Dall’istituto tecnico “Galilei Costa” di Lecce si alza la voce di 14 studenti per dire no a bullismo e cyberbullismo. Per diffondere il loro movimento stanno usando la rete: un sito e una pagina social
Stavolta a dire stop al bullismo non sono i “grandi”, non è lo psicologo di turno, ma sono nove ragazzi e cinque ragazze dell’istituto tecnico economico “Galilei Costa” di Lecce. Si chiamano Giorgio, Martina, Mattia, Mirko, Jacopo, Patrick, Niki, Simone, Francesca, Michela, Edoardo e Alice. Il caso della ragazzina di Pordenone che ha tentato il suicidio dopo le continue vessazioni dei compagni è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Di fronte a quella loro coetanea che non aveva più voglia di vivere, hanno deciso di metterci la faccia, di fare sul serio, di far qualcosa. E lo hanno fatto con i loro strumenti: Facebook e Internet. Dal basso, dalla Rete hanno creato “MaBasta!”, Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti.
Ora ad intercettare le vittime, a dare loro una mano, a sensibilizzare anche chi apparentemente “non c’entra”, ci pensano i ragazzi. Giovani che conoscono bene il problema. sono loro a viverlo da vicino ogni giorno: secondo l’Istat il 63,3% dei ragazzi e adolescenti è stato testimone di comportamenti vessatori di alcuni ragazzi verso altri e il 26,7% dichiara di avervi assistito una o più volte al mese. Al di là dei numeri, i ragazzi di Lecce, conoscono il fenomeno e lo hanno dimostrato con questa iniziativa. Il loro scopo è di associarsi per formare una grande voce contro la prepotenza e il sopruso. Stanno realizzando un sito, una campagna di sensibilizzazione attraverso dei video-spot e intanto hanno conquistato la Rete e i media nazionali con uno dei social network più frequentati da quelli della loro età: Facebook.
Hanno aperto la pagina del movimento e ora puntano a coinvolgere i ragazzi di tutt’Italia: dalla scuola primaria alle superiori. Sulla pagina del social network hanno già trovato alleati in tutt’Italia: a Amantea hanno avuto il sostegno dai ragazzi della classe quarta C; da Brescia hanno condiviso la campagna dell’ufficio scolastico provinciale e della Prefettura. Ogni giorno pubblicano notizie, ricerche sulla tematica.
Una risposta concreta ad un fenomeno che negli ultimi anni è diventato preoccupante: nel 2014, poco più del 50% degli 11-17enni ha subito qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti. Il 9,8% è vittima assidua di una delle “tipiche” azioni di bullismo: subisce più volte al mese. Per il 9,1% gli atti di prepotenza si ripetono persino con cadenza settimanale. Le prepotenze più comuni consistono in offese con brutti soprannomi, parolacce o insulti (12,1%), derisione per l’aspetto fisico e per il modo di parlare (6,3%), diffamazione (5,1%), esclusione per le proprie opinioni (4,7%) ma anche aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni (3,8%). I dati ufficiali del ministero parlano di 18 tentati suicidi all’anno ma le associazioni che seguono gli adolescenti parlano di migliaia di casi che non emergono.