori laghi italiani è ai minimi storici per il periodo. Secondo l’ANBI, almeno 3,5 milioni di italiani non possono più dare per scontata l’acqua del rubinetto, vivendo in zone a rischio siccità elevato o estremo ed è stato lo stesso Governo a istituire una task force ad hoc per la gestione dell’emergenza idrica.
A soffrirne sono anche le coltivazioni, il bestiame, l’agricoltura. Da tempo, infatti, gli agricoltori e gli allevatori chiedono a gran voce l’aumento degli invasi. Un richiamo che spesso resta inascoltato mentre nelle case degli italiani si conta sempre più cibo – e acqua – sprecata. Sempre secondo l’Osservatorio Waste Watcher, infatti, tutta la produzione italiana di acqua in bottiglia si attesta a 14,5 miliardi di litri, quasi di dieci volte inferiore all’impronta idrica dello spreco alimentare domestico in Italia. Se equiparassimo l’acqua usata nella produzione di cibo a quella usata in casa, di cui paghiamo le utenze, arriveremmo ad una cifra incredibilmente alta, pari a 367,276 milioni di euro. Per ovviare a questa situazione riciclare, risparmiare e non sprecare diventano le parole d’ordine.