Il digitale deve tornare a ruotare attorno all’utente, all’individuo, come punto focale di arrivo e di partenza di ogni buona strategia aziendale
È l’Open Innovation, il nuovo approccio ad un mondo nel quale i confini sfumano e le barriere tradizionali vengono meno, cancellate a colpi di reti informatiche. Ci sentiamo tutti un po’ protagonisti del processo in atto, ma questa apertura, nata nell’arena della condivisione digitale, comporta nuovi modi di pensare le organizzazione, che diventano reti di relazioni complesse, ecosistemi veri e propri. Anche i consumatori, in questo contesto di rete digitale, diventano parte interattiva e proattiva, attraverso forme di autoproduzione e autoconsumo.
È in quest’ottica che, come spiega il fondatore del Design Lab dell’università di San Diego, tra i maggiori esperti di UX, Donald Norman “nessun prodotto è un’isola. Un prodotto è molto più che un prodotto. È un insieme coeso e integrato di esperienze.”
E aggiungerei che nella società attuale, ciò che risulta inevitabile è il passaggio da un’ economia puramente di prodotto a un’economia dell’esperienza d’uso del prodotto.
Le nostre esperienze di fruizione, infatti, sono sempre più complesse, abbracciano più media, anche contemporaneamente, intrecciano prodotti e servizi, ma anche processi e persone e comportano il coinvolgimento di spazi tanto fisici, quanto digitali.
Un esempio? La tradizionale esperienza d’acquisto all’interno di un negozio non basta più, è per questo che ormai molte persone si affidano all’e-commerce. Ma cosa cambierebbe se gli iBeacon diventassero lo strumento preferito dei negozianti? Pensiamo a uno store che, tramite notifiche, aiuti il cliente a identificare promozioni e il prodotto più adatto alle sue esigenze. Il negozio fisico potrebbe sostituire la ricerca autonoma del cliente, migliorando notevolmente la sua esperienza d’acquisto. In questo quadro, sono l’architettura dell’informazione e la progettazione di interfacce grafiche usabili e appaganti che rendono fluide queste esperienze.
Siamo ormai abituati a ricette facili e veloci, le troviamo sui blog e sui gruppi Facebook ai quali siamo iscritti; ci concentriamo sempre più spesso sul piccolo pezzo di codice da inserire sul nostro sito, sul cambiare la fotografia, sul proporre qualche contenuto in più, sul piccolo pezzo del puzzle insomma, senza tenere in considerazione le varie relazioni che uniscono i diversi punti dell’intero sistema, senza considerare il nostro interlocutore. Troppo spesso ci si dimentica dell’utente, dell’individuo che esperisce i nostri prodotti o servizi e crea con essi una relazione indissolubile.
Tuttavia, è proprio nell’ottica della User Experience che risulta necessario ripensare il proprio modello di business, non necessariamente stravolgendo le proprie attività, ma considerando l’integrazione degli elementi come valore aggiunto. E l’esperto di User Experience fa proprio questo: elabora l’intera product – user experience, creando interfacce tangibili, che semplifichino e rendano efficace l’interazione dell’utente con il prodotto o servizio, non solo in ambito digitale.
La reinvenzione digitale deve tornare a ruotare attorno all’utente, all’individuo, come punto focale di arrivo e di partenza di ogni buona strategia aziendale
La necessità è quella di avere professionisti all’avanguardia che sappiano integrare un approccio al design incentrato sullo studio dei propri clienti, sull’individuazione dei loro bisogni, delle loro pratiche e dei significati che guidano le loro azioni.
Ed è con questa esigenza che la TAG Innovation School, la scuola dell’innovazione nata da Talent Garden, mette a disposizione tre borse di studio per UX Design Master, l’unico percorso formativo non convenzionale che forma UX Designer, esperti di “esperienza utente” in grado di analizzare il modo in cui le persone percepiscono una determinata esperienza, digitale e non, e di proporre soluzioni efficaci che assicurino all’utente un’usabilità fluida.
Al termine del percorso, i partecipanti sapranno analizzare e codificare i comportamenti degli utenti, implementare i design concepiti attraverso la programmazione front end, identificare il modo migliore per organizzare le informazioni in un sito o in un’app ed elaborare strategie di brand engagement. Saranno in grado inoltre di progettare prodotti digitali con una fruibilità semplice ed intuitiva, di utilizzare il visual design per immaginare UX belle ed efficaci ed entreranno nel mondo del lavoro come professionisti in ambito User Experience. Infatti, al termine delle 12 settimane, sarà garantito loro uno stage retribuito della durata di 6 mesi, in una delle aziende partner, tra cui ricordiamo Design Group Italia, RndLab, Condé Nast, Nois3, LiveXtension, OilProject e Moze
La reinvenzione digitale deve tornare a ruotare attorno all’utente, all’individuo, come punto focale di arrivo e di partenza di ogni buona strategia aziendale.
Alessandro Rimassa
Direttore Tag Innovation School