Cubbit è il device IoT che trasforma i tuoi hard disk esterni in cloud, semplicemente collegandoli a un router. Puoi connettere memoria senza alcun limite, al prezzo più basso sul mercato: è l’all-you-can cloud
Cubbit è il device IoT che trasforma i tuoi hard disk esterni in cloud, semplicemente collegandoli a un router. Puoi connettere memoria senza alcun limite, al prezzo più basso sul mercato: è l’all-you-can cloud. Con Cubbit ribalti la logica tradizionale: più memoria aggiungi al tuo cloud, più il prezzo del servizio diminuisce, fino a 0,99€ al mese. La startup è stata fondata a luglio di quest’anno dopo alcuni mesi di studio e di sviluppo del progetto. I soci fondatori (che rispondono alle nostre domande) sono Marco Moschettini, Stefano Onofri, Lorenzo Posani e Alessandro Cillario. Cubbit è tra le dieci finaliste della competition per startup promossa da Registro.it, giunta alla sua quinta edizione.
Diteci qualcosa di voi: cosa volevate fare da piccoli? Qual è il vostro percorso di studi? Quali sono state le esperienze che hanno cambiato la vostra vita?
Il nostro team è molto eterogeneo e con storie diverse alle spalle, ma c’è un aspetto che abbiamo tutti in comune fin dalla nascita e che senz’altro ci ha avvicinati: la curiosità. Il desiderio di indagare, scoprire, sperimentare è qualcosa che ci ha accompagnato fin da bambini. C’è chi sognava di fare il geologo e chi si sentiva giornalista, ma tutti ci entusiasmavamo per qualsiasi novità che ci desse nuovi stimoli. Abbiamo fatto studi liceali: tre allo scientifico (per poi finire rispettivamente a Fisica, Economia e Giurisprudenza) e uno al classico, dove però gli è nata la passione per l’informatica che lo ha portato a iscriversi ad ingegneria. Come spesso accade, per tutti la scelta universitaria è stata uno snodo fondamentale che ha dato una direzione alla nostra vita, ma che non ci ha fatto rinunciare alla nostra curiosità e al desiderio di guardare oltre alle mura della propria facoltà.
Come vi siete conosciuti?
Potremmo dire che la Cubbit srls da poco costituita è formata da due anime complementari: Marco e Lorenzo rappresentano quella tecnologica e lavorano instancabilmente a delineare ed affinare l’architettura di rete di Cubbit e a coordinarne la scrittura del software. Avevano già sviluppato vari progetti informatici insieme e quella di oggi rappresenta senz’altro la sfida più complessa della loro collaborazione. Stefano e Alessandro rappresentano invece l’anima business del progetto, e si occupano di studiarne lo sviluppo per riuscire ad arrivare sul mercato. Si sono conosciuti al liceo facendo insieme i rappresentanti di istituto, e da allora hanno sempre continuato a lavorare insieme, fino ad appassionarsi al mondo startup e ad ideare insieme all’Università di Bologna lo StartUp Day Unibo.
Tutti ci conoscevamo da tempo per amicizie e conoscenze comuni, ma le due anime, tech e business, si sono incontrate per far nascere Cubbit grazie a un’altra persona… Ma questo ve lo raccontiamo dopo.
Come vi vedete tra 10 anni?
Ognuno di noi ha molti sogni nel cassetto, e dieci anni sono un periodo piuttosto lungo per fare previsioni. Di certo, sappiamo che cercheremo sempre strade che possano lasciare spazio alla nostra creatività, al desiderio di ricercare e di creare qualcosa che possa essere utile alle persone. Per quanto riguarda Cubbit, siamo consapevoli del suo potenziale e della sua scalabilità. Per questo speriamo che diventi – ben prima del 2026 – una startup di successo.
Ma i sogni bisogna costruirseli da soli, e la prospettiva che conta, adesso, è quella presente.
Chi ha avuto l’idea? Vi ricordate cosa stavate facendo in quel preciso momento?
La nostra è una storia particolare. Come abbiamo accennato, è un’altra persona che ci ha fatti incontrare. E visto che questo è l’anno delle Olimpiadi, potremmo dire che è stato il primo tedoforo ad accendere l’idea di Cubbit. Matteo Monti – questo è il nome dell’originario ideatore – stava camminando insieme a Lorenzo in centro a Parigi. La destinazione era casa di Stefano, che festeggiava la fine del suo Erasmus. Durante la camminata i due erano persi nel solito brain-storming su come sviluppare nuovi progetti, e a Matteo venne in mente di utilizzare uno spazio fisico domestico per fornire un servizio cloud. Presi dall’entusiasmo arrivarono di corsa da Stefano e gli raccontarono l’idea. Per il resto della serata tutti e tre non parlarono d’altro: la festa proseguì quasi senza il festeggiato, ma in compenso era nato Cubbit. Qualche settimana fa, poi, terminata una prima fase di intenso lavoro, siamo arrivati al momento della costituzione della società. Matteo ha deciso di non parteciparvi per poter dedicarsi a tempo pieno alla ricerca accademica. Ma a quel punto il “fuoco” era acceso, e l’Olimpiade è appena iniziata.
Qual è il vostro punto di forza e qual è, in breve, il vostro business model?
Nel nostro pitch elenchiamo 10 punti di forza che rendono Cubbit una startup scalabile e nata per essere globale. Riassumendoli possiamo dire che offriremo il Cloud più economico, veloce ed efficiente, in un mercato che è in vertiginosa espansione (oggi più di 1,4 miliardi di utenti usano il Cloud, e si stima che nel 2018 saranno circa 2 miliardi). Ma sono troppi gli startupper che con il loro progetto credono di cambiare il mondo in un battito di ciglia. Non volevamo cadere in questo errore e abbiamo analizzato la situazione: dopo una fase esplorativa in cui ci siamo autofinanziati con circa 15.000 € per studiare la fattibilità del progetto, sappiamo di poter ottenere l’obiettivo tecnologico che ci siamo posti, ma la strada è estremamente complessa e siamo solo all’inizio.
Il nostro business model è fondato sul servizio all you can cloud: Cubbit è un device fisico che, connesso a un router, trasformerà tutti gli hard disk esterni che saranno collegati dall’utente in un vero spazio cloud con la fee mensile più bassa sul mercato. La più grande innovazione dal lato dell’utente è che, con Cubbit, per la prima volta più spazio cloud usi, meno paghi. Un esempio? 2,49€ al mese per 1TB, 0,99€ se ne usi più di 2,5TB!
Raccontateci i momenti salienti della storia della startup
Quando abbiamo deciso far nascere Cubbit, ci siamo subito resi conto che la sua complessità avrebbe richiesto tutte le nostre energie. Quindi abbiamo scelto di aspettare la fine degli studi: a marzo 2016 ci siamo laureati, e il 1° aprile abbiamo concretamente iniziato a lavorare al progetto, investendo 15.000 euro per avvalerci delle competenze di altri 9 collaboratori ed effettuare una fase esplorativa che è durata 4 mesi. Nel frattempo avevamo anche ristrutturato un appartamento di nostra proprietà e lo abbiamo messo in affitto su Airbnb: è stata una faticaccia, ma ci ha permesso di arrotondare molte spese, e di avere un “ufficio” provvisorio.
Fra aprile e luglio, mentre la stesura del codice sorgente proseguiva, abbiamo partecipato a numerosi bandi, togliendoci più di una soddisfazione: prima abbiamo vinto il bando di Aster ottenendo un ufficio in uno dei luoghi migliori di Bologna, i Giardini Margherita. Abbiamo vinto il Myllennium Award, organizzato a Roma dalla famiglia Barletta, ottenendo così 10.000 euro di premio e un viaggio al Boston Innovation Gateway per questo autunno.
Siamo poi stati selezionati per la categoria Gold del premio UpIdea!, organizzato da Unindustria Reggio Emilia
Ma non vogliamo fermarci: siamo alle fasi finali della Starcup Emilia Romagna e parteciperemo al festival dell’innovazione Heroes di Maratea a fine settembre. Al momento stiamo poi trattando con potenziali partner per ottenere un primo angel investment di circa 70k, necessario per completare il prototipo funzionante di Cubbit.
Come avete conosciuto .itCup Registro?
Semplice. Quando abbiamo deciso di iniziare a sviluppare Cubbit, una delle prime cose che abbiamo fatto è stata mappare i bandi per startup più interessanti a livello nazionale. Molti link rimandavano a .itCup: siamo andati subito a studiare il sito.
Perché avete deciso di partecipare?
Avendo partecipato a numerosi bandi, quando abbiamo letto quello di .itCup ci è sembrato un percorso che potesse fare al caso nostro, sia dal punto di vista della formazione, sia degli altri premi che vengono attribuiti ai vincitori, come il viaggio in Silicon Valley. Il feedback molto positivo ricevuto da chi aveva partecipato l’anno scorso, poi, non ci ha lasciato dubbi: abbiamo subito presentato la nostra application.
Perché pensate di poter vincere e, in caso, cosa farete con il premio?
Crediamo nel potenziale di Cubbit, nel lavoro che stiamo facendo e nel valore del nostro team – che ha competenze accademiche e lavorative eterogenee e complementari. Siamo una startup in senso stretto: proponiamo un modello di business scalabile e nato per essere globale. Proprio per questo il programma Mind the Bridge in palio potrebbe fare la differenza nel nostro percorso.
Qual è la vostra ricetta per una startup di successo?
Un esperto di innovazione tempo fa ci disse: il successo non è un’esperienza trasmissibile. Non abbiamo ricette, ma molta tenacia ed entusiasmo.