Il Movimento delle Avanguardie educative mette in discussione i libri di testo usati fino ad oggi ed immagina testi didattici nuovi, integrati con i tablet
Non solo libro. Potrebbe chiamarsi così la campagna portata avanti dal Movimento delle Avanguardie educative per integrare o sostituire i testi didattici con altre risorse autoprodotte. L’idea è quella di cambiare volto alla scuola: oggi i ragazzi arrivano ancora in classe con enormi zaini pieni di quaderni e libri di storia, geografia, grammatica, italiano, scienze e tecnologia. Ogni materia ha il suo libro. Il sussidiario dall’altro canto è stato un elemento centrale della didattica, molte delle attività didattiche sono ancora oggi incentrate sull’uso più o meno fedele di questo strumento che raccoglie e organizza le tematiche previste dal curriculum, per le diverse discipline di studio. Ma a partire dall’anno scolastico appena terminato, l’adozione dei libri di testo non è più obbligatoria: anzi, le adozioni sono facoltative e, oltretutto, quando sono effettuate, devono obbligatoriamente essere in formato digitale o misto.
A questo punto si aprono nuove possibilità per le classi: scegliere di usare i volumi prodotti dagli editori, ma anche risorse aperte o addirittura prodotte dalla stessa scuola. I docenti oggi devono tuttavia fare i conti con il digitale, secondo il Movimento delle Avanguardie educative: l’idea di libro è stata messa in discussione, va ripensata. “Nella forma libro – spiegano le scuole promotrici delle linee guida per l’implementazione e integrazione dei libri – è implicita una precisa idea di studio e di organizzazione della conoscenza. La questione è complessa e suscita nuovo interesse nel momento in cui il testo digitale mette in discussione una serie di abitudini e di evidenze consolidate nel corso dei secoli e risulta difficile definire in maniera chiara nuovi comportamenti”.
Quando oggi si prende in mano un libro di scuola dei nostri ragazzi ci troviamo di fronte a testi che non garantiscono una reale innovazione e non influiscono sul rinnovamento della didattica. Basta pensare ad un libro di geografia: non vi è un solo link ad un museo, ad un sito archeologico, ad un app che può servire per studiare meglio la Pianura Padana. L’impaginazione è più o meno sempre la stessa. Abbiamo bisogno di cambiare, di portare un’innovazione anche nei libri di testo. Qualcuno già ci prova: all’istituto “Cadeo e Pontenure” di Roveleto di Cadeo si lavora da tempo su un progetto di sperimentazione didattica per la scuola secondaria di primo grado denominato Libr@, volto a una graduale integrazione di libri di testo e strumenti tecnologici (tablet iPad) nell’insegnamento/apprendimento quotidiano. Con Libr@ docenti e studenti realizzano insieme libri di testo digitali autoprodotti per le materie maggiormente legate a laboratorialità o ad apprendimenti per scoperta (educazione artistica, geografia, educazione fisica, religione, educazione musicale).
Famoso è ormai il lavoro dell’ “Ettore Majorana” di Brindisi che si è concentrato in particolare sull’autoproduzione dei libri di testo curati da una comunità di docenti-autori che si riconoscono in una rete, la rete “Book in Progress” di cui la scuola di Brindisi è ideatrice e capofila. Ma anche al “Carlo Emilio Gadda” di Fornovo di Taro hanno scelto l’autoproduzione di video-recensioni dei libri secondo le modalità del cooperative learning. Questa modalità didattica ha consentito di lavorare in modo transdisciplinare, coinvolgendo attivamente nel processo di apprendimento tutti gli studenti, con particolare attenzione ai Bisogni Educativi Speciali. Non resta che puntare ad un reale cambiamento.