La Scozia rende gratuiti gli assorbenti alle studentesse di scuole medie, superiori e università. Obiettivo: combattere la cosiddetta “povertà mestruale” tra le giovani studentesse. In Italia gli assorbenti vengono ancora tassati come beni di lusso al 22%
Da qualche giorno la Scozia è la prima nazione al mondo a garantire tamponi e assorbenti gratis per tutte le studentesse di scuole e università. La decisione è stata presa nell’ambito di un programma da 5,2 milioni di sterline (5,8 milioni di euro) del governo di Edimburgo per combattere la “povertà da ciclo”, la difficoltà per le donne meno abbienti nell’affrontare le necessità di base durante il periodo mestruale.
Il sondaggio 2018
In base a un recente sondaggio una donna scozzese su cinque ha difficoltà a coprire i costi del prodotti sanitari pre-ciclo.
Dunque, a partire da settembre la Scozia è la prima nazione al mondo a fornire gratuitamente gli assorbenti alle studentesse che riescono a far fronte a queste spese e sono costrette a non frequentare la scuola durante il periodo delle mestruazioni. Si tratta di un programma da 5,2 milioni di sterline che provvede ai prodotti sanitari di 395mila ragazze scozzesi, distribuiti nei licei e nelle università.
“In una nazione ricca come la Scozia è inaccettabile che chiunque fatichi a comprare prodotti sanitari di base”, è quanto ha dichiarato al Guardian la ministra scozzese per le Comunità, Aileen Campbell. In un sondaggio pubblicato sulle pagine del quotidiano britannico, si legge che una studentessa scozzese su quattro ha difficoltà a pagarsi gli assorbenti; in generale una donna su cinque non riesce ad acquistare prodotti sanitari, rimediando con indumenti vecchi o giornali.
Il problema non è isolato, sono infatti migliaia le ragazze nel Regno Unito costrette a rinunciare alla scuola nei giorni di mestruazione. Con questa gesto, il governo scozzese vuole garantire un diritto sacrosanto: “Le studentesse potranno concentrarsi soltanto sugli studi“, ha ribadito Campbell.
Disponibili in distributori automatici gratuiti
Tali prodotti saranno disponibili in distributori automatici gratuiti. Gli assorbenti diventano così un bene di prima necessità come la carta igienica, che infatti è gratuita in tutti i luoghi pubblici. Un tema che è stato affrontato anche in Canada dove nel 2015 è stata eliminata l’imposta su questi e su altri prodotti per l’igiene femminile. L’anno seguente lo Stato di New York ha tolto la “tampon tax” e avviata la distribuzione gratuita nelle scuole e nelle prigioni americane.
La storia della Pink Tax
La nascita della questione della Pink Tax, si deve alla diciottenne Amika George, una studentessa londinese che ha scelto di lottare in prima linea dopo aver letto uno studio dei media inglesi sull’abitudine sempre più frequente, da parte delle ragazze, di assentarsi da scuola per non affrontare la vergogna del ciclo mestruale senza i prodotti giusti.
Questa è una battaglia di civiltà che non riguarda solo le ragazze inglesi, ma che abbraccia una intera generazione di bambine e giovani donne, dal Kenya alla Cambogia passando per la modernissima Europa. Questa è una battaglia di consapevolezza: il ciclo mestruale è un fenomeno naturale che non deve limitare una ragazza nella sua crescita come individuo. L’accesso a tutto l’occorrente per affrontare il proprio ciclo mestruale è un diritto fondamentale.
Nel 2013 grazie alla petizione dell’inglese Laura Coryton su Change.org, dal titolo Stop taxing periods. Period. La campagna raccoglie circa 280 mila firme e sbarca sui social con gli hashtag #FreePeriods ed #EndTamponTax.
Il Kenya è diventato il primo paese al mondo ad abolire l’imposta sulle vendite per gli articoli mestruali nel 2004. Il Canada ha rimosso la sua tassa sui tamponi a metà del 2015 a seguito di una petizione online firmata da migliaia di persone, l’Irlanda è l’unico paese in Europa ad avere tasso zero sugli assorbenti, questo perché tale tasso era in vigore prima della legislazione dell’UE che impone tariffe minime su questi prodotti.
Nel Regno Unito la tassazione degli assorbenti è certamente ridotta rispetto agli altri paesi dell’Ue. Si parla di un’imposta pari al 5%. Sull’esempio britannico, anche il governo francese nel 2015 ha ridotto l’aliquota sugli assorbenti dal 20% al 5,5% (come Inghilterra, Olanda e Spagna). In Germania la tassa è del 19%, ma in Ungheria la tassa sui tamponi raggiunge addirittura il 27%.
E in Italia?
La proposta relativa alla Pink Tax o Tampon Tax è nata da una discussione tra Pippo Civati (ex Pd) e la sua compagna giornalista: «Un giorno mi segnalò le iniziative nate online per chiedere incentivi fiscali per gli assorbenti».
Dunque in Italia è stato un uomo: Civati, ex Pd, a farsi promotore della battaglia all’interno del Parlamento nel gennaio 2016.
Secondo dati Nielsen forniti da Lines Italia ed elaborati da Vanity Fair.it, nel 2015 sono state vendute in Italia 144 milioni di confezioni di assorbenti, 48 milioni di confezioni di proteggislip e 9 milioni di confezioni di tamponi, per un giro d’affari totale di 460 milioni di euro. Di questi, l’Iva attuale pesa per ben 83 milioni di euro. Se venisse abbassata al 4% (15 milioni di euro) sottrarrebbe alle casse dello Stato (e farebbe rimanere nelle tasche delle italiane) circa 70 milioni di euro l’anno.
Tuttavia la proposta non è mai stata discussa. Il tema è tornato in auge nel 2017, dopo una proposta di Striscia la Notizia. In tale occasione Pippo Civati, ha ribadito che “gli assorbenti non possono essere considerati beni di lusso” e che per questo è necessario abbassare l’Iva, aggiungendo che “la parità di genere nei salari e nei consumi è fondamentale, non solo per quanto riguarda gli assorbenti, ma tutti i prodotti che hanno addirittura un gap di prezzo determinato dalla differenza di genere”.