Continua il dibattito sul cellulare in classe: strumento utile o solo una distrazione? Due istituti di Varese credono di più alla prima ipotesi e avviano il Byod in classe
“Non demonizziamo i cellulari, servono per studiare”. A lanciare questa campagna non sono dei giovani liceali che non possono fare a meno dello smartphone e nemmeno qualche compagnia telefonica ma i dirigenti di due scuole: la media “Vidoletti” e il liceo artistico “Frattini” di Varese che stanno lanciando due iniziative singolari per dimostrare che non serve a nulla censurare l’uso del telefonino in aula. Anzi. In questi due istituti docenti e alunni hanno stretto un’alleanza e hanno deciso di invertire la tendenza, di non usare lo smartphone solo per taggare, postare o chattare ma per apprendere.
Il Byod
Qualcuno storcerà il naso ma intanto al liceo i ragazzi tra qualche giorno potranno scaricare sul proprio telefonino la lezione d’inglese grazie ad alcune apparecchiature installate nel laboratorio linguistico della scuola. Un passo che rende operativo le linee guida del Piano Nazionale per la Scuola Digitale del ministero dell’Istruzione che prevede l’uso del Byod che sta per Bring your own device ossia una politica per cui l’utilizzo di dispositivi elettronici personali durante le attività didattiche è possibile ed efficientemente integrato. Un tema che rende la classe digitale “leggera” con aule in grado di ospitare metodologie didattiche differenti.
Insegnare anche i rischi
Una bella e rara sperimentazione che il liceo “Frattini” sta portando avanti con convinzione così come alla media “Vidoletti” hanno deciso di lavorare ad un progetto per introdurre l’uso del telefonino con tanto di ore di lezione dedicate ad insegnare i rischi di un uso errato dello strumento più usato dai nostri ragazzi. Una sfida che è anche una risposta concreta ed intelligente agli episodi che si sono registrati anche al “Frattini” nelle scorse settimane dove degli studenti hanno registrato e postato il litigio di alcuni loro compagni. Di fronte a quanto accaduto, il dirigente e il suo staff di insegnanti non hanno puntato il dito contro il cellulare ma hanno deciso di promuovere iniziative costruttive ed educative.
Dal Miur un parere favorevole
Sulla questione recentemente era intervenuto anche il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che aveva promosso l’uso del cellulare anche come ausilio per i ragazzi autistici o altre forme di disabilità. Sono ormai lontani i tempi in cui il ministro Giuseppe Fioroni con tanto di circolare condannava l’uso del telefonino considerandolo solo un elemento di distrazione. Son passati alcuni anni ma finalmente qualcuno comincia a comprendere che il problema non è lo strumento ma il come lo si usa. Alla “Vidoletti” di Varese sono riusciti a mettere in atto una sorta di educazione alla cittadinanza digitale che è ciò che serve per innovare veramente la nostra scuola senza demonizzare i ragazzi e le loro abitudini digitali.