A Follonica, nel cuore della Maremma, un progetto a minimo impatto e riutilizzo di materiali precedenti ha trasformato le strutture Cariplo in un albergo diffuso immerso fra i pini, con affaccio sull’isola d’Elba
Un complesso di ex colonie immerso in un parco naturale di cinque ettari sulla costa toscana appena a Nord di Follonica, in provincia di Grosseto, a due passi da Torre Mozza. Riconvertito architettonicamente in un resort 4 stelle superiore. Inaugurato lo scorso anno, il The Sense Experience Resort mette il turbo solo quest’anno e costituisce un esempio notevole delle possibilità di recupero dei complessi costieri di cui tutta Italia, e in particolar modo la Toscana, sono ricchi: in questo caso si tratta della trasformazione delle ex colonie Cariplo, costruite negli anni Sessanta, in una struttura pur sempre di villeggiatura ma di tutt’altro genere. Con un investimento del Gruppo Ficcanterri – che ha acquistato l’immobile a fine 2016 – e con la volontà di conservare la sagoma e la posizione dei fabbricati originali che sono stati riorganizzati negli ambienti, pur rimanendo fedeli all’impianto esistente. Impatto minimo, insomma, e massima resa.
Il recupero, le piante secolari, le dune
Il progetto architettonico della facciata è dominato dal bianco e da specchiature a mosaico verde acqua, con materiali recuperati dal precedente progetto edilizio e utilizzati per le decorazioni esterne, rispecchiando il verde della pineta circostante e del mare adiacente. L’intera proprietà è, inoltre, caratterizzata da un grande portale ad unica campata di 14 metri che dà il benvenuto agli ospiti. Nel parco, piante e gli alberi secolari accompagnate da nuove attente piantumazioni, circondato da dune di sabbia riqualificate e conservate, che proteggono la spiaggia privata, proprio a ridosso del parco di pini marittimi.
La filosofia: immersione naturalistica ed esperienziale
La filosofia del The Sense è appunto offrire, nonostante la posizione a pochissimi minuti dal centro di Follonica e dalla via Aurelia – dunque una vera porta d’accesso alla Maremma Toscana, negli ultimi anni territorio al centro di un’autentica riscoperta – un’esperienza totalmente immersiva, anche grazie all’affiliazione al circuito Preferred Hotels & Resort tra le Collection Lifestyle. Materiali, sapori locali, suoni della natura e del golfo di Follonica, l’isola d’Elba e il suo satellite Cèrboli proprio di fronte. Basti pensare che il servizio di concierge tradizionale è stato sostituito con l’Experience Specialist che assicura a tutti gli ospiti un soggiorno oltre le aspettative.
Il cibo
Due i ristoranti: quello centrale, battezzato Dimorà, e la novità 2021, Eatè: per un’esperienza fine dining guidata dallo chef Franco Manfredi direttamente sulla spiaggia in una location suggestiva. C’è poi il dehor, nella piazza principale o direttamente con i piedi nella sabbia sotto al proprio ombrellone, così come sorseggiare un cocktail preparato al Mixology Bar, il Red Rabbit.
Il progetto di riqualificazione
Il resort è composto dai cinque edifici delle ex colonie da cui sono state ricavate 112 camere tra Deluxe, Superior e Suite tematiche di diverse tipologie (ad esempio la One Bedroom Suite vista mare, 50mq di lusso, e la Deluxe with Jacuzzi – dotata di un letto matrimoniale king size e vasca idromassaggio) ideali per ogni esigenza. Oltre alle soluzioni Comfort, dalla piccola metratura a budget contenuto, e le Two Bedroom Suite vista mare, attrezzate con soggiorno e vasca idromassaggio esterna. Del progetto StartupItalia ha parlato con l’architetto David Fantini dello studio EffeEffe, che si è occupato della riconversione.
Cos’erano le colonie Cariplo che sono state riqualificate e che ruolo avevano nel tessuto sociale del territorio maremmano?
“La ex Colonia Cariplo era una struttura estiva per i bambini dei dipendenti degli istituti bancari che si sono alternati nella proprietà. Di fatto il rapporto con la città è stato legato ai lavoratori stagionali, che sono stati occupati nella struttura: la colonia era una sorta di isola, circondata da un piccolo canale e dal mare, a cui accedevano solo i fruitori estivi. Oggi, seppur resort privato, si apre alla città grazie a iniziative, quali presentazioni di libri, incontri, dibattiti, la valorizzazione delle rete di offerta turistica integrata (R.O.T.I.), ecc. Aggiungo che il tipo di utenti della colonia (appunto bambini) di fatto restava dentro la struttura, dove aveva la sicurezza necessaria e i servizi sufficienti. I nuovi utenti, invece, frequentano la città di Follonica e il suo intorno, gli eventi che si svolgono nel territorio, le attività commerciali, i ristoranti, la passeggiata, ecc”.
Quali metodi degni di nota avete usato per la riqualificazione degli edifici?
“La ristrutturazione è basata su un sistema “a secco”, unito a una struttura prefabbricata. Questo ha permesso di effettuare le lavorazioni lontano dal cantiere (luogo ambientalmente delicato) in merito alla struttura e di operare con i sistemi più innovativi sul tema involucro (ottenendo una struttura fortemente passiva, con grande risparmio energetico, altamente prestante dal punto di vista acustico). L’ambiente dunale è stato oggetto di un restauro paesistico, con la messa a dimora di specie tipiche, naturalizzando la massicciata presente lungo il fronte mare. La pineta è stata manutenuta con nuovo impianti, potature, irrigazione”.
Quali sono gli aspetti di sostenibilità della struttura
“La sostenibilità è garantita da un sistema impiantistico basato su pompe di calore (le più performanti in materia di risparmio energetico) unite ad un sistema scambiatore, che permette di riscaldare la piscina sfruttando l’energia che andrebbe dispersa dalle macchine per il condizionamento. Ancora, un sistema per la desalinizzazione, evita di utilizzare l’acquedotto pubblico. Infine, sono stati applicati i metodi innovativi per la gestione dell’acqua di pioggia (SuDS – sustainable urban drainage systems), che permettono di non convogliare l’acqua nelle fognature, ma di utilizzarla per l’irrigazione e per la ricarica della falda acquifera (tema importantissimo in termini ambientali in una zona come questa, a rischio cuneo salino)”.