Le potenzialità dell’intelligenza artificiale, il giusto equilibrio fra didattica a distanza e in presenza: le previsioni per il 2023 di Aulab, pmi innovativa del settore edtech, che da quasi dieci anni promuove la formazione online e insegna la programmazione informatica e lo sviluppo software attraverso corsi specializzati
Dove si sta orientando il mondo della formazione? Quali nuove possibilità offrirà in questo settore l’utilizzo delle piattaforme tecnologiche, sdoganato durante la pandemia? Giancarlo Valente, CTO di Aulab, ha provato a rispondere a queste domande, avendo a disposizione un osservatorio privilegiato. La sua azienda è infatti una realtà ormai consolidata nel campo dell’edtech.
Fondata nel 2014 a Bari, si occupa di educazione nell’ambito della tecnologia dell’informazione, la cosiddetta IT, aiutando i suoi studenti nella programmazione e nello sviluppo software. La società ha lanciato Hackademy, un corso online della durata di tre mesi, al quale si sono iscritti migliaia di alunni, focalizzato sullo sviluppo delle competenze necessarie per la professione di sviluppatore web.
I cinque trend edtech del 2023
“Nei prossimi anni, il mondo dell’edtech si servirà di strumenti innovativi non solo per veicolare la didattica, ma anche per elaborare contenuti, così da rendere l’apprendimento multimediale e personalizzato“, commenta Valente. “Le opportunità della tecnologia per il mondo della formazione a distanza sono molteplici, ma l’obiettivo resta consegnare allo studente la migliore esperienza di apprendimento e dalla quale partire per avviare la propria carriera”.
1. Formazione ibrida
Il termine è mutuato dall’espressione inglese blended learning. Indica l’insegnamento misto, in grado di coniugare lezioni a distanza e in presenza. In questo sistema, sottolinea Valente, risulta centrale il concetto di attesa. Tra le principali cause di abbandono dei corsi di e-learning c’è la solitudine dello studente e la conseguente mancanza di interazione e confronto con il docente e i compagni. Sentirsi attesi in classe è uno stimolo a proseguire il percorso.
Motivo per cui le stime di Aulab affermano come l’insegnamento ibrido, che possa unire lezioni in presenza, studio collaborativo e mentorship online, sarà una tendenza in crescita nell’anno appena iniziato. Tra i risvolti positivi di questo metodo, secondo l’azienda, una migliore comprensione degli argomenti tecnici e delle nozioni di base e la possibilità di creare un rapporto tra docenti e alunni.
2. I dati per valutare l’apprendimento
Un altro tratto rilevante dell’applicazione tecnologica al settore educativo, spiega il CTO di Aulab, sta nello sviluppo di sistemi sempre più accurati di analisi dei dati, capaci di consentire all’insegnante di avere una valutazione automatica dell’apprendimento. Per fare qualche esempio concreto, si tratta di strumenti che consigliano esercizi da svolgere in concomitanza di un argomento particolarmente complesso per gli studenti. O, in altre situazioni, in grado di analizzare quanto tempo gli alunni si soffermano o chiedono spiegazioni e un aiuto sui vari argomenti trattati, allo scopo di ottenere informazioni relative ai contenuti più ostici.
I dati, però, possono monitorare anche il digital assessment, ossia l’esperienza che sta vivendo lo studente. Aggiornando su quali e quante lezioni vengono seguite, su eventuali difficoltà a impiegare i materiali e sul livello di interazione con gli altri alunni. In questo senso, l’importanza dell’analisi risiede nella valutazione dell’interesse dei diretti interessati, al fine di migliorare il percorso formativo, qualora ce ne fosse la necessità.
3. Insegnamento su misura con l’intelligenza artificiale
L’AI cambia l’organizzazione della didattica, sostiene Valente. È l’approccio adaptive learning, cioè lo sviluppo di corsi i cui moduli formativi sono proposti a ogni studente in una sequenza che rispecchia gli esercizi che ha svolto in precedenza. Oltre a decidere l’ordine del percorso, l’intelligenza artificiale può valutare le competenze dell’alunno e decidere se fargli saltare o meno alcune lezioni, nel caso in cui abbia già appreso determinate conoscenze.
In modo simile a quanto avviene sulle piattaforme di streaming e le playlist musicali, l’intelligenza artificiale misura il comportamento dello studente e propone un materiale in linea con i suoi interessi e, mettendo in relazione più persone, proporre a gruppi di alunni esperienze didattiche simili. Questa modalità, evidenziano da Aulab, permette di imparare più in fretta e accorciare i tempi dell’apprendimento.
4. Imparare a imparare
Dalla tecnologia alla scienza. Uno dei più importanti aspetti che l’insegnante deve conoscere e saper valutare, evidenzia Valente, è la soggettività dell’apprendimento, che richiede un tempo differente per ogni persona. Per chi fa formazione questo implica conoscere le modalità e i meccanismi attraverso cui gli individui acquisiscono conoscenze e competenze. In altre parole, imparare come imparare.
Nell’ambito delle neuroscienze, ricorda il CTO di Aulab, molti studi incentrati sul funzionamento del cervello suddividono l’apprendimento in due modalità. La modalità focalizzata, attiva quando si legge un testo, e la modalità diffusa, che entra in azione durante il sonno o quando si svolge un’azione meccanica. Come, ad esempio, fare la doccia o andare a correre. Ogni persona ha bisogno di tempo per potersi dedicare a entrambe, la prima per acquisire nuove informazioni, la seconda per processarle.
5. Democrazia della formazione
Le potenzialità dell’edtech non si traducono soltanto nell’applicazione allo studio da casa delle opportunità offerte dai sistemi di analisi e valutazioni dei dati e dall’intelligenza artificiale. Esse, afferma l’esperto di Aulab, possono essere sfruttate per un obiettivo di grande rilevanza: portare la formazione nelle aree del mondo in cui non sono disponibili docenti in presenza. Secondo Valente, la sfida per il futuro consiste nel proseguire il potenziamento della parte interattiva dei corsi. Non per sostituire le lezioni in presenza, ma, specifica, per offrire opportunità a chi, altrimenti, non ne avrebbe.