A settembre voleranno a Cape Canaveral per assistere ad un lancio nello spazio. Il team “IceCram” è stato scelto tra più di 1200 progetti da tutto il mondo: l’app LIVEGlacier monitorerà lo stato di salute dei ghiacciai
«Essere arrivati in finale era già incredibile, una soddisfazione enorme. Devo ammettere che, arrivati a quel punto, abbiamo iniziato a crederci davvero…». Andrea Nascetti è il responsabile del progetto “IceCream”, vincitore del premio Galactic Impact award nell’ambito della NASA International Space Apps Challenge, una maratona di programmazione di 48 ore che ha l’obiettivo di trovare soluzioni “open source” ai problemi globali. Dell’arrivo in finale del team vi avevamo già parlato qui. La gara si è svolta dal 22 al 24 aprile, in contemporanea in 170 location in tutto il mondo. Hanno partecipato 15mila tra sviluppatori, studenti o semplici appassionati, per un totale di 1200 progetti. Tra tutti, quello di Nascetti e del suo team è stato giudicato il migliore.
Cosa avete pensato quando è arrivata l’email della Nasa che vi annunciava di essere i vincitori del Galactic Impact award?
«Eravamo increduli, la concorrenza era pazzesca, si sfidavano i migliori giovani di tutto il mondo. Noi eravamo in finale con due team di Berkeley e due della Silicon Valley e invece l’agenzia spaziale ha scelto la nostra idea. E’ un grande riconoscimento che premia il nostro lavoro e dimostra che anche in Italia siamo in grado di arrivare a certi livelli».
Ci spieghi il progetto?
«LIVEGlacier è una app che monitora lo stato di salute dei ghiacciai. Attraverso le immagini che ci arrivano dal satellite possiamo misurare la velocità superficiale di scorrimento, dato che ci consente di capire quanto velocemente si sta sciogliendo. In pratica possiamo tenere sotto controllo in tempo reale il riscaldamento atmosferico».
Quali altri usi prevedete per la vostra app?
«Abbiamo pensato che quello dell’aumento delle temperature è un problema che riguarda tutti e per questo tutti possono, anzi devono, dare il proprio contributo per tenerlo sotto controllo. Quindi abbiamo previsto una funzione per caricare le foto fatte dagli appassionati (il turismo di questo tipo è in costante crescita) ai ghiacciai di tutto il mondo. In questo modo avremo un archivio fotografico di fondamentale importanza, che si unirà ai dati in arrivo dal satellite».
Da chi è formata la vostra squadra?
«Tre di noi fanno parte della startup Kuaternion, che si occupa di geomatica e posizionamento: io, Martina Di Rita e Roberta Ravanelli, dottorande presso l’Area di geodesia e geomatica del DICEA. Insieme a noi ci sono Marco Di Tullio e Fabiana Milza, studenti rispettivamente di Ingegneria per l’ambiente ed il territorio e Ingegneria Astronautica, Paola Beligheri, dottoranda in Management alla LUISS e Gabriele Mamoli, designer di una delle startup nel programma di accelerazione di LuissEnlabs».
Torniamo a parlare della vostra vittoria. Cosa vi aspetta ora?
«A settembre andremo a Cape Canaveral ad assistere ad un lancio, ospiti della Nasa. Avremo la possibilità di vedere tutte le loro strutture, di vedere come lavorano, di parlare con i tecnici. Ma soprattutto parleremo con lo staff che ha scelto il nostro progetto, la speranza è che decidano di portarlo avanti insieme a noi».
Se così non fosse, come pensate di muovervi? Cosa vi riserva il futuro?
«In ogni caso porteremo avanti il nostro progetto, cercando finanziamenti da qualche altra parte. Il fatto di aver vinto questo premio ci dà una certificazione di qualità, abbiamo l’endorsement della Nasa, siamo sicuri che troveremo qualcuno pronto a sostenerci e a sviluppare la nostra idea».