Donald Trump ha convocato le maggiori aziende tech degli USA per un summit sul futuro tecnologico del Paese. Tra i partecipanti anche Cook, Page, Nadella. Forse anche Bezos. Molti hanno detto no: da Uber a AirBnb, da Netflix a Slack.
Donald Trump, 45esimo Presidente degli Stati Uniti, ha convocato, per oggi, un summit con tutti i rappresentanti delle principali aziende hi-tech americane. Dalla Silicon Valley, da Seattle, da New York e da tutti gli altri centri nevralgici del Paese. Tutti convocati alla Trump Tower per riflettere su temi che riguardano l’economia, il lavoro, la produzione. La lista dei partecipanti, piuttosto lunga, è stata in parte svelata da USA Today e poi ripresa, e allargata, da altri siti come Bloomberg.
Chi parteciperà
All’evento sarà presente Peter Thiel, co-founder di Paypal, uno dei pochi imprenditori ad aver sostenuto Trump durante la sua campagna elettorale. Intorno al tavolo troveranno posto Larry Page di Google, Tim Cook di Apple, Sheryl Sandberg di Facebook. Ma c’è anche chi scommette che il posto riservato a Jeff Bezos, numero uno di Amazon, non dovrebbe rimanere vuoto, nonostante la sua presa di posizione anti-Trump. Senza dimenticare Satya Nadella di Microsoft, Ginni Rometty di IBM, Chuck Robbins di Cisco e Safra Catz di Oracle
Catz ha raccontato in un comunicato l’entusiasmo con cui vivrà l’incontro con Trump: «Ho intenzione di dire al presidente eletto che siamo con lui e che lo aiuteremo in ogni modo possibile. Se riuscirà a riformare la pressione fiscale, ridurre la regolamentazione e negoziare migliori offerte commerciali, l’industria della tecnologia degli Stati Uniti sarà più forte e più competitiva che mai». Appoggio incondizionato, certo, ma anche una lista di provvedimenti che alcuni tra i top manager si aspettano dalla presidenza repubblicana nei prossimi 4 anni.
Chi non ci sarà
Nella lista ci sono molti nomi che sono stati depennati. Ovvero tutte quelle realtà che hanno già deciso di volgere le spalle alla nuova amministrazione e che non hanno risposto alla chiamata alle armi. I rifiuti sono eccellenti e riguardano soprattutto startup giovani e rappresentati della “sharing economy”: da Travis Kalanick di Uber a Brian Chesky di Airbnb; da Reed Hastings di Netflix a Stewart Butterfield di Slack; da Drew Houston di Dropbox a Marc Benioff di Salesforce. Anche Marc Andreessen, uno dei principali investitori americani, ha declinato l’invito. La parte più giovane della Silicon Valley ha deciso di rimanere fedele ai valori che Barack Obama ha espresso in questi anni e che, con la mancata elezione Hillary Clinton, rischiano di essere profondamente stravolti o rimandati di diversi anni.