Forse non lo sapete, ma la storia dietro alle patatine fritte è piuttosto mirabolante. Come reagite di fronte alle lamentele altrui, alle recensioni negative, ai commenti di critica del vostro prodotto o servizio? George Speck, meglio conosciuto come George Crum, lavora come cuoco in un ristorante di lusso a Saratoga Springs.
Preso di mira a scuola a causa del colore scuro della sua pelle, George si rifugia nei suoi passatempi preferiti: caccia e pesca. Presto impara anche a cucinare e scopre di avere talento e ottiene un lavoro presso il lussuoso Moon’s Lake House. La clientela è rinomata, il locale infatti si rivolgeva alle ricche famiglie di Manhattan che organizzavano fughe estive nel nord dello stato.
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La storia delle patatine fritte
Siamo nel luglio 1853 e in sala ci sono numerosi avventori. Tutto sembra andare per il meglio quando uno dei facoltosi clienti richiama l’attenzione del cameriere. Le patatine fritte erano, per il suo palato, troppo spesse e mollicce. Chiede quindi al cameriere di riportarle al cuoco affinché provvedesse a rifarle secondo il suo gusto.
Crum è dispiaciuto per l’accaduto, anche se non comprende il problema. In fondo le patatine le ha sempre preparate così. Nel menu del Cary Moon’s Lakehouse c’erano infatti patate fritte preparate nello stile francese tradizionale: tagliate spesse e a julienne ovvero a forma di fiammifero. La clientela non si era mai lamentata. Neanche quel giorno, almeno fino a quel momento.
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Un errore può capitare e Crum prepara per la seconda volta le patatine. Il cameriere le riporta in sala al cliente insoddisfatto. Il cliente le assaggia e, ancora insoddisfatto, le rispedisce al mittente per la seconda volta.
Crum non accoglie con entusiasmo questo secondo rifiuto ma è un semplice dipendente. Non può certo rifiutarsi di servire il cliente. Decide quindi di seguire alla lettera la sua richiesta, e di farlo aggiungendo al piatto un tocco di vendetta.
Rischiare significa accogliere le sfide
In quel giorno di luglio, frustrato dal cliente difficile, Crum affettò le patate sottili sottili sottili. Le frisse nel grasso bollente fino a farle diventare croccanti, molto croccanti. E, per dispetto, le cosparse di sale, molto sale.
Sicuramente, pensò, il cliente si lamenterà dell’eccesso di sale, o della sottigliezza delle patate che le rendeva “scricchiolanti”, o per entrambe le cose.
Il cameriere servì il piatto al cliente, mentre il cuoco attendeva l’arrivo del cameriere e le lamentele del cliente per quelle patate immangiabili perché troppo dure e salate. E invece il suo ospite trovò adorabile lo scricchiolio delle patate, la loro doratura e il sapore salato del piatto.
Il piano di Crum di innervosire il cliente fallì. In compenso le sue patatine si trasformarono in un successo tanto da diventare così popolari che le persone le chiamavano Saratoga Chips, dal nome del luogo in cui aveva sede il ristorante. A volte, coloro che si presentano con cattive notizie, domande, preoccupazioni o errori dovrebbero essere premiati piuttosto che etichettati come rotture.
Le patatine più rumorose del mondo
Crum aprirà il suo ristorante – George Crum House – nel 1860 e lo chiuderà 30 anni dopo. Si trovava vicino a Saratoga Lake e una delle attrazioni del ristorante era un cestino di patatine messo al centro di ogni tavolo. Anche se non esiste più, una targa commemorativa dedicata a Crum e alla sua invenzione è stata affissa nelle vicinanze.
Crum non registrò mai il brevetto delle sue patatine. A farlo sarà nel 1895 un certo William C. Tappenden di Cleveland, Ohio. Al quale pare vada il merito di essere tra i primi ad aver prodotto e distribuito nei negozi le patatine sotto il marchio Saratoga Chips all’interno di una scatola.
Le patatine fritte erano vendute anche sfuse. Le quantità vendute erano contenute perché le patate venivano sbucciate e affettate a mano. È stata l’invenzione del pelapatate meccanico negli anni ’20 e l’invenzione dei sacchetti di carta oleata nel 1926, a spianare la strada affinché le patatine da prodotto di nicchia si trasformasse in uno snack di massa. In questa storia è una donna, Laura Scudder – prima avvocatessa donna nella città californiana di Ukiah – a giocare un ruolo centrale in questa storia. Tanto da meritarsi l’appellativo di Potato Chip Queen.
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Laura era a capo di un’azienda di patatine a Monterey Park, in California, ed ebbe l’idea di stirare a mano fogli di carta oleata in sacchetti, riempirli di patatine e sigillarli con un ferro caldo. I sacchetti di carta oleata non solo mantenevano le patatine fresche e croccanti più a lungo, ma impedivano anche che venissero schiacciate. I sacchetti includevano non solo una data di freschezza ma anche un claim: The Noisiest Chips in the World.
Quando la competenza incontra l’opportunità
L’invenzione delle patatine fritte non è certamente di Crum. Sebbene la patata sia di origine sud americana, nel Vecchio Continente le patate venivano fritte prima che Crum nascesse. Il Belgio e la Francia si contendono da tempo la paternità dell’invenzione. A Bruges è stato istituito addirittura il Frietmuseum, dedicato alla storia della patata e delle patatine fritte belghe.
La frittura nel grasso era invece già nota nell’antica Grecia. Gli spagnoli non hanno potuto rivendicare nessuna paternità perché pare abbiano inizialmente scambiato la patata per un tartufo e lo servivano crudo e grattugiato. Non una delizia dunque. A riprova che non tutti gli errori si trasformano in un successo.
Ma al cuoco americano Crum è attribuita l’invenzione delle patatine chips ovvero delle patatine fritte nella versione rotonda, sottile e croccante che consumiamo anche oggi. Almeno secondo l’edizione del 22 agosto 1885 del Hotel Gazette, una rivista settimanale con un focus sull’industria alberghiera e la ristorazione.
Qualche tempo dopo, la sorella di Crum rivendicherà l’idea delle chips. Non perché le avesse effettivamente inventate lei. Stando alla sua versione, le patatine fritte nacquero quando lei lasciò accidentalmente cadere una patata tagliata a fettine sottili in una padella di grasso bollente che doveva accogliere le ciambelle.
Con una forchetta recuperò il pezzo di tubero fritto e lo posò su un piatto. Il fratello, passandoci davanti lo avrebbe assaggiato. E in quel momento ebbe il suo momento Eureka!
Se questa fosse la realtà dei fatti e parafrasando Seneca, secondo cui «La fortuna è quando la competenze incontra l’opportunità» potremmo dire che la fortuna di Crum si è manifestata quando l’opportunità, nata da una lamentela, ha incontrato la conoscenza acquisita da Crum sul risultato finale che potevano avere le patatine sottili se cotte in grasso bollente.
Quando il genio non è solitario
La narrazione delle invenzioni e delle scoperte scientifiche tende a concentrarsi su un singolo nome, dipingendo spesso un quadro di genialità solitaria.
Ma approfondendo la storia delle scoperte scientifiche e quella delle invenzioni contese è frequente notare come persone diverse possano avere avuto idee simili o addirittura identiche in luoghi diversi e nello stesso istante. Per cui è difficile stabilire con esattezza la paternità o maternità dell’idea. Questo fenomeno è noto come «scoperte multiple indipendenti», secondo la definizione che ne diede il sociologo Robert K. Merton.
Ci sono diversi fattori che possono contribuire all’ invenzione simultanea o alla convergenza delle idee. La presenza di bisogni identici, sfide simili da affrontare, una conoscenza comune delle teorie e delle tecnologie esistenti, schemi di pensiero che portano ad errori non dissimili e la circolazione delle stesse informazioni portano più menti a focalizzarsi sullo stesso problema e a raggiungere le stesse soluzioni.
Non è un caso che si ricorda sempre alle startup che ciò che ti farà fallire può essere già presente sul mercato, ma tu non lo sai ancora.
Le 3 regole d’oro
La prima regola è abbracciare i messaggeri e celebrare il valore dell’informazione immediata, che siano cattive notizia, interrogativi, dubbi, errori, preoccupazioni. Che i dubbi arrivino dal collega, socio o dipendente, o la lamentela da un cliente l’importante è non etichettare questa informazione come una seccatura ma come una opportunità di miglioramento del prodotto o servizio offerto.
La seconda regola è seguire la prima regola. Repetita iuvant. Le cose ripetute giovano alla mente.
La terza regola è condurre ricerche approfondite di mercato, leggere, viaggiare, rimanere costantemente informati sulle ultime tendenze e innovazioni per evitare di essere sorpassati dalla concorrenza, di reinventare qualcosa che già esiste, o creare un prodotto identico a un altro ma con prestazioni peggiori e una qualità inferiore. Per evitare il fallimento ancor prima di entrare sul mercato. E voi che lezione avete appreso? Se volete raccontarmi la vostra storia di fallimenti e lezioni apprese, scrivetemi qui: redazione -chiocciola – startupitalia.eu