Nel 1969 Bruno Ferrin comincia a costruire un parco giochi per la sua osteria “Ai Pioppi”. Oggi il parco ha 40 attrazioni, tutte home-made e senza motore, che hanno impressionato anche il Guardian
Tutto nasce dall’osteria. O meglio dalla necessità di imparare a usare la saldatrice per appendere le salsicce dell’osteria. Siamo a Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso. Il 15 giugno 1969 Bruno Ferrin e Marisa Zaghis aprono l’osteria “ai Pioppi”. Il nome al piccolo ristorante lo dà il boschetto tutt’intorno, una macchia verde che costituisce per i clienti una zona relax perfetta per riposarsi dopo pranzo. Bruno ha ormai imparato a usare la saldatrice, e subito dopo aver aperto l’osteria, si mette al lavoro per realizzare qualche gioco da offrire ai bambini dei suoi clienti. E’ un vero maker, e la sua passione per la costruzione di attrazioni cresce giorno dopo giorno. All’inizio si tratta solo di qualche tavolo e un’altalena: Bruno e sua moglie vendono salsicce, braciole e qualche altro cibo tipico veneto. Poi si accorgono che i clienti apprezzano molto il boschetto, e sono sempre più numerosi. L’osteria si allarga e il parco giochi anche. Oggi il luna park “ai Pioppi” è un parco con 40 attrazioni tutte completamente fatte a mano, omologate e senza motore.
Ci sono le montagne russe che funzionano solo grazie a giochi di pendenze e gravità, un tagadà che va di energia cinetica e costruzioni ispirate ai lavori di Leonardo Da Vinci. Poi c’è uno scivolo che ha 40 anni e un tappeto sul quale i bambini saltano fatto da anelli di gomma intrecciati. “Il rumore di un ramo, una foglia che cade, un sasso che rotola…le idee mi vengono così. Penso che potrei usare lo stesso movimento in una delle mie giostre” spiega Bruno, che dal 1969 non ha mai più posato saldatrice e martello. In effetti le sue giostre, ispirate dalla natura, sono con essa perfettamente integrate. Perfino i rumori che emettono sembrano appartenere al bosco e non sembrano derivare da qualcosa che è stato costruito dall’uomo.
Il parco è diventato più famoso dell’osteria stessa, tanto da meritarsi un posto nella classifica del Guardian dei “10 parchi giochi e attrazioni fatte a mano più originali”. In realtà, come si specifica sul sito del ristorante, le attrazioni nel boschetto hanno mantenuto lo spirito iniziale e sono riservate solo ai clienti dell’osteria: nonostante il successo, si è voluto mantenere unite le due entità.
“Non immaginavo che avesse questo successo quando ho cominciato” ammette Bruno. Il ristorante “ai Pioppi” ora è tenuto dalle figlie di Bruno, che per il futuro spera in una continuazione del suo lavoro: “Come si dice, cavallo che vince non si cambia. Mi auguro che continueranno quello che ho iniziato, ma certo non posso imporre la mia visione e chi verrà dopo di me. La scelta a quel punto sarà loro”. Bruno continua a lavorare con molto entusiasmo: “Anche se sono avanti con gli anni, ho ancora grinta e non mi fermo”.
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