Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, con il ministero delle Imprese e il ministero dell’Economia, ha appena licenziato il decreto che dà attuazione al nuovo tax credit anti-plastica monouso, completando il percorso di una norma che era già in vigore dal 14 gennaio del 2022. Ma che cosa prevede la normativa? E quanto ci guadagnano le imprese?
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Bonus plastica, come funziona il credito d’imposta
Il ministero ha a disposizione messo un credito di imposta del 20% (fino a un massimo di 10mila euro), per coprire le annualità 2022, 2023 e 2024. L’agevolazione può essere richiesta dalle imprese (principalmente della ristorazione) che acquistano e utilizzano prodotti come tazze, bicchieri e contenitori per alimenti in plastica (l’elenco completo si trova nell’allegato del Dlgs 196/2021). Sono ammissibili al contributo le spese sostenute tra il 15 gennaio 2022 e il 2024. Alcuni prodotti avranno un regime premiale e partiranno avvantaggiati: sarà il caso di tutti quelli «destinati a entrare in contatto con gli alimenti». Se avanzeranno risorse, potranno essere ammessi al tax credit anche prodotti come cotton-fioc e palloncini.
Bonus plastica, come ottenerlo
Per richiedere l’agevolazione, servirà un’autocertificazione sulle spese, firmata dal presidente del collegio sindacale, da un revisore legale o da un professionista abilitato: in questo documento bisognerà specificare che i prodotti siano stati effettivamente utilizzati. Oltre a questo, bisognerà anche allegare la certificazione «che i prodotti acquistati sono riutilizzabili o realizzati in materiale biodegradabile e/o compostabile, certificato secondo la normativa Uni En 13432:2002». Tutto questo materiale dovrà essere trasmesso attraverso un’istanza telematica. Lo sportello sarà gestito da Invitalia.