A Arcugnano (Vicenza) al via l’asilo digitale dove i bambini imparano prima a digitare che a parlare
C’è chi si scaglia contro i cellulari in classe e chi pensa di dare in mano un tablet e un minicomputer ai bimbi dai zero ai sei anni. A lanciare questa sfida che susciterà senz’altro qualche polemica è il sindaco di Arcugnano, paese in provincia di Vicenza che conta 7.800 abitanti e guarda al futuro dei suoi cittadini progettando un asilo digitale.
L’asilo dove si impara a digitare prima che a parlare
Grazie al finanziamento della Regione Veneto che ha investito 4 milioni e 300 mila euro il nuovo polo per l’infanzia sorgerà nel centro di questa comunità e sarà come l’ha definita Paolo Pelizzari, il primo cittadino, “la prima scuola per la Generazione Alpha” ovvero i bambini che imparano prima a digitare che a camminare o parlare.
Un bambino su 5 in Italia usa il cellulare nel primo anno di vita
D’altro canto ad appena sei mesi, un bambino su tre utilizza smartphone e tablet e ad un anno li maneggia quasi per un’ora al giorno. E’ il risultato di una ricerca condotta negli Stati Uniti. In Italia la musica non cambia: un bambino su cinque nel nostro Paese prende contatto con il cellulare nel primo anno di vita. Fra tre e cinque anni di età, l’80% delle piccole mani è ormai in grado di usare il telefonino di mamma e papà.
La fotografia è stata fatta lo scorso anno dal Centro per la Salute del Bambino onlus di Trieste in collaborazione con l’Associazione culturale pediatri. Una situazione che può allarmare o destare preoccupazione ma che i pediatri non ritengono un campanello d’allarme se ben gestita. L’American Academy of Pediatrics ha suggerito che guardare filmati di natura in rete, usare Skype con i nonni, ascoltare musica o cercare ricette per prepararle insieme può essere positivo per i bambini. Purché il web non interferisca con sonno, pasti e compiti di scuola.
Webcam e robot all’asilo
E’ anche l’idea dell’amministrazione di Arcugnano che nell’andare a pensare al nuovo asilo che ospiterà 412 alunni ha voluto progettare una struttura green ma capace di guardare al futuro. Nelle aule ci saranno, infatti, webcam e computer a favore della didattica ma anche robot.
La struttura sarà costruita con spazi flessibili, con la possibilità di spostare le pareti al posto delle vecchie aule per dare spazio a degli atelier che possono essere visti come un punto forte della didattica digitale. Allo stato attuale c’è un’idea progettuale ma entro il 2019 dovrebbero iniziare i lavori.
L’asilo digitale è stato “pensato” dall’amministrazione comunale con la partecipazione degli insegnanti della scuola che hanno condiviso il percorso che ha portato a questo piano innovativo. La filosofia di fondo è una: dare una risposta concreta ai bisogni dei bambini pensando ad una didattica virtuale senza mai abbandonare il reale. Chi ha messo in campo questo progetto ha scelto di non ignorare la realtà e allo stesso tempo di mettere in campo delle soluzioni che siano in grado di interpretare i tempi. Una scelta coraggiosa che apre un dibattito sull’uso della tecnologia tra i bambini più piccoli.
Abbiamo cercato di capire qualcosa in più intervistando il primo cittadino, Paolo Pelizzari.
Qual è il punto di partenza di questo progetto senz’altro futuristico?
Il nostro è un progetto che parte non tanto da una programmazione scolastica classica ma dal bambino, soprattutto dalla constatazione che abbiamo a che fare con una generazione diversa, nuova. E’ la generazione “Alpha” che impara ad usare uno smartphone prima di camminare. Ciò presuppone una concezione degli spazi diversa da quella cui siamo abituati.
Lei stesso ha voluto approfondire la questione.
Ci siamo affidati per il progetto didattico all’istituto comprensivo ma ho studiato, capito e valutato ogni passaggio. Ho voluto inserire nel progetto una forte azione di formazione. Se fossi un insegnante dovrei pensare ad una tipologia educativa che si adatti ai bambini. Se non ci fosse nella mia attività di docente uno stimolo all’aggiornamento continuo non saprei dove andare. Costruire un asilo significa alzare dei muri ma pensare anche alla formazione in un’ottica che vede i bambini sempre più interconnessi.
Asilo digitale ma non solo. Avete pensato ad una struttura che sappia unire i due mondi.
Le ricerche dicono che i bambini di domani saranno soli, con un contatto virtuale ma non reale. Ecco perché pensiamo a degli spazi dove i bambini si incontreranno, si guarderanno negli occhi e leveranno lo sguardo dai personal computer. Allo stesso tempo non potevamo ignorare il digitale cercando di dare una risposta innovativa: oggi le lavagne multimediali, ad esempio, sono già obselete. Abbiamo bisogno di altro.
Siamo di fronte ad una scuola decisamente innovativa. Forse troppo dirà qualcuno.
Nel giro di un paio di anni avremo una scuola che chiamerei all’avanguardia, capace di rispondere alle nuove sfide. Ma non dimentichiamo una cosa: ci sarà la possibilità di connettersi alla Rete ma anche quella di non connettersi. Dovremo integrare entrambi gli aspetti, essere in grado di conciliare le due necessità attraverso una didattica inclusiva.