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Durante la Biotech Week 2021, l’incontro dedicato a donne e biotecnologie ha evidenziato un binomio virtuoso per la sostenibilità del futuro
La live “Donne per il biotech, biotech per il futuro”, presentata dalla giornalista scientifica Simona Regina lo scorso primo ottobre, ha reso protagoniste le donne che stanno puntando sulle biotecnologie per portare sviluppo e innovazione nel nostro Paese.
Anche quest’anno, l’associazione Women & Tech, che punta a valorizzare il talento femminile nella ricerca, nella tecnologia e nell’innovazione, ha partecipato alla Biotech Week con un panel di sole donne.
L’incontro, inserito all’interno del progetto “Ready4Future – New jobs opportunities for young people“, ha illustrato le sfide e le opportunità nel futuro per questo settore, anche e soprattutto per le donne.
Un confronto tra generazioni, che ha visto protagoniste due giovani neolaureate con le loro domande su futuro, innovazione e lavoro. Sono state le donne della ricerca accademica e le imprenditrici dell’industria a far luce sul contributo delle biotecnologie per uno sviluppo sostenibile. E intanto, parlando di economia e sviluppo, hanno permesso di gettare uno sguardo sulle professioni di domani.
Ricerca e innovazione, tra imprese e università
Il particolare momento storico che stiamo vivendo ci ha offerto anche numerose opportunità. PNRR e pandemia hanno accelerato la riflessione sull’innovazione sostenibile, un tema che attraversa la ricerca, le imprese e la pubblica amministrazione.
“Le imprese non possono sopravvivere senza innovazione. Ma senza la ricerca non c’è innovazione. Per cui è importante spingere la ricerca all’interno delle imprese o favorire l’alleanza tra impresa e ricerca pubblica”, ha sottolineato Gianna Martinengo, fondatrice e presidente di Women & Tech.
Le biotecnologie possono essere davvero il ponte tra ricerca e industria, anche e (soprattutto) grazie alla loro trasversalità di applicazione. Il biotech, infatti, sta portando sviluppo e innovazione in vari settori: salute, agricoltura, industria e mare.
“Nelle biotecnologie assistiamo a una contaminazione di settori. In più, sono tecnologie abilitanti, cioè forniscono strumenti per trovare soluzioni capaci di traghettarci verso un futuro sempre più sostenibile”, ha commentato Lucia Gardossi, professoressa di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche dell’Università di Trieste.
La pianificazione del Green Deal, con investimenti notevoli in ricerca e innovazione, e il PNRR italiano, favoriranno anche la collaborazione tra diversi comparti, come l’università e l’impresa.
E ci saranno anche nuove possibilità di impiego, tanto nella ricerca quanto nelle nuove figure professionali.
“I giovani devono entrare nelle università per contribuire tramite la ricerca alla costruzione di un futuro sostenibile”, ha continuato Gardossi. “E poi abbiamo bisogno di formare nuove figure nel campo dei rifiuti, della sicurezza ambientale, delle certificazioni di sostenibilità e nell’ambito dell’eco-design”.
I lavori del futuro
“L’80% delle aziende biotech sono micro o piccole imprese, e il 20% delle startup sono biotech. Questo contesto ci descrive un fermento legato a un bisogno irrisolto”, ha spiegato Elena Sgaravatti, Vicepresidente di Federchimica Assobiotec e imprenditrice di Plantarei, tratteggiando il panorama delle aziende biotech in Italia.
Sgaravatti è fortemente convinta della forza delle startup, perché “possono giocare un ruolo chiave nell’introdurre innovazione, in settori caratterizzati da aziende più grandi e affaticati dalla burocrazia”. Oggi, tra l’altro, la carriera dello startupper è un percorso sempre più perseguibile perché ci sono offerte formative e di sostegno, e c’è la volontà di creare un ecosistema che facilita l’innovazione.
Le biotecnologie, trasversali ed esposte a contaminazioni
Le donne impegnate nel settore biotech potranno contribuire tanto all’innovazione quanto allo sviluppo sostenibile del Paese. Le biotecnologie sono un metasettore che tocca ambiti tra loro anche molto diversi. Per avere la capacità di spaziare in un campo così vasto occorre “acquisire competenze e la capacità di fare connessioni rapide, associando tecniche, conoscenze e know how, che provengono anche da comparti diversi”, ha continuato Sgaravatti.
Lo stesso slogan del G20, One Health, ci fa capire come uomo e ambiente siano connessi da un legame imprescindibile. “Ed è proprio il legame tra le aree delle biotech che sarà in grado di fornirci una visione più nitida per uno sviluppo sostenibile”.
Ce lo ha dimostrato la pandemia da Covid-19. “Stiamo assistendo a zoonosi sempre più frequenti, ovvero al passaggio di patogeni dagli animali all’uomo.. Ecco come salute dell’uomo e del Pianeta sono legate in modo stretto”.
Questa capacità delle biotecnologie di promuovere sostenibilità e innovazione è certamente evidente nell’ambito dell’agricoltura. “Mentre la produzione di cibo è spesso associtata alle emissioni di gas serra, di fatto è anche lo strumento più importante che abbiamo per mantenere il Pianeta in salute. Infatti, le tecniche di evoluzione assistita (TEA) saranno molto importanti per rendere l’agricoltura più produttiva, ma anche più sostenibile per l’ambiente”.
Contribuire alla ricerca
Nel dibattito sono intervenute anche due giovani studentesse: Alessia Soru, biotecnologa industriale, e Beatrice Meneghetti, biologa marina. Entrambe sono Ambassador di Women & Tech e hanno chiesto quale sia il modo migliore per inserirsi nel mondo del lavoro.
“A volte la ricerca innesca la nascita di spin off e startup. Ci sono filoni di specializzazione e innovazioni che possono essere complementari alla ricerca, e acquisire competenza in questi ambiti può essere una strada”, ha spiegato Sandra Hochscheid della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Sono esperti in modelli statistici, sensoristica, miniaturizzazione o apparecchi elettronici, le nuove figure che si faranno strada nel mondo della ricerca.
Secondo Lucia Gardossi, nel momento della scelta del proprio percorso di ricerca “occorre unire il cuore alla testa: scelte e passioni possono essere diverse e, sulla base di queste forze, occorre fare investimenti diversi e pianificare un percorso di formazione molto rigoroso, mettendosi sempre nella condizione di poter scegliere e di affidarsi a un buon mentore”.
Vale anche nel caso degli Young Ambassadors, gruppo nato per diventare mentori dei più giovani. Soru, innamorata delle biotecnologie, è convinta che per renderle attraenti sia necessario farle conoscere, soprattutto ai più giovani. Per questo ha inaugurato la rubrica Spill the ste(A)m, un canale Instagram per far conoscere scienza, arti umanistiche e tecnologie digitali.
Partecipare all’innovazione delle imprese
Per entrare nel mondo delle imprese, invece, Elena Sgaravatti ha parlato della necessità di lavorare sempre con grande passione. Ma anche la leva etica, credere in quello che si fa, è importante. “Cercate di circondarvi di mentori, senior e colleghi che hanno maggiori competenze. E prestate attenzione al momento in cui avete smesso di imparare in un determinato ambiente. Quello è il momento di uscirne per mettersi in gioco, crescere e continuare a imparare”.
Ecco, la capacità di accettare le sfide e magari anche i fallimenti. Sgaravatti è certa che il PNRR darà tante chance per poter cambiare e sperimentarsi. Anche perché creerà maggiori opportunità di contatto tra ricerca e impresa, che è in grado di trasformare la conoscenza in innovazione e sostenibilità.
Appuntamento al 9 novembre
Il futuro del lavoro nel settore biotech sarà anche tra i temi al centro del grande evento finale del progetto “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia”, promosso da Assobiotec Federchimica con il supporto di StartupItalia, che si terrà a Roma, il 9 novembre. Il progetto concluderà il suo percorso con una giornata evento, che potrà essere seguita anche in diretta streaming sulle piattaforme di StartupItalia e Assobiotec.
Un evento, finalmente anche in presenza, per parlare di come l’innovazione sia necessaria per guardare a un futuro più sano e sostenibile per noi e per il pianeta che ci ospita. Ma anche di come l’innovazione biotecnologica possa costituire una delle leve strategiche per il rilancio economico e occupazionale del nostro Paese.
Tanti gli ospiti e le testimonianze di grande valore, come:
Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia;
Giorgio Metta, direttore scientifico IIT;
Alec Ross, esperto di politiche tecnologiche e dell’innovazione, imprenditore, autore di “I Furiosi Anni Venti”, consulente dell’Amministrazione Obama;
Sara Roversi, fondatrice Future Food Institute;
Marco Simoni, presidente Fondazione Human Technopole;
Alessandro Vespignani, Sternberg Distinguished University Professor, Northeastern University;
Roberta Villa, giornalista e divulgatrice scientifica.
Per tutto il giorno, inoltre, nel foyer dell’Auditorium sarà aperta una Biotech Lounge, dove startupper, ricercatori e studenti potranno entrare in contatto diretto con il mondo del biotech e presentare la propria startup, dialogando con:
Assobiotec e i referenti di imprese associate, che hanno già dato conferma, come Abbvie, Alexion, Alfasigma, BMS, Diasorin, Gilead, Irbm, NcNbio Novamont, Roche, Rottapharm Biotech, Sanofi, Takeda, Takis Biotech, UCB Pharma;
Invitalia, Agenzia nazionale per lo sviluppo;
Jobadvisor, società che si occupa di orientamento al lavoro e alla formazione per studenti universitari, giovani laureati e joung professional;
StartupItalia, la più grande community dell’innovazione, per scoprire in anteprima come entrare in UpBase, la prima piattaforma italiana che favorisce l’incontro tra startup e investitori;
Women & Tech, Associazione Donne e Tecnologie.
L’evento, infatti, sarà aperto anche al pubblico, che potrà registrarsi a questo link su Eventbrite.
“La scienza che verrà, il lavoro che sarà”
Diversi i talk che si susseguiranno nel corso della giornata evento. Tra questi, è previsto quello dal titolo “La scienza che verrà, il lavoro che sarà”, nel quale sarà presentata l’indagine “Quale futuro per le competenze nel settore biotech?”, a cura di EY, Frezza&Partners, ManpowerGroup. È un talk che si compone di due momenti: il primo con Alessandro Testa, Jefferson Wells Director – ManpowerGroup, e Carlo Chiattelli, Associate Partner – EY Advisory; il secondo, invece, con un focus su cosa cercano e cosa stanno facendo adesso le imprese sul fronte del capitale umano.
Un momento, questo, che vedrà coinvolti Marcello Cattani, Presidente e Country Lead di Sanofi Italia; Amelia Parente, Direttore HR e Trasformazione di Roche Italia; Germano Albano, Group HR Manager – Selezione Formazione Sviluppo di Novamont; Maria Carla Gilardi, delegata del ministro dell’Università e della Ricerca.