«Come avrete sentito, di recente i socialisti del Galles hanno imposto un limite di velocità di 20 miglia orarie (poco più di 30 km/h, ndr) su tutte le strade residenziali. E poi, dopo che mezzo milione di persone – cioè quasi tutti – hanno firmato una petizione, il politburo ha fatto marcia indietro, dicendo che i limiti sarebbero stati decisi dalle autorità locali». Con la sua consueta passione per il confronto dialettico e aspro, Jeremy Clarkson è entrato a gamba tesa anche sul tema città e zone 30, ovvero quelle dove la politica stabilisce il limite di velocità massimo a 30 km/h. Di solito in prossimità di scuole o parchi.
Perché Clarkson se la prende coi limiti di velocità?
Dopo essersela presa con un modello d’auto che segnala acusticamente quando viene superato il limite di velocità segnalato dai cartelli stradali, il giornalista britannico ed ex volto di Top Gear e The Grand Tour ha criticato le politiche ambientali che in diverse capitali europee sono state implementate negli ultimi anni per ridurre il numero di incidenti e migliorare le condizioni della vivibilità di strade e quartieri. Per recensire auto, ha detto il conduttore, queste regole gli renderebbero impossibile il lavoro.
Una delle città in Europa che ha introdotto la città 30 è stata Parigi, con la sindaca Anne Hidalgo, che ha pedonalizzato e tolto spazio alle auto; in Spagna c’è l’esempio di Bilbao; Oltremanica la stessa Londra, governata dal sindaco Khan ha esteso le zone con limite di velocità. Nel nostro Paese ha fatto discutere per mesi l’introduzione della città 30 a Bologna. Milano sembra intenzionata a seguirne il modello.