A New York c’è un’insegnante che ha trovato un modo divertente per far amare la matematica ai bambini: usando i famosi mattoncini danesi
Un tempo c’erano i regoli: oggi ci sono i mattoncini Lego a spiegare la matematica. Almeno così è nelle classi di Alycia Zimmermann, un’ insegnante di New York che li usa regolarmente per spiegare ai suoi alunni frazioni, geometria e altri concetti. Un metodo efficace che piace a tutti: maschi e femmine, genitori e nonni perché i Lego sono un patrimonio dell’umanità. Tutti li hanno usati, e la maestra Zimmermann ha pensato di renderli utili in classe.
Per spiegare le tabelline e le potenze, per esempio utilizza i “bottocini” colorati presenti sopra ogni mattoncino. In quello più piccolo ci sono due bottoncini ripetuti per due volte, una a destra e una a sinistra: in totale quattro. Idem per il mattoncino rosso e blu e quello giallo e rosso, in cui i “bottoncini” vanno naturalmente considerati in verticale. In questo modo i bambini imparano giocando e persino la matematica, considerata una delle materie più ostiche da apprendere e da insegnare, diventa più facile e divertente. La Zimmermann non è l’unica ad aver pensato all’utilità dei mattoncini: la prima scuola ad adottare questo metodo d’insegnamento è stata la Birchfield School, che si trova nella contea dello Shropshire, Inghilterra, proprio dove duecento anni fa nasceva e studiava uno scolaro del peso di Charles Darwin. In Italia, seppur non a scuola, c’è già chi utilizza i Lego per avvicinare i bambini alla scienza: Marco Delmastro, fisico del Cern di Ginevra, a “Lucca Comics” ha spiegato le particelle subatomiche costruendo strutture con questi mattoncini; e in altre occasioni ha fatto montare a dei bambini persino dei super-coloratissimi acceleratori di particelle.
Nel 2013 grazie a Kjeld Kirk Kristiansen, presidente del Consiglio della Fondazione Lego, e proprietario del Gruppo Lego è nata la fondazione della International School of Billund, una scuola privata (parzialmente sovvenzionata dallo Stato) per ragazzi fino ai sedici anni che ha un approccio educativo ispirato dai principi del gioco del Lego. Nel suo sito ufficiale, la scuola spiega che «quando il Lego è utilizzato nell’ambito di un contesto di apprendimento, i ragazzi diventano degli allievi creativi e collaborativi. L’apprendimento avviene sia riflettendo sulle proprie esperienze sia discutendo riguardo il funzionamento delle cose, aiutandosi l’un l’altro attraverso il linguaggio condiviso dei mattoncini.»
La scuola materna è stata aperta nell’agosto 2013, mentre l’equivalente delle nostre scuole elementari e medie è stato creato quest’anno. Gli studenti sono per metà danesi e per metà provenienti da altre nazioni, per scelta della scuola. Il governo paga due terzi della retta agli alunni: le famiglie devono versare alla scuola 3000 corone al mese, circa 400 euro. In Italia non è possibile pensare ad una scuola come quella di Billund ma possiamo immaginare maestri che come la Zimmermann iniziano ad usare i “mattocini” per far apprendere la matematica ai ragazzi.