Il backstage, i numeri, le startup vincitrici dell’iniziativa della Regione Lazio dedicata a PMI e progetti innovativi visti dal professore Paolo Cellini. Ecco un suo commento
Il Lazio è sicuramente una delle regioni con i migliori parametri in Italia per l’innovazione: università scientifiche, centri di ricerca, aziende multinazionali, acceleratori di impresa come Pi-Campus e Lventure e quello di Poste. Ma manca soprattutto di fondi di venture capital (che sono quasi tutti basati a Milano). La Regione Lazio si trova di fronte ad un settore in fortissimo sviluppo ma a chiaro fallimento di mercato (i fondi di venture capital sono centrali per lo sviluppo delle startup e la loro assenza ritarda lo sviluppo o lo delocalizza) e quindi ha deciso di intervenire con un piano di investimenti di 100 milioni di euro volti a colmare almeno in parte questo gap, con un proprio fondo di venture capital e molte iniziative, come il Premio Lazio Innovatore, per stimolare l’ecosistema regionale.
Il Premio visto da vicino
Mi hanno chiamato a fare il giudice del Premio Lazio Innovatore. Ecco la vista dal backstage. Con una breve telefonata mi hanno detto: “Paolo abbiamo poco tempo e abbiamo circa 250 partecipanti al Premio Lazio Innovatore. Tra cui selezionare 24 proposte per il pitch finale (ovviamente accompagnato da un “chi meglio di te…”). Te la senti di darci una mano? (la prima risposta è stata: caspita: 250 proposte da valutare)”.
Debbo dire che, dal punto di vista del valutatore, Lazio Innova e la Regione hanno organizzato bene tutta lo documentazione online su database così da permettere un lavoro ordinato e sistematico. Le 24 imprese scelte dai 5 giudici sono state invitate a presentarsi il 14/06, nella sede di Lazio Innova con un pitch della durata di 3 minuti ciascuno ad una platea di qualche centinaio di persone. Da sottolineare che, la sera precedente, tutte le 24 startup avevano provato il pitch stesso. Con un buon effetto (ovviamente) sulle presentazioni live il giorno dopo.
Partenza ore 10.30: presentazioni di buon livello, entro i 3 minuti previsti, con team molto qualificati (molti ingegneri con specializzazioni biomediche, aerospaziali e robotiche) provenienti anche da fuori Roma. Direi che almeno una decina di startup delle 24 meritano approfondimenti da parte di venture capitalist (e per parte mia mi attiverò in tal senso).
La votazione è stata ben organizzata con schede semplici in un folder predisposto per ogni giudice. Il computo dei voti è stato rapido, così da permettere al Presidente della Regione di proclamare i 4 vincitori intorno alle 12.30. Insomma un premio organizzato e gestito bene, ma soprattutto con 4 startup premiate che sono a mio avviso sono di rilievo, almeno nazionale.
Eccole:
Holey e i tutori stampati in 3D
Holey è una piattaforma hardware e software per la realizzazione di tutori ortopedici innovativi, personalizzati e stampabili in 3D con un semplice clic. I tutori realizzati con la nuova tecnologia offrono la stessa protezione del gesso tradizionale e sono cuciti su misura del paziente, rendendoli facili da applicare. Al contempo, le sanitarie supereranno la necessità di acquistare e conservare in magazzino grandi quantità di tutori tradizionali.
Holey riduce costi e tempistiche in quanto lo scanner 3D, attualmente in “patent pending”, consente di realizzare il tutore in poco tempo: dopo la scansione 3D dell’arto interessato, in pochi minuti si passa alla fase di modellazione del tutore e infine alla stampa 3D.
Filo, la startup che ti fa ritrovare le chiavi
Tenere sempre sotto controllo gli oggetti reputati importanti. Questo è lo scopo di Filo, un’applicazione gratuita e disponibile per iOS e Android che consente di ritrovare in poco tempo le chiavi o il cellulare smarriti nelle vicinanze. Qualora Filo fosse fuori portata, sarà possibile consultare sulla mappa l’ultima posizione nota. Grazie alla funzione “Comfort Zone”, è possibile ricevere una notifica sullo smartphone nel momento in cui Filo superi il massimo raggio di azione Bluetooth.
Il cerotto per il cuore di MyHeart
Il progetto, operativo nel settore della e-health, consiste in un cerotto sensorizzato per la diagnosi domiciliare e automatica della fibrillazione atriale. Nato dall’evoluzione di una idea innovativa vincitrice del concorso ItaliaCamp del 2012, MyHeart è un dispositivo medico innovativo che monitora i parametri clinici in ambiente domiciliare per il controllo dei fattori di rischio associati all’invecchiamento e allo stress della popolazione. Il prodotto principale della società produttrice, la Cardionica srl, è un dispositivo medico indossabile per la rilevazione e diagnosi automatica di aritmie cardiache.
Dai satelliti allo sport, SpaceEXE gioca con la telemetria
Telemetria e matematica entrano nel mondo dello sport grazie a SpaceEXE, startup innovativa nata nel 2013 che ricerca, sviluppa e crea prodotti e servizi ad alto valore tecnologico nelle telecomunicazioni, nell’aerospazio, nell’elettronica e nella difesa. L’azienda costituisce l’eseguibile dello spazio: trasferisce la ricerca e le tecnologie della navigazione satellitare al campo dello sport e dell’intrattenimento.
In proposito, il progetto MESSI (Monitoraggio prEstazioni Sportive con Sistema Innovativo), applicato al calcio, permette il monitoraggio in tempo reale delle prestazioni dei calciatori, la valutazione delle tattiche e delle strategie preimpostate e la telemetria a supporto delle applicazioni televisive.
I dati vengono inviati all’utente in tempo reale durante la partita, utilizzando un sottile dispositivo, integrato nei parastinchi, che rileva e segue la posizione dei giocatori in campo.