Secondo i dati che emergono dal Libro Bianco 2024 Valore Acqua per l’Italia redatto da The European House e Community Valore Acqua per l’Italia, la popolazione mondiale oggi è sempre più esposta agli impatti del cambiamento climatico. Pertanto, garantire a tutti l’accesso a un approvvigionamento idrico sicuro e affidabile è una sfida cruciale, considerando anche che un considerevole numero di persone nel mondo non ne ha tuttora disponibilità. Ma in particolare dove manca l’acqua? E che cosa fare per cercare di colmare il divario?
Dove manca l’acqua?
In particolare, da quanto si apprende dal report:
— Tra il 15% e il 25% della disponibilità globale di acque sotterranee si è ridotta dall’inizio del secolo;
— Un bambino su cinque non ha a disposizione abbastanza acqua per soddisfare i suoi bisogni fondamentali, inclusi quelli igienici e sanitari;
— Circa 2 miliardi di individui vivono in contesti privi di strutture che garantiscono un accesso sicuro all’acqua. Di questi, 1.2 miliardi sono privi di servizi di base per accedere a questa risorsa;
— Otto persone su dieci che non hanno accesso a un servizio di acqua potabile di base vivono in aree rurali e circa la metà in Paesi in via di sviluppo.
Il crescente stress sulla risorsa acqua contribuisce a posizionare la crisi idrica tra i principali rischi a livello globale. Il World Risk Report, infatti, riconosce le crisi idriche nella categoria dei grandi rischi globali caratterizzati da alta probabilità e alto impatto sulla popolazione mondiale, strettamente correlate ad altre variabili di rischio: perdita di biodiversità, fallimento dell’azione per il clima e condizioni meteorologiche estreme.
Secondo i dati dell’International Panel on Climate Change, circa il 50% della popolazione mondiale risiede in aree ad elevata vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Nel corso dell’ultimo decennio, i decessi causati da eventi meteorologici estremi, come inondazioni, siccità e tempeste, sono stati 15 volte superiori nelle regioni ad alto rischio.
Che cosa è successo nel 2023?
Il 2023 è stato un anno caratterizzato da molteplici crisi climatiche a livello globale- La causa di tali eventi climatici estremi è da rintracciarsi nel cambiamento del clima, esacerbato quest’anno dal fenomeno climatico di El Niño, un fenomeno periodico che si presenta con una cadenza che va dai 2 ai 7 anni e che ha una potenza tale da cambiare la temperatura globale al suo passaggio: quando la superficie dell’Oceano Pacifico registra forti incrementi di temperatura per un certo periodo di tempo, e in assenza di venti stabilizzatori, la circolazione oceanica si indebolisce e cambia direzione.
Tra gli eventi climatici estremi che hanno segnato il 2023 si ricordano:
— Gli incendi in Canada: la stagione degli incendi, che solitamente si verifica nel mese di maggio, è iniziata con due mesi di anticipo. Il 2023 è stato l’anno più distruttivo per gli abitanti e la fauna selvatica, facendo registrare 3,7 milioni di ettari di foreste (secondo il Ministro della Salute Pubblica Canadese), dando vita a una nube arancione che per qualche giorno ha avvolto la città di New York;
— Le temperature estreme in Afghanistan: come uno dei Paesi più vulnerabili al cambiamento climatico, l’Afghanistan ha registrato temperature estreme: se a gennaio 2023 le temperature hanno toccato una minima di -34°C, allo stesso tempo, la persistente siccità ha causato devastanti inondazioni nel mese di giugno 2023, mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare del Paese;
— La siccità e le inondazioni in Somalia: per il quinto anno consecutivo, la Somalia ha saltato la stagione delle piogge. Tuttavia, a fine ottobre 2023, il Paese è stato vittima di inondazioni, distruggendo abitazioni e infrastrutture. Con oltre 700mila sfollati, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza;
— La tempesta Daniel in Grecia: nei mesi estivi del 2023, la Grecia è stata vittima di violenti incendi, che hanno costretto migliaia di residenti e turisti a evacuare le isole greche. A settembre 2023, una serie di inondazioni hanno colpito la Grecia e i Paesi limitrofi – Bulgaria, Turchia, Libia;
— L’inondazione della Libia: a causa della tempesta Daniel, le massicce inondazioni in Libia hanno provocato ingenti danni, con oltre 4mila persone che hanno perso la vita. A Derna, sono stati contati oltre 30mila sfollati;
— Gli incendi alle Hawaii: nel mese di agosto 2023, gli incendi sulle isole di Maui e Big Island sono stati tra i più letali degli ultimi 100 anni negli USA. Le fiamme hanno distrutto gran parte di una città moderna come Lahaina;
— Il ciclone Mocha in Bangladesh e Myanmar: a maggio 2023, con ra che di vento fino a 210 km/h, il ciclone Mocha ha causato distruzione e morti nel golfo del Bengala;
— L’uragano Otis in Messico: negli ultimi anni, a causa delle acque più calde correlate ai cambiamenti climatici, si è assistito ad una rapida intensificazione di questo fenomeno, che si è trasformato in un uragano di categoria 5 (la più forte in assoluto della scala S r-Simpson);
— Il tifone Doksuri in Filippine, Cina e Taiwan: nel mese di luglio 2023, nelle Filippine una tempesta tropicale si è trasformata in un tifone, per poi spostarsi in Cina e Taiwan, provocando morti e l’evacuazione di migliaia di persone;
— Il ciclone Freddy in Madagascar, Mozambico e Malawi: tra febbraio e marzo 2023, il ciclone ha colpito l’Africa meridionale due volte in un mese, provocando 400mila sfollati in questi Paesi.
Secondo i dati di Save the Children, nel 2023 almeno 12mila persone hanno perso la vita a causa degli eventi climatici estremi. A sopportare il peso maggiore della crisi climatica sono i Paesi a basso reddito, da cui proviene oltre la metà delle vittime del 2023. Sono gli stessi Paesi responsabili per meno dello 0,1% delle emissioni mondiali, secondo l’Emissions Database for Global Atmospheric Research (EDGAR) dell’Unione Europea.
Che cosa fare per ridurre il divario?
Per affrontare la sfida del cambiamento climatico, secondo il report di The European House Ambrosetti e Community Valore Acqua per l’Italia, serve un’accelerata azione di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Al fine di contenere l’aumento della temperatura entro 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, è indispensabile attuare una profonda, rapida e significativa riduzione delle emissioni di gas serra in tutti i settori di quasi la metà entro il 2030. Le scelte effettuate nei prossimi anni avranno, infatti, un ruolo cruciale nel plasmare il nostro futuro e quello delle prossime generazioni. In particolare, per raggiungere gli obiettivi climatici globali è fondamentale un aumento dei finanziamenti destinati agli investimenti climatici. In questo contesto, i governi rivestono un ruolo cruciale sia attraverso la definizione di finanziamenti pubblici, che tramite segnali agli investitori. Questi ultimi, insieme alle banche centrali e alle autorità di regolamentazione finanziaria possono contribuire alla causa. Esistono già misure politiche sperimentate e collaudate che possono portare a significative riduzioni delle emissioni e aumentare la resilienza climatica, purché siano estese e implementate su una scala più ampia.
Progetto SETE, come candidarsi?
Restando sul tema, la Regione Puglia ha indetto un bando di concorso per reclutare 100 idee che possano contribuire alla salvaguardia della filiera estesa dell’acqua con il supporto di Acquedotto Pugliese. Il progetto, che si chiama “SETE” è realizzato da StartupItalia in collaborazione con Regione Puglia, Acquedotto Pugliese (AQP) e l’Ufficio italiano per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO ITPO Italy).
I team potranno inoltrare l’application fino al 14 ottobre; entro novembre le 100 idee più convincenti saranno selezionate e verranno presentate in un paper dedicato; le migliori 10 idee imprenditoriali saranno presentate all’evento conclusivo del 27 novembre a Bari, presso la Nuova Fiera del Levante (Centro Congressi) durante Accadueo, la manifestazione internazionale per i professionisti del settore idrico, in programma il 27 e il 28 novembre.