Sono quattro i bronzi tricolore alla più importante competizione di informatica al mondo. Nate nel 1989 le IOI impegnano i giovani con due giorni di prove di programmazione
Luca Cavalleri, Andrea Ciprietti, Fabio Pruneri e Federico Stazi hanno conquistato quattro bronzi alle Olimpiadi Internazionali di Informatica, IOI (International Olympiads in Informatics), la più importante manifestazione competitiva per i giovani a livello mondiale. La loro competenza, la loro preparazione, il loro talento, la loro passione, la loro energia sono una testimonianza e un incoraggiamento per tutti i compagni, per i giovani di tutto il Paese.
“Lo studio di questa disciplina – spiega Maria Assunta Palermo, Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici del Miur – è lo studio di materia trasversale a tutte le altre. Quella informatica è una competenza che è importante acquisire già dai primi anni di scuola per poter essere partecipi nella nostra società e per poter entrare da protagonisti nel mondo del lavoro”. Ben vengano allora riconoscimenti come questo raggiunto in Giappone.
Come funzionano le Olimpiadi Internazionali di Informatica
Le prime di queste competizioni si sono svolte nel 1989. La gara consiste in due giorni di programmazione per la soluzione di problemi di natura algoritmica. Gli studenti competono su base individuale e da ogni nazione partecipante provengono fino a quattro studenti. In ciascuno dei due giorni di competizione, agli studenti vengono solitamente assegnati tre problemi che devono risolvere in cinque ore.
Ogni studente lavora da solo, al computer, senza poter contare su alcun aiuto: è proibito comunicare con gli altri partecipanti, utilizzare libri, ecc. Generalmente, per risolvere il problema il concorrente deve scrivere un programma in C, C++ o Pascal e consegnarlo prima che il termine di cinque ore scada. Successivamente, il programma viene valutato mandandolo in esecuzione con dei dati di prova, segreti, per un totale di 10 o 20 prove con dati diversi. Al concorrente vengono assegnati punti per ciascun caso di prova che il suo programma risolve correttamente, entro i limiti di memoria e di tempo assegnati.
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“Siamo felici di sostenere come ogni anno questa iniziativa che premia e valorizza i migliori talenti mondiali nell’informatica e che ha un ruolo importante nel promuovere la diffusione della cultura e della formazione tecnico-scientifica tra le nuove generazioni. Questi studi non sono solo fattore abilitante di accesso al mondo del lavoro del futuro, ma sono anche strumento fondamentale per raggiungere l’obiettivo di rispetto della diversity e dell’inclusione sociale”, ha spiegato Giuseppe Mastronardi, presidente di Aica.
Un motivo di particolare orgoglio per le scuole che hanno cresciuto questi ragazzi che ora li vedono sul podio da vincitori di una gara così importante: la formazione sull’informatica, infatti, avviene fin dalla più tenera età e non può essere sottovalutata dagli insegnanti soprattutto in quest’epoca in cui imparare a usare bene un computer è un requisito essenziale per trovare lavoro. Con quattro bronzi vinti, gli studenti si sono dimostrati tra i più brillanti giovani scienziati informatici al mondo di cui possiamo essere davvero orgogliosi. Ma le fatiche non sono finite.