Pubblichiamo un post apparso qualche settimana fa su Medium di Dario Vignali, una bella lettera che racconta bene il vissuto di molti, sui trent’anni, alle prese con la crisi economica.
Pubblichiamo un post apparso qualche settimana fa su Medium di Dario Vignali, una bella lettera che racconta bene il vissuto di molti, sui trent’anni, alle prese con la crisi economica.
Sono partito 3 anni fa dopo una separazione da una compagna, dopo aver perso il lavoro, senza un euro, pieno di debiti, il morale sotto terra, la solitudine, non riuscivo più a dormire, la notte era un incubo e di giorno il fisico era a pezzi, faticavo a svolgere le più elementari azioni quotidiane, ho dovuto rinunciare alla mia vita privata, ci sto ancora rinunciando per certi versi per crearmi un futuro migliore e ricostruirmi anche come persona.
Facevo l’architetto sino a 3 anni e piano piano il crack, edilizia in crisi, lo studio per cui lavoravo mi chiedeva di fare sempre meno ore, sino ad arrivare al marzo 2012
“Paolo questa settima non c’è molto lavoro, ti richiamiamo la prossima..”
Dopo 10 anni di collaborazione, mai più sentiti… Sono partiti così centinaia di curriculum, ma nessuna risposta, proprio nessuna. A 40 anni, in questo campo, hai troppe competenze ma non hai speranza — meglio un entry-level da sfruttare per qualche disegno, qualche pratica, niente più.
Nessun ammortizzatore sociale, nessuna liquidazione, cassa integrazione, mobilità, non so nemmeno cosa siano, le p.iva per lo stato sono solo un bancomat, da sfruttare per rimpolpare le casse.
Quanta amarezza e quanta rabbia per tutto ciò, ma non volevo sfogarla sugli altri, non mi piace farlo, anche se è dura resistere alla tentazione, perché viene istintivo prendersela a destra e a manca quando le cose precipitano, sparando nel mucchio come molti fanno, quando sono incazzato nero cerco, non sempre ci riesco, di costruire qualcosa di diverso, di migliore per poter trasformare la negatività in pensiero positivo.
Anche se tutto attorno le cose non andavano mi son buttato sul web.
Non avevo alcuna competenza in materia, non sapevo assolutamente nulla di link, backlink, blog, e-commerce, prestashop, software gestionali, marketing, social network, html, wordpress e bla bla…
Avevo solo qualche centinaio di feedback positivi di un profilo ebay privato da sfruttare, che ho trasformato in negozietto, 2–3 appendiabiti, 4–5 mobiletti per bagno, ho tentato sperando di raccimolare qualche euro e ripianare per lo meno i debiti più urgenti.
La ricerca di fornitori, logistica, trasportatori, mille mail e telefonate, molte delle quali a vuoto perché sei Zero e, quando parti e non hai un negozio fisico, quasi nessuno ti da fiducia, mi sono aggrappato a quei pochi che l’han fatto, così sono arrivati i week end, le notti a scaricare foto, schede tecniche, caricare qualche articolo su ebay, nella speranza che qualche incosciente acquistasse da uno sconosciuto come me.
Dopo giorni e giorni, settimane di impegno e lavoro, avevo creato solo alcune decine di inserzioni. Gli altri venditori? Centinaia, migliaia… mi chiedevo come facessero, non ne avevo la più pallida idea e non mi potevo permettere la consulenza e l’aiuto di un esperto del settore.
Dovevo andare avanti da solo, lavorare e pensare il meno possibile, perché il momento era buio e mi sarei solo abbattuto se mi fossi fermato a pensare.
Nel frattempo mi dedico allo sport per ritrovare un po’ di benessere, prima la corsa, poi la bici, il nuoto, mi aiutano a scaricare tensione, tutto tempo speso positivamente.
Ritrovo un amico e con lui mi innamoro del triatlon, comincio a praticarlo ed a trovare nuovi stimoli, nuovi sogni, nuova linfa vitale inimmaginabileper me che solo pochi mesi prima faticavo ad alzarmi dal letto e trovare la forza di andare avanti.
Il primo da incosciente, con poca preparazione, fatto a Bardolino, arrivato strisciando tra gli ultimi… ma felice, tremendamente felice di essere arrivato.
Così arrivano nuove sfide e soddisfazioni sportive, che aiutano a trovare anche quelle lavorative. La gente comincia a darmi fiducia e ad acquistare, ma è troppo bello per essere vero, ricominciano dopo poco le sconfitte, mi accorgo che ebay è quasi inesistente quando hai un problema, che una minima infrazione a stupide regole, nascoste nei meandri di un regolamento cervellotico, ti possono portare alla sospensione del negozio e delle entrate.
Per 1–2–3 mesi e l’assistenza è quasi assente, solo mail e a volte risponditori automatici. Mentre tu stai precipiti nuovamente nello sconforto, nessuno si preoccupa di farsi vivo, poi ci si mette il tuo trasportatore: gestisce male consegne e rientri contrassegno, così ancora debiti, buchi di bilancio,conto in rosso.
In questa rinnovata bufera, non mollo lo sport che mi da la forza di proseguire, ma anche lì arriva un maledetto stop, le poche ore di sonno, il poco riposo.
La mia voglia di fare, di correre, mi spingono oltre. Non avevo nemmeno i soldi di cambiare scarpe, e così i continui microtraumi accumulati negli allenamenti e lo stress , provocano una tendinosi cronica e dolori alla schiena, che mi fermano e non mi permettono di praticare anche al momento questa mia passione.
Ho pianto molto, imprecato, tirato cazzotti al muro.
Mi son disperato per tutto quello che stava capitando, per la vita di m.. che ero costretto a fare e che non mi ero certo cercato.
Ho dovuto ricorrere ad una psichiatra perché nemmeno un toro può reggere a tale pressione, ma non mi vergogno di tutto ciò.
Capivo sempre più quegli imprenditori che si gettano da un ponte perché, quando sei dentro questo tritacarne fatto di dolore, sofferenza e sconfitte continue, è durissima uscirne.
Bisogna farlo, si ha il dovere di farlo. Non ho mai smesso di credere in quello che facevo e, pur al lumicino delle forze fisiche, nervose e mentali, come un toro sono andato avanti a costruire e ricostruire.
Ho capito che non potevo affidarmi solo ad ebay per il mio futuro. Un’e-commerce era necessario, ma non ne sapevo assolutamente nulla. Come cominciare, da dove partire, che software usare, domini, hosting… erano arabo per me.
Nuovamente senza soldi, le uniche risorse su cui potevo investire erano la tenacia e il mio tempo libero.
Ho rinunciato, quasi annullato, le ore di vita sociale, di riposo notturno, e mi son ributtato su questo fantastico mezzo che è internet, cercando ogni minimo trucco, informazione, nozione gratuita utile a perseguire lo scopo.
Mi sono occupato di qualsiasi aspetto creativo e operativo: grafica, amministrazione, sviluppo e tanto altro. Ti risparmio i particolari perché mi son già dilungato sin troppo. Dopo due anni senza la collaborazione di nessuno (chi è disposto a lavorar gratis anche se hai potenzialità e pensieri geniali in testa?) ho raggiunto migliaia di articoli e decine di nuove idee per sviluppare nuovi progetti che aiutino questa crescita continua.
Sento ancora gente lamentarsi, dare colpa al “governo”, ai “politici”, alla “crisi”, ma mai a se stessi.
La crisi ci ha forse portato sulla retta via. Ci ha tolto la serenità che prima ci era stata“regalata” dalla società del benessere che avevano costruito i nostri padri e che noi ora davamo per scontata.
Adesso questo benessere ce lo dobbiamo ri-conquistare, nessuno ce lo regalerà più.
Gran parte delle persone è abituata a pretendere dagli altri invece che da se stessi. Io ho voluto percorrere la strada opposta: sono andato contromano, mi son preso del matto a volte, dello strambo… ma oggi sono andato in banca ad estinguere anticipatamente un debito per i mobili di casa che ho contratto 6 anni fa.
Oggi ho un peso in meno sullo stomaco. A breve cambierò una solidissima golf del ’95 che ho spesso utilizzato come corriere espresso per risparmiare sui trasporti.
Ho ricominciato a dormire almeno 5–6 ore a notte, pago le bollette senza più pensieri, do un po’ di occupazione ad un fratello che suo malgrado ha perso 3 anni fa anch’egli il lavoro.
Dopo 4 agosti passati in soffitta invece che al mare, quest’estate, così come le prossime, andrò in vacanza e me ne starò ad oziare sotto il sole, con una nuova compagna che ringrazio perché, nonostante tutto, è riuscita a starmi vicino in questo mare in tempesta.
Chi è il matto, io o loro che stanno ancora lì a piangersi addosso?
Paolo di arredacasaonline.it
Post apparso originariamente su Medium