L’hanno chiamata “Cubierta”. L’idea è quella di rivestire la valigia proprio come si fa con i telefonini. La cover sarà realizzata riciclando materiali di scarto
Il nome ricorda la coperta di Linus. Non tanto nella funzione di riscaldare, quanto per quella di proteggere. La “Cubierta” è una cover per valigie realizzata con materiali di scarto provenienti direttamente dalla terra dei ragazzi che l’hanno creata: gli studenti della IV B dell’istituto professionale per i servizi commerciali Europa di Pomigliano d’Arco. La Cubierta avvolge e sigilla i bagagli quando siamo in viaggio, evita la scocciatura di dover imballare le valigie in aeroporto per paura che qualcuno possa aprire e mettere le mani nei nostri trolley. L’idea ha vinto la competizione tra startup giovanili nella scorsa puntata di The Innovation game, il programma di Riccardo Luna in onda su Repubblica Tv. Ogni settimana durante il programma si sfidano due idee nate e sviluppate a scuola, da ragazzi rigorosamente under 20. Il premio, per chi vincerà la finale, è l’opportunità di volare in Silicon Valley.
Nella IV B sono in 22. Il portavoce del gruppo è Luigi Ferriero: “Eravamo in classe e stavamo tutti cercando di pensare a prodotto innovativo, qualcosa che non esistesse. A un certo punto una ragazza comincia a giocherellare con il telefonino, che aveva una cover. Così ci è venuta l’idea: perché non creare un rivestimento anche per le valigie?”. I ragazzi di Pomigliano d’Arco, poi, perfezionano il loro progetto, e pensano all’ambiente: “Abbiamo voluto usare gli scarti come risorse, producendo una cover con materiali che di solito si buttano. Questo è un tema molto caro al nostro territorio, spesso chiamato terra dei fuochi”.
I ragazzi hanno immaginato una cover personalizzabile ed adattabile a più tipologie di valigie, con un materiale simile al Pet o alla gomma, per affrontare sbalzi di temperatura ed essere resistente. Nella prossima sfida ad eliminazione al The Innovation Game presenteranno un prototipo stampato in 3D: “Punteremo sulla qualità del nostro prodotto e sulla sua unicità: in giro non esiste qualcosa del genere. Infine, per convincere i giudici, faremo leva sul grande impegno che tutta la classe ha messo in questo progetto, sperando di uscirne premiati”.