Due stelle di neutroni hanno viaggiato per 130 milioni di anni luce e poi si sono scontrate. L’esplosione è stata osservata dalle antenne gravitazionali Ligo-Virgo e da 70 telescopi sulla Terra e nello spazio. Svelato il mistero di come nell’universo si formano i metalli pesanti come oro, platino e uranio. La spiegazione
130 milioni di anni fa, quando sulla Terra regnavano incontrastati i dinosauri, due stelle di neutroni di casa nella galassietta ellittica NCG4993 hanno concluso un balletto durato forse miliardi di anni, cadendo una addosso all’altra. Ognuna delle due era il cadavere di una stella molto più massiva del nostro Sole che, dopo una vita stellare fast and furious, era esplosa lasciano, appunto, una stella supercompatta dove una massa non troppo diversa da quella del Sole è compressa alle dimensioni di poche decine di km.
Una pressoterapia estrema che produce oggetti con densità difficile da immaginare: un cucchiaino di stella di neutroni pesa come l’Everest. I due cadaveri stellari orbitano uno intorno all’altro avvicinandosi sempre di più (e descrivendo orbite sempre più strette e vorticose) fino a toccarsi. Nell’ultimo minuto della vita del balletto, le stelle sono così vicine da deformare la spazio tempo ed emettere onde gravitazionali la cui frequenza aumenta man mano che le orbite diventano sempre più strette. Il “chirp” gravitazionale segnala la fine del balletto. Nel momento del contatto, la gravità reciproca contorce le stelle di neutroni, espellendo materia, mentre l’oggetto che si è formato (che non sappiamo esattamente cosa sia, forse una stella di neutroni, forse un buco nero) cerca di assestarsi.
La materia espulsa ad altissima velocità forma dei getti capaci di emettere radiazione di alta energia.