Lo scopo è di riforestare i boschi nativi cileni, un patrimonio che racchiude al suo interno un ecosistema prezioso e da salvaguardare. A farsi carico della missione la società benefica Piantando
Agire per aiutare il pianeta non è più soltanto un’opzione valida, ma un dovere per contrastare il cambiamento climatico e salvare interi ecosistemi. Per questo motivo, Piantando, società benefit che avvia progetti a impatto sociale e ambientale nel mondo, è volata in Cile. Insieme a Fundación Reforesteremos, movimento cittadino senza fini di lucro, impegnato a riconoscere e recuperare il valore ambientale degli ecosistemi cileni, ha messo in atto la missione di riforestare gli ecosistemi degradati del Paese.
© Foto: Piantando
Perché i boschi nativi del Cile
Gli alberi nativi rappresentano più della metà della biodiversità della Terra e giocano un ruolo essenziale per l’uomo e gli animali, offrendo una barriera protettiva per il suolo contro l’erosione, oltre che cibo e riparo per la biodiversità che li abita. I boschi nativi svolgono inoltre l’indispensabile funzione di assorbire CO2, purificando l’aria, e regolano il ciclo dell’acqua, trattenendo acqua piovana.
Leggi anche: Emissioni, FCA patteggia multa da 9,5 mln dollari con gli USA
Queste ragioni hanno spinto Andrea Evangelista, CEO e Co-fondatore di Piantando, ad avviare il progetto in Cile. “Da un anno siamo impegnati assieme a Fundación Reforesteremos, un’associazione di cittadini, per riforestare intere aree di boschi nativi distrutte da incendi causati da alberi introdotti artificialmente”, osserva Evangelista. “Ho conosciuto personalmente le persone che hanno lanciato il progetto e mi sono innamorato del loro impegno genuino, sano e reale, non dettato dal marketing o dalla comunicazione”.
© Foto: Piantando
Il Cile risulta infatti particolarmente danneggiato dagli incendi, che ogni anno bruciano in media 50.000 ettari di boschi, con un picco di 600.000 ettari distrutti solo tre anni fa. Un ecosistema enorme e prezioso, che rischia di scomparire senza finire in prima pagina sui giornali. Tuttavia, le iniziative benefiche non possono rispondere per intero alle inadempienze e all’incuria dell’uomo. Difatti, quando chiediamo ad Andrea se Piantando ha in programma progetti futuri anche riguardo alla grave situazione in Amazzonia, risponde: “La foresta amazzonica vive di disagi politici ancor prima che ambientali. Piantando è una piccola startup Italiana che cerca di fare le cose in grande ma crediamo che il marketing debba sempre arrivare dopo il prodotto”.
È per questo, continua il CEO di Piantando “che non abbiamo progetti in Amazzonia ad oggi, dove la deforestazione massiccia non trova che un palliativo nelle attività di riforestazione portate avanti da piccole realtà come la nostra. C’è bisogno di un cambio di mentalità affinché si riesca ad operare e a promettere che il lavoro fatto non venga distrutto dalle amministrazioni future”.
Leggi anche: Cosa vuol dire lavorare nella sostenibilità? Intervista all’attivista e “Unstoppable” Martina Rogato
Il cambiamento ambientale raccontato con le immagini
A margine del progetto di riforestazione dei boschi nativi della Patagonia, Piantando ha pubblicato un mini documentario che testimonia la situazione nei boschi cileni. Chiamato NATIVI, è stato autoprodotto dalla startup. “Ci abbiamo provato con le nostre risorse, con la riserva che in futuro, con più budget, riusciremo a raccontare tante altre storie di progetti che seguiamo e che hanno un impatto enorme”, racconta Andrea.
Sfruttare i docufilm per sensibilizzare una fetta maggiore di pubblico al tema è costoso, ma stimolante, spiega il CEO di Piantando. “Siamo consapevoli che fare i documentaristi non sia il nostro lavoro ma abbiamo in piano di portare al pubblico dei contenuti sempre migliori. Con il contributo, perché no, di professionisti che condividano con noi i valori di ciò che vogliamo comunicare”.
Value Chain: la formula di Piantando
Quando nasce, nel 2018, Piantando vuole provare a offrire una risposta diversa e concreta ai cambiamenti climatici e alla deforestazione. Per farlo, i fondatori hanno deciso di basare la loro società sul modello Value Chain. Ma, di cosa si tratta in concreto? “La nostra value chain è basata su un modello semplicissimo: quello ideato da Tom’s e tanti altri dopo di lei. Compri un prodotto, dietro c’è un’azione concreta che fa del bene. Non una donazione ma un medicinale in più per chi ha necessità, un pozzo d’acqua, un albero”, spiega Andrea Evangelista.
© Foto: Piantando
“Ogni piantina di Piantando”, prosegue Andrea, “ha un codice unico che la collega al progetto scelto e noi siamo la garanzia a supporto di questa catena, assicurandoci che i soldi derivanti dalla vendita delle piantine siano utilizzati operativamente sul progetto. Impatto non è solo CO2; è risorse, vantaggio per una comunità, sensibilizzazione. I progetti che abbiamo attivi oggi riguardano la costruzione di pozzi d’acqua potabile in Malawi grazie alla collaborazione con ‘Il pozzo dei Desideri’, l’invio di spedizioni mediche in Perù e la realizzazione di progetti agroforestali in Italia”. Puntando, in futuro a diventare una realtà sempre più credibile e accreditata come realizzatrice di progetti d’impatto ambientale.
Leggi anche: Tripmetoo e mOOve, storie di “social venture building”
Piantando in Italia. Quali prospettive?
Anche il nostro Paese sta inevitabilmente attraversando profondi cambiamenti climatici e, in alcune aree, un profondo disboscamento. Per questo, Piantando, pur attiva in diverse zone del mondo, si concentra molto sulla situazione italiana. “Abbiamo avviato due progetti forestali – non accessibili al B2C al momento – perché stiamo validando il nostro modello e l’efficacia del gestire attività trentennali di riqualificazione”, racconta Andrea Evangelista. “E’ un lavoro complesso, lungo e che non può cedere alle necessità di marketing”.
Una risposta positiva è però intanto arrivata proprio dai cittadini italiani. “Pensavamo – con ricerche di mercato a supporto – che i temi che trattiamo interessassero solo ad altospendenti educati del Nord- Italia”, osserva Andrea. “Le persone ci stanno dimostrando che non è così e siamo contentissimi. Sicilia, Abruzzo, Lombardia, Umbria; abbiamo clienti in tutta Italia e condividono tutti una cosa: la forte passione verso i temi che trattiamo”.
© Foto: Piantando
La tecnologia a supporto della natura
In Italia, la startup ha già piantato oltre 2.000 alberi in Veneto e Abruzzo e, attraverso lo sviluppo tecnologico, mira a espandersi. È proprio Andrea a sottolineare l’importanza dell’innovazione per la sua società. “Già oggi stiamo collaborando con grandi realtà nel mondo dell’IT per sviluppare la prima piattaforma che permetta a tutti di avere un tracking costante dei nostri progetti”, afferma il CEO di Piantando. “Per fare un esempio concreto, in un progetto forestale in Italia, stiamo sviluppando una dashboard che mostri i dati che arrivano dai sensori sul campo. Qualità del terreno, qualità dell’aria, dati satellitari a supporto per l’indice di deforestazione e rischio incendi, webcam”.