Autorevolezza, completezza e aggiornamento: ecco i tre pilastri della SEP, l’enciclopedia filosofica di Stanford. La dimostrazione che divulgare il sapere online in modo gratuito e attendibile è possibile
L’enciclopedia filosofica dell’Università di Stanford (SEP) può essere considerata uno dei siti più interessanti d’oggi. Non per i suoi contenuti, che offrono spunti interessanti su ogni aspetto della filosofia, ma per il modo in cui è stata creata: i suoi progettatori hanno risolto uno dei problemi fondamentali della rete, ovvero quello di fornire fonti autorevoli e una conoscenza rigorosa e puntuale, senza caricare di alcun costo i lettori. Un’isola felice, in mezzo all’informazione poco accurata presente online. La SEP è nata con le sole due voci inserite nel lontano 1995 da Edward Zaita, esperto di filosofia al Centro per lo studio delle lingue e della formazione di Stanford. Potremmo dire che è nata agli albori di Internet, proprio come Wikipedia, che ha 14 anni. Quasi tutti i siti di successo nati agli inizi della rete sono ormai proprietà di grandi multinazionali editoriali, ma non è il caso di SEP.
Che cosa è la SEP
L’enciclopedia di Stanford conta oggi quasi 1500 voci e viene aggiornata quotidianamente, con un milione di pagine visitate al mese.
Zaita ha sempre voluto che l’enciclopedia rispondesse a tre criteri principali: autorevolezza, completezza e aggiornamento.
Mission non facile: se pensiamo ai libri di un editore specializzato saranno senz’altro autorevoli e completi, ma l’aggiornamento decadrà non appena ci saranno novità sul tema. Anche Wikipedia, che ha il vantaggio di poter essere aggiornata e che tra i suoi utenti conta persone preparatissime, a volte contiene imprecisioni. L’obiettivo di Zaita è che ogni voce riesca a essere quanto più possibile completa e indipendente, senza cadere nel labirinto di hyperlink che caratterizza Wikipedia. Gli autori della SEP vengono scelti secondo la loro specifica preparazione sull’argomento da realizzare e rimangono responsabili dell’aggiornamento di un dato argomento.
Autori scelti
Gli aggiornamenti vengono effettuati con cadenza quasi quotidiana e vengono indicati nella pagina di SEP nella sezione “What’s new”. La SEP si pone quindi come un faro di autorevolezza e informazione rigorosa, nel marasma di Internet. Nel 2012, Wikimedia – “mamma” di Wikipedia” – effettuò un sondaggio, dal quale risultò che il 90% dei contributors era composto da uomini. Motivo per il quale su Wikipedia alcune voci – come quelle dedicate alle scrittrici e ai luoghi dell’Africa sub-sahariana – sono inesistenti o incomplete. SEP ha il vantaggio di pesare con cura i propri autori e il modello funziona: nel settembre 2015 l’enciclopedia conteneva 1.500 voci peer-reviewed.
Chi la finanzia
Chi finanzia tutto questo? Stanford dedica una redazione di sole tre persone alla SEP, che sono i coordinatori editoriali. Gli editor spesso non sono retribuiti e scrivono spinti dalla voglia che si possa diffondere un’informazione rigorosa su argomenti di cui sono particolarmente appassionati. SEP ha comunque continuato a vivere grazie ai 2 milioni di dollari sotto forma di borse di studio erogate da Stanford e ai contributi che le biblioteche erogano una tantum, in favore dell’enciclopedia virtuale. Questo modello non è replicabile per ogni ambito. Wikipedia, ad esempio, continua a essere ottima per conoscenze di base. Le grandi aziende potrebbero però svolgere il ruolo di Stanford e finanziare piattaforme simili. Ci sono ambiti, come l’informatica e l’economia, che gioverebbero da una piattaforma simile, dove poter trovare l’informazione più autorevole. SEP è la concreta dimostrazione che un’informazione rigorosa online è qualcosa di realizzabile. Abituati al perenne hyperlink imposto da Wikipedia e da altre piattaforme, modelli simili potrebbero cambiare il modo stesso in cui concepiamo la conoscenza sulla rete.