Il Polo Formativo LegnoArredo insegna il mestiere del falegname, unendo la tradizione con le nuove tecnologie. Con l’obiettivo di rispondere alla richiesta da parte delle aziende di profili professionali e dare un’opportunità concreta ai giovani
Mastro Geppetto ora va all’Università. Se un tempo per diventare falegname bastava entrare in qualche bottega e imparare il mestiere, oggi, in Lombardia, chi vuole intraprendere questa strada ha la possibilità di diventare un professionista grazie al Polo Formativo LegnoArredo nato per dare ai giovani un’opportunità concreta. Per comprendere l’importanza di questo progetto che ha tutte le carte in regola per essere all’altezza di un’accademia del settore, bisogna andare a Lentate sul Seveso dove dal 2013 è partita questa esperienza e dove il prossimo settembre verrà inaugurata una nuova sede che punta all’eccellenza: più di 3.800 metri quadrati di cui 1.500 dedicati ai laboratori perché fin dai banchi i giovani possano toccare con mano il legno, la materia alla quale dedicheranno la loro vita.
Studiare guardando all’industria 4.0
L’intenzione è quella di realizzare uno spazio laboratoriale tecnologico, capace di rispondere alle esigenze di quest’epoca che punta all’industria 4.0. Ma non solo. Da settembre, in questa nuova realtà che potrà accogliere fino a 220 studenti, partirà un nuovo corso di operatore edile per le costruzioni in legno. Quest’ultimo si andrà ad aggiungere a quelli già in atto di operatore del legno e di tecnico superiore per il prodotto, marketing e internazionalizzazione nel settore, parallelo alla formazione universitaria e definito post diploma.
Inoltre al Polo esiste anche la formazione continua e permanente per chi già lavora: un’opportunità per chi ha già un contratto o una qualsiasi forma autonoma di occupazione.
Un modo di intendere il mestiere in maniera diversa da come siamo abituati. Qui nessuno può pensare di fare questa scuola come ripiego, semplicemente perché non ha voglia di studiare. E nemmeno chi ha investito più di tre milioni e mezzo (Regione Lombardia e Fondazioni varie) per realizzare la nuova sede ha pensato ad una scuola ideata semplicemente per chi non ama stare troppe ore davanti al libro. Il Polo Formativo LegnoArredo nasce per dare una risposta concreta alle imprese e per offrire una reale opportunità occupazionale ai ragazzi. Chi si è messo attorno al tavolo per creare questo gioiello dell’arte del falegname ha investito in termini non solo finanziari ma di risorse umane.
Riempire la lacuna di professionalità
A fine 2008, Regione Lombardia assegna un finanziamento a FederlegnoArredo per la realizzazione di una ricerca finalizzata all’analisi dello sviluppo del rapporto scuola-lavoro nel settore legno-arredo e alla valorizzazione e promozione della filiera del legno-arredo lombardo nel contesto produttivo brianzolo. Avviene così l’incontro tra FederlegnoArredo e un piccolo ma moderno Centro servizi per la formazione e il lavoro: Aslam, una Cooperativa Sociale, che dal 1996 opera nel settore della formazione, dell’orientamento e dei servizi al lavoro. Uno sposalizio che ha dato i suoi frutti proprio a partire dall’analisi comune dei dati emersi. “Alcune figure stanno venendo a mancare: sulla parte produttiva nei prossimi anni molte persone andranno in pensione. Si parla di 30 mila addetti a livello nazionale. Sulla parte commerciale – spiega Giovanni Albetti, responsabile del progetto del Polo formativo – le aziende si sono adoperate per andare ad esportare all’estero i prodotti per sopravvivere alla crisi del mercato interno. C’è stato uno studio per capire quali sarebbero state le figure necessarie. Questi percorsi fatti in alternanza scuola-lavoro rendono efficace la preparazione di questi ragazzi”. Ad insegnare ai giovani che frequentano questi corsi ci sono professori di matematica e lettere ma soprattutto professionisti o falegnami o addetti del settore commerciale: “più del 50% arriva dal mondo del lavoro”, continua Albetti.
Un lavoro che inizia presto
Gente che sa, che conosce il legno, che riesce a trasmettere il mestiere. “Le famiglie – spiega il responsabile – cominciano a capire che non è sbagliato istruire ad un lavoro un ragazzo. Tra i nostri giovani ci sono ragazzi che avrebbero potuto fare il liceo tranquillamente. Un ragazzo che intraprende un percorso di questo tipo, a vent’anni è già in azienda e ricopre dei ruoli di responsabilità arrivando a percepire uno stipendio superiore a chi esce dall’Università. Quelli che fanno il percorso professionale il terzo e quarto anno lo fanno in apprendistato perciò sono già assunti: si diplomano mentre lavorano”. Il tutto è nato, non a caso, sotto il cielo della Brianza, uno dei più significativi sistemi produttivi italiani e grazie al sistema “Legno-Arredo” che conta più di otto mila imprese e rappresenta il secondo settore manifatturiero per numero di aziende.
Il salto di qualità
Nonostante la crisi questo settore ha tenuto, ma ora ha bisogno di fare il salto di qualità. Servono operai specializzati, gente capace ad adoperare macchine a controllo numerico, uomini e donne che abbiano competenze commerciali e di marketing. In quest’ottica si inquadra la risposta che è stata data dal Polo Formativo che guarda in là, oltre il 2017, punta a portare l’Italia fuori dai confini e allo stesso tempo a mantenere nel Paese un mestiere che è stato capace per tanti anni di essere motore di territori come la Brianza o la Val d’Era in Toscana. Lo spiega bene Riccardo Balestreri che ha scelto questo tipo di corsi per un suo interesse personale e frequentando la scuola ha capito che la sua formazione gli permetteva di avere una componente pratica essenziale ben oltre l’università.