Un luogo importante soprattutto per i giovani che rischiano di non ricordare il lavoro del magistrato
Il sorriso di Paolo Borsellino caricaturato da un giovane artista genovese tra le sagome degli agenti di scorta, piazzato al centro di una stanza della villa che venticinque anni fa faceva parte di un residence dove Totò Riina si era rifugiato, è la migliore risposta alla mafia. Dai primi di gennaio nell’ex quartiere edificato dai fratelli Sansone che ospitò il famoso covo del boss corleonese c’è il Centro studi “Paolo Borsellino”: un luogo che Rita, la sorella del magistrato e il suo staff pensano con la porta sempre aperta ai più giovani.
Dov’è il Centro studi “Paolo Borsellino”
Per arrivarci bisogna abbandonare la circonvallazione di Palermo all’altezza dell’ex Motel “Agip”. Siamo in via Bernini nel quartiere “Uditore”. Oggi accanto al centro studi “Borsellino” c’è l’ordine dei giornalisti e una caserma dei carabinieri ma nel 1992 Riina qui visse con la moglie Ninetta Bagarella e con i figli brindando la sera della strage di Capaci. Il covo del boss è proprio accanto al centro studi immerso in un’oasi verde tra piscine e viali alberati. La mafia è stata cacciata da uomini come il sindaco Leoluca Orlando che il 3 gennaio scorso era a fianco di Rita Borsellino ad inaugurare questo nuovo presidio di legalità.