«La criticità che riguarda il Delta del Po è rappresentata dalla risalita del cuneo salino. Nelle scorse estati si è verificata una situazione drammatica: l’acqua del mare è risalita di 40 km lungo il fiume, danneggiando l’agricoltura e i rami del Delta. Il rischio peraltro era di irrigare con acqua salata. Da quel momento di crisi abbiamo deciso di lanciarci su questo progetto». Paolo Tarolli, professore di Idraulica Agraria all’Università di Padova, è a capo di un team che vuole proporre soluzioni contro la siccità e i cambiamenti climatici alla portata dei piccoli agricoltori. StartupItalia lo ha intervistato in un momento in cui la siccità non impensierisce l’opinione pubblica, anche alla luce delle piogge abbondanti delle scorse settimane. Questo, va da sè, non significa che i problemi non possano tornare ora che l’estate si avvicina. Torneranno eccome.
Come prevenire i danni della siccità?
Il progetto del professor Tarolli ha al momento l’unico obiettivo di fare ricerca per proporre un sistema di monitoraggio nel medio termine. «Siamo partiti con l’idea di quantificare il fenomeno della risalita del cuneo salino, sfruttando sensori. Vogliamo capire che impatto ha il fenomeno sulle culture e produrre una mappa di pericolosità e di rischio che al momento manca». Per aver chiaro l’impatto dei danni si è fatto ricorso anche all’utilizzo dei droni.
A guida di un team di ricerca, il docente ha inserito sensori nei terreni di alcune aziende del Delta del Po, con l’obiettivo di misurare la salinità del suolo. L’intrusione di acqua salata in zone simili costituisce una minaccia per la resa dell’agricoltura e con fenomeni di siccità sempre più estremi il pericolo è che questa fetta di territorio debba rinunciare a zone coltivabili.
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Un sistema integrato
«Mentre eravamo impegnati su questo progetto legato ai sensori, ho pensato che il medesimo lavoro potesse essere agganciato a un’altra iniziativa che stiamo portando avanti. Si tratta di un’app finanziata da un progetto europeo che servirà ai piccoli agricoltori». La piattaforma verrà rilasciata nei prossimi anni, ma come ci ha spiegato Tarolli parte da un concetto base di utilità: fungere da supporto per gli imprenditori. «Nell’app inseriremo i dati disponibili, dal clima alle informazioni sul suolo». Dati che possono aiutare a prendere le decisioni migliori in vista di un periodo di siccità.
A completare questo ventaglio di soluzioni agritech, che al momento resta un progetto di ricerca in costruzione, non poteva mancare l’intelligenza artificiale. Grazie alla collaborazione di un dottorando, il professore Tarolli ha verificato la fattibilità di un indice di aridità integrato capace di quantificare l’impatto della siccità agricola. Tutto tramite l’AI che elabora dati satellitari, restituendo un’informazione potenzialmente preziosa, utile a capire come intervenire anche qualche settimana prima che la situazione peggiori.
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Costruire barriere anti-sale nel Delta del Po
Una delle soluzioni strutturali per affrontare l’emergenza della risalita del cuneo salino nel Delta del Po è stata individuata nella costruzioni di barriere, non così diverse da quelle del Mose a Venezia. «Una sorta di diga», l’ha descritta Tarolli, in grado di proteggere l’agricoltura dall’intrusione dell’acqua salata là dove minaccia i terreni. Un anno fa il ministero delle Infrastrutture ha confermato che le risorse stanziate sfiorano i 20 milioni di euro per costruire l’opera. I periodi di siccità, come si legge sulla stampa locale, rappresentano purtroppo una nuova normalità per il Delta del Po e dunque sarà opportuno far sì che opere così ambiziose funzionino al meglio.