Il walfare state delle startup all’italiana, spiegato in punti per capire cosa è stato fatto finora. Il riassunto fatto dal ministero dello Sviluppo economico
Dalla nascita al decollo (che ci sia oppure no), potremmo definirlo così – in una libera interpretazione del “dalla culla alla tomba” dei laburisti inglesi – il welfare state delle startup all’italiana. Dalla definizione di startup innovativa alla costituzione della società, dalla fiscalità alle stock option per i dipendenti, dal fondo di garanzia per le Pmi a Smart &Start, passando per i programmi di StartupVisa e StartupHub, non c’è momento di vita di una startup che non sia scandito da uno dei provvedimenti approvati dal Mise negli ultimi quattro anni. Forse anche per questo, ma sicuramente per mettere un po’ d’ordine fra norme, incentivi e regolamenti, il ministero ha pubblicato una scheda di sintesi – con tanto di infografica – delle politiche a sostegno delle startup innovative. Vediamo per punti quali sono le agevolazioni e gli interventi più importanti.
1. Il nome
Iniziamo dal principio: il nome. La normativa si riferisce esplicitamente alle startup “innovative” per evidenziare che il target non include qualsiasi impresa di nuova costituzione ma soltanto quelle che operano nel campo dell’innovazione tecnologica. Non è limitata dunque a un solo settore ma è aperta a tutto il mondo produttivo, dalle tecnologie delle telecomunicazioni e dell’informazione alla manifattura, dai servizi all’artigianato.
2. Il regime di pubblicità
Le startup innovative e gli incubatori certificati devono registrarsi nelle rispettive sezioni speciali del Registro delle Imprese create ad hoc presso le Camere di Commercio. L’iscrizione, gratuita, avviene trasmettendo in via telematica alla Camera di Commercio territorialmente competente una dichiarazione di autocertificazione di possesso dei requisiti. Questa flessibilità “in entrata” è bilanciata da due contrappesi: i controlli ex post effettuati dalle autorità competenti sull’effettivo possesso dei requisiti previsti, l’obbligo di aggiornare su base semestrale i dati forniti al momento dell’iscrizione nella sezione speciale e di confermare una volta l’anno il possesso dei requisiti, pena la perdita dello status speciale e delle agevolazioni.
3. Monitoraggio e valutazione
La policy vuole essere “basata sull’evidenza”, ecco perché è prevista la realizzazione di un sistema di monitoraggio e valutazione dell’impatto economico delle misure con l’obbligo in capo al ministro dello Sviluppo economico di relazionare annualmente in Parlamento. La prima “Relazione annuale al Parlamento sullo stato d’attuazione della policy a sostegno delle startup innovative” è stata presentata a marzo del 2014, seguita il 16 dicembre scorso dalla seconda edizione.
Le agevolazioni
1. Costituzione e modifiche con modello standard e firma digitale
(ossia senza notaio)
A breve si potrà creare una startup innovativa online e senza intermediari. Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha firmato il decreto atteso da tempo dall’ecosistema che introduce la possibilità di costituire una startup innovativa mediante un modello standard tipizzato. Si farà con firma digitale e senza dover passare dal notaio, ferma restando la possibilità di costituire la società per atto pubblico.
2. Esonero da diritti camerali e imposte di bollo
Startup innovative e incubatori certificati non dovranno pagare il diritto annuale dovuto in favore delle Camere di Commercio, nonché, i diritti di segreteria e l’imposta di bollo che di solito si devono per gli adempimenti da effettuare presso il Registro delle Imprese.
3. Deroghe alla disciplina societaria ordinaria
Alle startup innovative costituite in forma di s.r.l. si consente la creazione di categorie di quote dotate di particolari diritti (ad esempio, si possono prevedere categorie di quote che non attribuiscono diritti di voto o che ne attribuiscono in misura non proporzionale alla partecipazione), la possibilità di effettuare operazioni sulle proprie quote, di emettere strumenti finanziari partecipativi e l’offerta al pubblico di quote di capitale. Molte di queste misure comportano un radicale cambiamento nella struttura finanziaria della s.r.l., avvicinandola a quella della s.p.a.
4. Facilitazioni nel ripianamento delle perdite
In caso di perdite sistematiche le startup godono di un regime speciale sulla riduzione del capitale sociale, tra cui una moratoria di un anno per il ripianamento delle perdite superiori ad un terzo (il termine è posticipato al secondo esercizio successivo).
5. Inapplicabilità della disciplina sulle società di comodo ed esonero dall’obbligo di apposizione del visto di conformità per compensazione crediti
La startup innovativa non è tenuta ad effettuare il test di operatività per verificare lo status di società non operativa. Inoltre, con l’esonero dall’obbligo di apposizione del visto per la compensazione dei crediti IVA fino a 50.000 euro le startup innovative possono ricevere rilevanti benefici in termini di liquidità durante la delicata fase degli investimenti in innovazione.
6. Disciplina del lavoro tagliata su misura
Le startup innovative sono soggette, salvo alcune varianti specifiche, alla disciplina dei contratti a tempo determinato prevista dal «Jobs Act», possono quindi assumere personale con contratti a tempo determinato della durata massima di 36 mesi. A differenza di quanto avviene per le altre imprese, le startup innovative con più di 5 dipendenti non sono tenute però a stipulare un numero di contratti a tempo determinato calcolato in rapporto al numero di contratti a tempo indeterminato attivi.
7. Facoltà di remunerare il personale in modo flessibile e remunerazione attraverso strumenti di partecipazione al capitale
Fatto salvo un minimo tabellare, è lasciato alle parti stabilire quale parte della remunerazione sia fissa e quale variabile. La parte variabile può consistere in trattamenti collegati all’efficienza o alla redditività dell’impresa, alla produttività del lavoratore o del gruppo di lavoro, o ad altri obiettivi o parametri di rendimento concordati tra le parti. Startup innovative e incubatori certificati possono remunerare i propri collaboratori con strumenti di partecipazione al capitale sociale (come le stock option), e i fornitori di servizi esterni attraverso schemi di work for equity. Il regime fiscale e contributivo che si applica a questi strumenti è vantaggioso e concepito su misura rispetto alle esigenze tipiche di una startup.
8. Credito d’imposta per l’assunzione di personale altamente qualificato
E’ stato definito un accesso prioritario alle agevolazioni per le assunzioni di personale altamente qualificato nelle startup innovative e negli incubatori certificati. Tali agevolazioni consistono in un credito d’imposta pari al 35% del costo aziendale totale sostenuto per le assunzioni a tempo indeterminato, anche con contratto di apprendistato, nel primo anno del nuovo rapporto di lavoro.
9. Incentivi fiscali per investimenti in startup innovative
Possono arrivare da persone fisiche (detrazione Irpef del 19% dell’investimento fino a un massimo investito pari a 500mila euro) e giuridiche (deduzione dall’imponibile Ires del 20% dell’investimento fino a un massimo investito pari a 1,8 milioni di euro). Per gli anni 2013-2016 gli incentivi valgono sia in caso di investimenti diretti in startup, sia in caso di investimenti indiretti per il tramite di OICR e altre società che investono prevalentemente in startup. Il beneficio fiscale è maggiore se l’investimento riguarda le startup a vocazione sociale e quelle che sviluppano e commercializzano prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico (detrazione Irpef al 25%; deduzione dall’imponibile Ires al 27%).
10. Equity crowdfunding
Con la pubblicazione, da parte della Consob, del testo definitivo del “Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali on-line” (ora in revisione) l’Italia è stato il primo Paese al mondo ad aver regolamentato il fenomeno con uno strumento normativo dedicato. Le startup innovative possono avviare campagne di raccolta di capitale diffuso attraverso portali online autorizzati.
11. Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese
si tratta di un fondo pubblico che facilita l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie sui prestiti bancari. La garanzia copre fino allo 80% del credito erogato dalla banca alle startup innovative e agli incubatori certificati, fino a un massimo di 2,5 milioni di euro, ed è concessa sulla base di criteri di accesso estremamente semplificati, con un’istruttoria che beneficia di un canale prioritario.
12. Sostegno ad hoc nel processo di internazionalizzazione delle startup da parte dell’Agenzia ICE
Include l’assistenza in materia normativa, societaria, fiscale, immobiliare, contrattualistica e creditizia, l’ospitalità a titolo gratuito alle principali fiere e manifestazioni internazionali e l’attività volta a favorire l’incontro delle startup innovative con investitori potenziali per le fasi di early stage capital e di capitale di espansione. In particolare, è stata autorizzata l’emissione della “Carta Servizi Startup” che dà diritto a uno sconto del 30% sulle tariffe dei servizi di assistenza erogati dall’Agenzia.
13. Fail-fast
sono state introdotte procedure volte a rendere più rapido e meno gravoso il processo che si mette in moto nel caso in cui la startup non decolli. Sottraendo le startup innovative dalla disciplina ordinaria del fallimento, si consente all’imprenditore di ripartire con un nuovo progetto imprenditoriale in modo più semplice e veloce, affrontando più agevolmente il procedimento liquidatorio. Sul piano culturale, si mira a valorizzare il bagaglio esperienziale accumulato dall’imprenditore, superando la visione che stigmatizza il fallimento
Le altre misure a sostegno dell’ecosistema (che si sommano al Decreto Crescita 2.0)
1. Smart&Start: è uno schema di finanziamento agevolato per le startup innovative localizzate su tutto il territorio nazionale. La sua dote finanziaria è di circa 200 milioni di euro che saranno concessi fino a esaurimento dei fondi a favore di progetti che prevedono programmi di spesa di importo compreso tra 100 mila e 1,5 milioni di euro per beni di investimento e/o per costi di gestione. I programmi di spesa saranno coperti con mutuo a tasso zero per il 70% dell’ammontare, mentre la quota coperta dal finanziamento agevolato raggiunge l’80% nel caso in cui le compagini sociali siano composte in maggioranza da donne o da under 35. Se le startup innovative destinatarie sono localizzate in un regione di convergenza, il 20% del finanziamento viene concesso a fondo perduto. La misura si applica anche in favore di persone fisiche che si impegnano entro 60 giorni ad avviare una startup innovativa. Le startup costituite da meno di 12 mesi beneficiano anche di servizi di tutoring tecnico-gestionale. Le richieste provenienti da startup innovative che si impegnano a finanziare almeno il 30% del piano di investimento con capitale proveniente da investitori istituzionali sono valutate in via preferenziale.
2. Italia StartupVisa e StartupHub: il primo è un meccanismo rapido – che si chiude in non più di 30 giorni – centralizzato e leggero sul piano burocratico (si svolge interamente online) per la concessione dei visti di ingresso per lavoro autonomo a richiedenti che intendono avviare una startup innovativa nel nostro Paese. Il secondo è un programma con cui l’applicabilità della procedura fast-track è stata estesa anche ai cittadini non Ue che già sono in Italia in possesso di un regolare soggiorno e intendono permanere anche dopo la scadenza per avviare una startup innovativa: in questo modo possono convertire il permesso di soggiorno in un “permesso per lavoro autonomo startup” senza dover uscire dal territorio italiano e godendo delle stesse modalità semplificate previste per la concessione dei visti startup.