Dopo Workplace, presentato da Facebook, arriva Microsoft Teams, il tool dell’azienda di Redmond per l’organizzazione del lavoro in team. La sfida a Slack è lanciata che risponde con una lettera ironica: «Siamo qui per rimanere. E vi diamo un paio di consigli amichevoli…».
Slack, Asana e Trello. Tre settimane fa Workplace e, ora, Microsoft Teams. È una gara senza esclusione di colpi quella che si sta giocando sugli strumenti per facilitare l’organizzazione all’interno dei team di lavoro. Un mercato che si sta saturando in fretta e che dà agli utenti un’ampia possibilità di scelta. L’annuncio è stato dato direttamente da Satya Nadella, Ceo di Microsoft, a New York: «Abbiamo l’obiettivo di rafforzare ogni persona e organizzazione con la tecnologia per rendere più produttivi i singoli o i gruppi». Poi il tweet di lancio:
Office 365 is the universal toolkit & today we added a new tool….chat-based workspace #MicrosoftTeams https://t.co/b7cBIHnNQu
— Satya Nadella (@satyanadella) November 2, 2016
Microsoft Teams
Il lavoro, secondo la visione di Nadella, si svolgerà sempre più in chat e coinvolgerà team sempre più larghi. Anche per quanto riguarda i collaboratori e i freelance. Anche a chilometri di distanza. Anche a dispetto di fuso orari molto diversi. Microsoft Teams, che entrerà a far parte dell’ecosistema Office 365 (niente siti internet e nessun bisogno di registrarsi) punterà moltissimo su alcune funzionalità che prediligono la personalizzazione di uno spazio condiviso e la sicurezza delle informazioni messe in rete. Tutto nel nome della dinamicità e della velocità di comunicazione.
Tra le opzioni di maggior rilievo ci sono gli strumenti di messaggistica istantanea, utili per uno scambio rapido e diretto; un hub per il lavoro in gruppo; la possibilità di gestire al meglio il proprio spazio; le funzionalità di sicurezza per condividere informazioni in modo protetto. La preview di Microsoft Teams è già disponibile in 181 paesi e 18 lingue. Sembra un tool molto più avanzato di Yammer, acquisito dalla società di Redmond nel 2012 per oltre un miliardo di dollari.
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La risposta “ironica” di Slack
La discesa in campo di Microsoft ha già lasciato degli strascichi notevoli. Slack, ad esempio, ha risposto con una lettera il cui tono oscilla con maestria tra l’ironico e il belligerante (potete leggerla su Medium). Non è un mistero che Microsoft, in passato, abbia manifestato interesse verso la startup, con cifre che si avvicinavano agli 8 miliardi di dollari. E oggi proprio Slack si sente in dovere di mettere in guardia i competitor sulle caratteristiche di un mondo che offre molte possibilità ma che ha anche dei lati complessi.
So, as you set out to build “something just like it,” we want to give you some friendly advice.
Soddisfare le “Hunm
Slack prova a dare a Microsoft dei “consigli amichevoli” che assomigliano più alla volontà di ribadire i successi raggiunti in tre anni e il percorso che è stato compiuto per migliorare il servizio e educare gli utenti. Quello che fa la differenza secondo Slack non sono le funzioni che una piattaforma costruisce e mette a disposizione ma la capacità di venire incontro a quelli che vengono definiti come “human quirks”. Manie, fissazioni. In un certo senso anche capricci. Insomma, tutti i desideri, anche i più particolari, che un team di lavoro vorrebbe trovare in una piattaforma di questo tipo.
That feeling when you think "we should buy a full page in the Times and publish an open letter," and then you do. 💫 pic.twitter.com/BQiEawRA6d
— Stewart Butterfield (@stewart) November 2, 2016
Una piattaforma aperta
Poi, arriva la frecciata: «We know that playing nice with others isn’t exactly your MO». Apertura, condivisione. Slack ricorda a Microsoft come un tool del genere debba integrarsi con molte altre applicazioni (sono 750 quelle proposte dalla startup nella sezione “App Directory” e 6 milioni quelle sviluppate da esterni) e di come non sarà facile per l’azienda di Nadella cambiare la sua natura. “Open Platform” è la chiave. Almeno per Slack.
L’amore per il proprio lavoro
“You’ve got to do this with love”. L’amore per quello che si fa resta il segreto per realizzare un prodotto di successo. Impegnarsi al 100% in un progetto lo rende più completo e accessibile. Qui si allude al fatto che Microsoft Teams sarebbe solo una delle componenti di un organismo molto più grande che deve dividere le proprie risorse e attenzioni in tutti i progetti che porta avanti. Supportare l’utente in tutti i modi possibili, senza tralasciare nulla: «That’s how we do. That’s who we are». Condividere felicità e successi.
Slack non ha alcuna intenzione di mollare
Ultimo punto, non meno importante: «Slack is here to stay. We are where work happens for millions of people around the world». In tre anni la startup è parte integrante dei processi creatvi di milioni aziende e associazioni. Un successo che non si cancellerà da un giorno all’altro. Microsoft sarà un degno concorrente ma la realtà fondata da Stewart Butterfield, Eric Costello, Cal Henderson e Serguei Mourachov non ha alcuna intenzione di lasciare le scene: «Siamo qui per restarci».