Dopo il successo in Francia arrivano in Italia il cantastorie e la libreria digitale che offre ai più piccoli l’opportunità di creare storie e ascoltare racconti multilingue
Dall’idea di escogitare qualcosa che portasse i bambini ad allontanarsi dagli schermi di smartphone e tv al successo di una soluzione d’altri tempi, che rimanda agli anni Novanta e incontra il piacere dei più piccoli grazie al racconto di storie in cui i protagonisti sono loro stessi. La semplicità è l’elemento principale di Lunii, startup francese che ha sviluppato un sistema composto dall’omonimo dispositivo, denominato anche La Fabbrica delle Storie poiché da lì arrivano le favole e filastrocche che ascoltano i bimbi, e dal Luniistore, libreria digitale che si scarica direttamente dal sito con storie e album dedicati a diversi temi che vanno acquistati e che, più avanti, consentirà di trovare titoli collegati all’ambito locale con l’obiettivo di creare un catalogo dove poter pescare racconti di ogni tipo e lingua (al momento sono disponibili storie in otto lingue diverse: francese, italiano, inglese UK e Usa, spagnolo, tedesco, russo e olandese).
Il progetto
Nata nel 2014 in Francia con l’obiettivo di offrire ai bambini un approccio al gioco diverso dalle abitudini moderne, grazie a un finanziamento della regione Île-de-France e ai circa 450.000-500.000 euro raccolti via crowdfunding, la startup ha lanciato nel 2016 il piccolo apparecchio che ha riscontrato un successo immediato. Privo di schermo e batterie, ha solleticato l’interesse dei pargoli e tranquillizzato papà e mamma poiché, in virtù del filtro di Lunii e degli stessi genitori, non ci sono immagini potenzialmente pericolose né contenuti inadatti per la tenera età. L’altra peculiarità è che l’ascolto non è una mera esperienza passiva ma al contrario il bambino può costruire la sua storia, poiché sceglie i dettagli rilevanti come il nome del protagonista, l’animale domestico preferito e il finale che più lo aggrada, generando così una storia che lo stimola all’ascolto.
I numeri
Il sistema ha funzionato e continua a registrare cifre importanti, tanto che dopo i 7 milioni di euro fatturati l’anno scorso, per il 2019 si prospetta una chiusura attorno ai 12,5 milioni grazie anche al lancio in Italia, che avviene in contemporanea anche in Germania e Regno Unito. Una piccola avventura che si è trasformata presto in una azienda con 50 dipendenti, focalizzati sull’ampliamento del progetto insieme ai quattro co-fondatori (i fratelli Igor e Thomas Krinbarg, Éric Le Bot e Maëlle Chassard, dalla cui tesi di laurea in design è sbocciato Lunii, denominazione che spicca per la doppia “i” volta a indicare l’immaginazione collettiva e individuale, perché il progetto è fondato proprio sulla capacità di immaginazione e fantasia dei bimbi). Più di 1.500 sono le storie al momento selezionabili dalla Fabbrica delle Idee, dispositivo che conta finora 370.000 vendite, grazie soprattutto al passaparola delle famiglie, soddisfatte da un gioco che assicura benefici ai figli che, diversamente da quanto avviene con molti giocattoli destinati a vita breve, tendono a utilizzare Lunii per anni.
Come funziona
Come detto sopra, al centro del sistema c’è il dispositivo portatile dotato di una manopola per l’accensione e per regolare il volume, più tre tasti per gestire le operazioni e l’uscita per le cuffie (da acquistare al prezzo di 29,90 euro, mentre il cantastorie è in vendita a 59,90 euro, con 48 storie incluse nel prezzo). Una volta acceso, Lunii guida il bambino verso la creazione della sua storia, spaziando tra soggetti e ambientazioni elencate a voce e mediante sagome luminose. Per scegliere i dettagli desiderati è sufficiente premere il tasto ok affinché inizi il racconto basato, appunto, sulle indicazioni selezionate dal piccolo proprietario. Le dimensioni minime e la libreria digitale consentono di utilizzare Lunii ovunque, in casa come in hotel o durante gli spostamenti per un viaggio, mentre la disponibilità delle storie in lingua straniere si può rivelare una soluzione efficace per favorire l’avvicinamento ad altri idiomi oltre alle nozioni di grammatica che si imparano a scuola.