Un vasto repertorio di citazioni e aforismi sottolinea l’importanza del coraggio e della perseveranza. Anche di fronte a ostacoli che sembrano insormontabili e apparentemente impossibili da superare, il suggerimento rimane lo stesso: combattere fino alla fine, dare tutto sé stessi, senza mai arrendersi anche di fronte a tanti no. Come dimostra il percorso verso il successo letterario di Stephen King, costellato da fallimenti, ostacoli, malattie e lezioni conquistate a caro prezzo. «Il chiodo nella mia parete non avrebbe più retto il peso delle lettere di rifiuto che avevo appeso», ricorda lui stesso. Ma il peso di quei rifiuti non gli ha comunque impedito di provarci ancora, ancora, e ancora. Da bambino King coltivava una vivida immaginazione e un grande sogno.
Tutti i rifiuti incassati da Stephen King
Ma qual era il sogno del giovanissimo Stephen King? Quello di diventare uno scrittore professionista. Fu sua madre a incoraggiare la sua passione. Gli dava 25 centesimi ogni volta che scriveva qualcosa di nuovo. Ma già dopo la laurea si rese conto della difficoltà di riuscire a trovare lavoro come scrittore a tempo pieno. Si manteneva con lavoretti umili e non sempre ben pagati: benzinaio, operaio in una lavanderia industriale, bidello. Nel mentre continuava a inviare racconti brevi a riviste e case editrici. Molti dei quali vennero respinti ripetutamente: 60 per la precisione furono i rifiuti ricevuti prima di vendere il suo primo racconto. E oltre 30 i no incassati per uno dei suoi libri più famosi, Carrie.
Il manoscritto di Stephen King salvato dal cestino
Tra il 1967 e il 1974 King ricevette infatti un no da parte di tutti gli editori che avevano ricevuto il libro. Stephen King, allora docente di inglese in una scuola superiore, era al suo quarto libro.
Un libro che faticava a vedere la luce già dalle prime pagine, dal momento che buona parte finivano nella spazzatura. Fu sua moglie ad incoraggiarlo a portare a termine l’opera, letteralmente ripescando le pagine dal cestino. La dedica contenuta nel libro «A Tabby, che mi ha fatto entrare in questo incubo, e poi me ne ha fatto uscire» è un omaggio al suo sostegno incondizionato. King racconta di aver scritto Carrie nella sua casa – roulotte, usando una vecchia macchina da scrivere tenuta in bilico sulle ginocchia. A dimostrazione che non sempre esiste il contesto perfetto per agire. Tuttavia, questo non dovrebbe essere un pretesto e un alibi per non fare e provare.
La tenacia del re dell’horror
Racconta Stephen King: «Avrei sofferto di tosse cronica per i troppi pacchetti di Pall Mall, avrei portato occhiali con lenti più spesse, avrei avuto più forfora, e nel cassetto della scrivania avrei avuto sei o sette manoscritti incompiuti, da tirare fuori e con cui gingillarmi di tanto in tanto, di solito da sbronzo». Piuttosto che piegarsi a quei rifiuti e mettere nel cassetto il suo obiettivo. E in effetti per una parte della sua vita la direzione sembra sia stata questa.
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Consapevole, come dirà lui stesso, che presto o tardi, anche i corridori più veloci devono fermarsi e combattere. Ma anche quando non aveva soldi e riceveva rifiuti, non ha mai perso la passione di raccontare storie. Anzi quel percorso segnato da ostacoli, passi falsi e incertezze sono diventati lo sfondo per le sue storie. Storie di persone comuni che lottano in circostanze difficili. Difficoltà che hanno contribuito a plasmare anche il suo stile letterario, conferendogli un carattere unico e distintivo. «Se non vuoi una cosa dedicati ad altro», scrive King. Ma lo scrittore ha sempre avuto le idee chiare su cosa voleva fare nella vita. E, nonostante i rifiuti, non dubita mai delle sue capacità. La sua è la storia di una persona che non ha mai smesso di fare ciò che amava di più, scrivere. Anche quando editori e agenti letterari mettevano in dubbio il suo talento.
Un inizio in sordina
Carrie all’inizio ha venduto solo 13.000 copie, un risultato che lontano dalle aspettative dell’editore. Impensabile se osserviamo la storia a ritroso oggi che è un bestseller. Il libro ha venduto oltre 1 milione di copie anche grazie all’adattamento cinematografico del romanzo omonimo, qualche anno dopo. Ancora peggio per i due libri i successivi libri che hanno ricevuto recensioni tiepide e vendite modeste. Anche dopo il successo di Carrie, King ha infatti continuato a incontrare ostacoli nel suo percorso professionale.
Se è vero che le persone più talentuose e di successo incontrano ostacoli lungo il cammino, questo rende evidente che i fallimenti non sono sempre e solo frutto di incompetenza. A volte i tempi non sono maturi per le proprie idee, a volte le persone non sono ancora pronte ad accoglierle, a volte non hanno le competenze per valutare il loro valore e il talento di chi le esprime. Stephen King sottolinea però due ingredienti fondamentali che separano il successo dal fallimento: l’importanza della disciplina nel nutrire la creatività. Il suggerimento? Scrivere ogni giorno, qualunque cosa accada. Fissando magari uno stesso orario in cui dedicarsi a questa attività. Moltissimi gli scrittori con la stessa disciplina. John Grisham scriveva quotidianamente alle 5 del mattino prima di correre al lavoro.
Aspettare l’ispirazione con fiducia
«Interrompere un lavoro solo perché è difficile, sia emotivamente che immaginativamente, è una cattiva idea. A volte devi continuare anche quando non ne hai voglia, e a volte stai facendo un buon lavoro quando sembra che tutto quello che stai facendo un compito ingrato da una posizione seduta». E poi non è vero che nell’attesa non accade nulla. Bisogna dare il tempo a un progetto di prendere forma, permettere a una intuizione di evolvere, senza forzarne l’andamento. Bisogna dare la possibilità a un’idea, che oggi è un insuccesso, di trovare un suo spazio domani.
Le 3 regole d’oro
La prima regola è accettare i feeback negativi perché possono offrirci una prospettiva diversa o nuove informazioni per migliorare le nostre abilità, le nostre idee o il nostro lavoro. La seconda regola è costanza. La creatività richiede disciplina, l’innovazione richiede dedizione. Creatività e innovazione non sono frutto di ispirazione occasionale. Senza una disciplina ferrea e un impegno costante nel coltivare e sviluppare le proprie idee, è difficile ottenere risultati significativi e duraturi. La terza regola è scegliere bene i compagni di viaggio. Servono coloro che di fronte a una caduta sono pronti ad applaudire, di fronte a un fallimento non giudicano, che sono felici del successo degli altri come se fosse il loro.
E voi che lezione avete appreso? Se volete raccontarmi la vostra storia di fallimenti e lezioni apprese, scrivetemi qui: redazione -chiocciola – startupitalia.eu