Gli artigiani digitali visti con gli occhi di una 18 enne innamorata. Quello è il suo mondo e ci spiega perché la fa sognare
Questo è un mondo magico, fidatevi di me. È come essere in un cartone animato, in uno di quei mondi bellissimi che noi bambini sogniamo nella nostra mente. Anzi no, è molto, molto di più. Qui ci abitano i robot e noi umani siamo solo ospiti, qui ci sono droni che volano e sogni che si realizzano, che arrivano a toccare il cielo, che rendono liberi, felici, diversi. Lo so, può sembrare strano ma è tutto vero, non ci credevo neanche io quando ci sono entrata la prima volta e per paura son corsa in braccio, ora che i miei piedi toccano davvero questo pianeta, ho gli occhi che brillano. Non vi nego che da quaggiù tutto sembra più grande e imponente ma io non ho paura, mi tengono per mano ed io curiosa e entusiasta ho solo voglia di veder tutto di questo mondo magico.
Questo nuovo mondo piace a tante persone, io ci sono abituata. Tutto quello che immaginavo giocando, disegnando, leggendo e raccontando storie, finalmente è diventato reale, per me viverlo è un sogno. Ci sono stampanti con cui posso creare cosa voglio, senza dover intrappolare i miei desideri in un foglio inanimato, ora tutto prenderà forma e vita, ci sono robot che posso costruire, comandare, controllare. Non immaginerò più i loro movimenti, non cambierò più voce pur di dar loro un anima. Posso farlo davvero, voglio farlo davvero. Si, voglio costruire un robot, voglio imparare a programmarlo e voglio crearne uno grandissimo, anzi, voglio fare qualcosa di utile, qualcosa che possa aiutare altre persone così forse chi non è voluto entrar con me qui mi crederà e non prenderà in giro una bambina che a differenza loro sa sognare e vuole solo dimostrare quanto sia bello farlo. Io le mie paure le sto superando, non mi tengono più per mano, ora son dietro di me e se mai cadrò loro saranno il mio esempio, il mio pilastro, e mi ricorderanno che son forte e che potrò sempre rialzarmi.
Devo far qualcosa, devo iniziare a camminare da sola e ora devo iniziare nel mio piccolo a ricostruire questo pianeta. Forse se tutti insieme unissimo le nostre forze sarebbe più facile ma non ci riesco, mi dicono che parlo troppo ma in realtà dico solo la verità. Non è colpa mia se ci sono ragazzi della mia età o più piccoli che già camminano da soli e adulti che per troppo tempo hanno preferito restare aggrappati a mani stanche e che ora, da quando son rimasti soli restano seduti, immobili, in un angolo. Io comunque voglio provarci, soprattutto perché inizio a vedere gente che “gattona” e bimbi che fanno i primi passi. E ce la metterò tutta, lo giuro, perché questo mondo non voglio più immaginarlo e desiderarlo, voglio costruirlo e viverlo
Ho il cuore che trema e con le mani intingo la penna nell’anima e mi racconto. Sono una bambina che sta crescendo, ho paura ma so di avere gambe forti, e voglio dire grazie a quelle due persone, a quei due docenti dell’istituto Ludovico Pepe di Ostuni, Mimmo Aprile e Paola Lisimberti, che mi hanno condotta in questo mondo in braccio, che mi hanno tenuta per mano durante i primi passi e che ora son dietro di me a darmi coraggio. Il mio ringraziamento sa di felicità, soddisfazioni, lacrime, emozioni, sorrisi, abbracci. Ora ho 18 anni e mi ritrovo intrappolata dietro un banco di scuola e con una penna tra le dita, su un foglio bianco, cercando di evadere e tornare con la mente a quei giorni della Maker Faire Rome che mi hanno portata nel suo mondo, rendendo tutto ancora più magico.