«Le nostre scelte dipendono dalle nostre visioni del mondo. Fino a qualche decennio fa si riteneva che il nostro modo di agire e prendere le decisioni fosse “razionale” e dipendesse dalle nostre conoscenze. Quindi, si pensava che per modificare i comportamenti della gente bastava colmare un gap di informazioni. Oggi questo paradigma si è dimostrato inefficace. Le nostre decisioni non sono guidate dai dati, ma da un’altra serie di considerazioni che hanno a che fare con valori e visioni del mondo». Così afferma Gaia Contu, ventisettenne abruzzese di nascita e globetrotter per formazione. Oltre i luoghi comuni e le percezioni c’è tanto da scoprire. E c’è chi come lei prova a studiarlo. Di più, a decodificarlo.
Gaia era a L’Aquila, sua città natale, nei giorni tremendissimi del terremoto del 2009 che ha seminato morte e distruzione. Oggi è una delle divulgatrici scientifico-filosofiche più seguite sui social e online. Un percorso che unisce i puntini, legando mondi diversi. Infatti Gaia è laureata in fisica e in filosofia della scienza, ha conseguito un master in comunicazione della scienza alla SISSA di Trieste e ha collaborato con Rai Cultura. Attualmente è dottoranda in etica della robotica alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. La divulgazione la fa dal vivo e sui social, in particolare su Instagram, YouTube, TikTok. Si occupa di filosofia della scienza, bioetica, logica, società, attualità e curiosità scientifica. E prova ad aiutarci a sfatare alcune credenze. «La filosofia e la scienza sono pensieri intimamente connessi e contribuiscono in modo inscindibile al tentativo umano di dare ordine all’insieme complesso e meraviglioso dell’universo», precisa Gaia, che si occupa di etica della robotica e di scienze comportamentali. «Quello che decidiamo di fare o non fare per la crisi climatica parte dal contesto nel quale si vive, dal condizionamento che si subisce. A contare sono valori e visioni del mondo. Ad esempio nelle decisioni che prendiamo costantemente nella vita quotidiana ha una grande forza la mimesi sociale, come i meccanismi di identificazione in uno specifico gruppo», dice Gaia.
Gaia, nella tua attività di divulgazione cosa rappresentano i social?
Certamente sono un punto di contatto fondamentale con la mia community, che è anagraficamente e come formazione trasversale. Online unisco il mio percorso tra scienza e umanesimo, propongo un pensiero critico.
Che risposta hai dalla community?
Intanto la community è attiva. Faccio spesso eventi dal vivo e sono grata a chi partecipa: incontro persone geniali nel mio lavoro.
Ci sono differenze nell’utilizzo delle varie piattaforme?
Parto dal presupposto che il mio pubblico è generalista. Su Instagram i contenuti che presentano si sviluppano in pillole e ci sono persone curiose che ritengono piacevole la conoscenza in generale. Su YouTube invece il target è più di nicchia, in quanto i video sono più lunghi e ai contenuti si avvicinano persone maggiormente interessate alla scienza e alla filosofia.
Sei nata nel 1996. Da bambina i social iniziavano a diffondersi. Tu cosa volevi fare?
Avevo un sogno nel cassetto. Come molte bambine, volevo diventare veterinaria.