Sono i cittadini a sorvegliare sul voto grazie al crowdsourcing. L’idea è della software company keniota Ushahidi che utilizza da anni un sistema per monitorare gli appuntamenti elettorali di tutto il mondo
Ci siamo. Negli Usa è il grande giorno delle elezioni che decreteranno chi, tra il candidato repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton, sarà il successore di Obama alla Casa Bianca. Tra le ultime schermaglie (senza esclusione di colpi, anche molto bassi) per accaparrarsi il voto degli indecisi e il serio timore di attacchi informatici (qui tutti i dettagli), sembrano essere ancora diverse le possibilità (lecito o meno) di condizionare il voto degli americani. E in un clima elettorale che definire “acceso” appare un eufemismo, il compito di vigilare sul corretto svolgimento delle operazioni elettorali toccherà a una startup, keniota.
La mappa Open Source delle irregolarità
Si chiama Ushahidi e si occupa ormai da circa un decennio di monitorare gli appuntamenti elettorali in tutto il mondo, grazie ad un software Open Source di loro realizzazione. D’altra parte, lo stesso Trump nelle scorse settimane ha paventato il rischio di brogli, manifestando più di qualche perplessità sul sistema di votazione e lasciando intendere che potrebbe addirittura non accettare l’esito del voto.
Volontari organizzati in team di verifica
Per sorvegliare le operazioni e sciogliere ogni dubbio sulla legittimità del verdetto finale (anche tra i repubblicani), verrà utilizzato il crowdsourcing. «Un modo per analizzare le elezioni ispirato dai cittadini e guidato dai cittadini» ha spiegato Daudi Were, direttore esecutivo di Ushahidi. Attraverso le segnalazioni dei volontari, organizzati in team di verifica sparsi sul territorio, sarà possibile realizzare una mappa interattiva online nella quale verranno riportate tutte le irregolarità segnalate via email, social e sms.
Code, tensioni e voter suppression
L’operazione (che nasce dalla grande esperienza maturata dal team di Ushahidi durante le elezioni in paesi come Kenya, Sud Sudan e Giappone) si chiama USA Election Monitor. Grazie alle segnalazioni degli utenti saremo in grado di visualizzare sulla mappa diverse informazioni, dalla presenza di code a eventuali tensioni scoppiate nei seggi elettorali. E sarà possibile anche segnalare il fenomeno del voter suppression, ossia la pressione fatta sugli elettori al fine di scoraggiarli (o addirittura impedirgli) di recarsi alle urne. Un problema reale, che non dovrebbe toccare perlomeno i giovanissimi.
Oltre 69 milioni di millennials chiamati al voto, secondo il Pew Research Center.
Loro sembrano essere il vero ago della bilancia, i cosiddetti “indecisi”, perché poco rappresentati dai candidati in corsa. E già da tempo sono nate diverse applicazioni smartphone per, al contrario, motivarli a votare. Facilitando le registrazione nei seggi elettorali o aiutandoli sulla scelta del candidato più vicino alle proprie posizioni, come Turbovote o Voter.
Una cosa è certa: mai come questa volta, sarà un’elezione ad alto tasso tecnologico. Si inizia alla mezzanotte italiana, le 18 sulla costa Est degli Stati Uniti. E sarà una lunghissima notte (almeno per noi italiani). Meglio tenere gli occhi ben aperti.