Il team di Nuvolab ha lanciato una mappa aperta, pubblica e georeferenziata di tutti gli abilitatori dell’ecosistema italiano dell’innovazione e il Rainwizard, un wizard di navigazione della rainforest italiana in grado di offrire in modo autonomo una serie di consigli alle startup
Nuvolab, venture accelerator e innovation advisor, dopo oltre 10 anni di esperienza acquisiti nello sviluppo di startup tecnologiche e progetti di open innovation in Italia e negli USA, ha lanciato a fine 2019 il sito “Guida Startup” (www.guidastartup.it): una piattaforma aperta e basata sul crowdsourcing che raccoglie, classifica e mappa in modo georeferenziato tutti i player dell’ecosistema italiano dell’innovazione.
Perché è arrivato il momento di avere una mappa di riferimento
L’iniziativa nasce da un’evidenza empirica: chi fa startup nel nostro Paese spesso è poco consapevole di cosa ha bisogno per cominciare la sua iniziativa imprenditoriale e inoltre non sa a chi rivolgersi in base alle proprie necessità. In altre parole non esisteva ad oggi una guida “ragionata” nello sviluppo del proprio progetto e una mappatura che aiuti chi vuole fare impresa a capire a chi rivolgersi nell’ecosistema italiano dell’innovazione, cresciuto in modo dirompente negli ultimi anni.
Infatti da quando l’ecosistema dell’innovazione italiano, post scoppio della bolla delle dot com, ha subito il suo “restart” (usando non a caso lo stesso nome del report pubblicato nel 2012 dal Governo Italiano, a cui sono seguite le note leggi di incentivazione per la nascita e sviluppo di startup, incubatori e fondi VC in Italia) se n’è fatta di strada. Come emerge dagli ultimi dati il numero di startup innovative ha superato da un pezzo le 10.000 unità, i soli incubatori certificati sono quasi 40, il fundraising dell’ecosistema che nel 2012 cubava poco più di € 100 milioni nel 2019 ha raggiunto i € 700 milioni (e con il nuovo Fondo Nazionale Innovazione si speri che nel 2020 superi quota € 1 miliardo).
Certo siamo ancora anni luce indietro rispetto al mercato americano e gli investimenti da noi sono almeno di un ordine di grandezza in meno rispetto ai cugini inglesi, francesi o tedeschi ma, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, nel corso dell’ultimo decennio molto si è fatto, anche se molto resta ancora da fare.
La Rainforest italiana
La Rainforest italiana, al netto del numero di player, inizia ad essere popolata di una moltitudine di diversi soggetti di supporto (i c.d. “enablers” o “abilitatori”) alla nascita e allo sviluppo di startup. Dai più noti incubatori e acceleratori di startup, a investitori di vario tipo (VC, Corporate VC e Business Angel Network giusto per citarne le principali tipologie), piattaforme di crowdfunding equity based, media specializzati, community e associazioni di categoria, parchi tecnologici e percorsi ed eventi di empowerment per aspiranti imprenditori.. questo giusto per citarne alcuni.
A questo punto per fare un po’ di ordine in questa foresta sempre più ricca di player sia in termini quantitativi (quasi 300 i player mappati ad oggi) che qualitativi (7 le categorie presenti ad oggi), una mappatura sul “who is who” è sempre più necessaria.
Necessaria verso l’interno dell’ecosistema italiano, per consentire a startup ed nuovi abilitatori di avere una panoramica completa dei soggetti a cui rivolgersi o con cui fare squadra. Ma utile anche a soggetti istituzionali che a vario livello vogliono aiutare l’Italia a crescere di avere un “elenco telefonico” dei diversi player con cui confrontarsi.
Necessaria verso l’esterno dell’ecosistema italiano, per consentire a investitori (che contano ormai per 1/3 di tutti gli investimenti in startup italiane) e player internazionali (tra gli ultimi sbarcati in Italia ricordiamo Plug&Play Tech Center, TechStars, Startup Bootcamp Fashiontech) di confrontarsi in modo più consapevole ed assiduo con il nostro territorio, diversamente molto poco trasparente nei confronti della startup scene mondiale e “scollegato” dai principali hub internazionali dell’innovazione. In tal senso una versione in inglese del progetto sarà disponibile a breve.
Come nasce, si aggiorna e si condivide Guida Startup
Guida Startup nasce ispirandosi ad iniziative di creazione di autoconsapevolezza e trasparenza su questi temi, sulla falsariga di altri ecosistemi che si sono sviluppati fino a diventare vere e proprie Startup Nation, come nel caso di Israele e della sua Mapped In Israel.
Consapevoli dei più moderni strumenti di open innovation, come le tecnologie di crowdsourcing, e dal fatto che molte zone meno “centrali” dell’ecosistema sono meno note ma altrettanto importanti per chi ci lavora, al netto degli hub di Milano e Roma, si è scelto di basare Guida Startup su una open map, partecipativa. Basta cliccare sull’apposito tasto in essa presente per segnalare errori o assenze e consentire alla mappa di arricchirsi con il contributo di tutti.
Tale arricchimento è curato direttamente da Nuvolab, che si occupa di categorizzare correttamente le segnalazioni e filtrare quelle non pertinenti, consentendo così di mantenere alto il livello qualitativo dei dati inseriti in elenco.
Inoltre tutti i soggetti interessati ad incorporare Guida Startup sul proprio sito non devono fare altro che avanzarne richiesta a [email protected] per ricevere i codici di embedding del progetto e poter quindi offrire ai propri utenti tutte le informazioni disponibili sull’ecosistema dell’innovazione italiano.
Cosa è Guida Startup
Su Guida Startup, sono ad oggi disponibili due strumenti totalmente gratuiti: una mappa aperta, pubblica e georeferenziata di tutti gli abilitatori dell’ecosistema italiano dell’innovazione (incubatori, acceleratori, fondi VC e corporate VC, piattaforme di crowdfunding, community, programmi di empowerment, media di settore etc.) e il Rainwizard, un wizard di navigazione della rainforest italiana, in grado di offrire in modo autonomo una serie di consigli alle startup e fare loro delle intro via email, personalizzate in base alla loro fase di sviluppo e bisogni.
Sicuramente questi primi due strumenti evolveranno e ne saranno aggiunti altri di “pubblica utilità”, ma intanto da qualche parte si doveva pur cominciare!
Cosa NON è Guida Startup
Guida Startup non è una mappa DELLE startup italiane ma PER le startup italiane. Quindi sicuramente non ci troverete una lista di chi fa startup nel nostro Paese (per quello esiste già un apposito registro pubblico e numerose classifiche e mappature fatte da altri player) ma piuttosto un database consultabile da chi vuole fare startup per capire chi può essergli di aiuto su diversi temi che ci si trova ad affrontare quando si fa startup.
Inoltre Guida Startup NON è né vuole essere il “Tripadvisor” dell’ecosistema, quindi non si permette di dare un “voto” ad alcun player mappato, come all’estero fa invece ad esempio The Funded con i VC, sia perché vuole essere uno strumento neutro ed inclusivo, sia perché essendo promosso da un soggetto che fa parte del medesimo ecosistema mappato non vuole che tale iniziativa venga strumentalizzata in alcun modo (oltre che per evitare innumerevoli cause per diffamazione che seguirebbero ai giudizi espressi dagli utenti, come peraltro accaduto proprio a The Funded J).
Infine siamo consapevoli che Guida Startup NON potrà mai essere una mappatura omnicomprensiva di chiunque abbia a che fare a qualche titolo con le startup. Sono state fatte delle scelte a monte o a valle della mappatura (anche per limiti tecnici alla visualizzazione di troppi elementi sulla mappa) ed escluse dalla mappatura categorie di attori troppo generici (es: consulenti o professionisti di vario tipo) o che comunque si rivolgono anche alle startup ma non fanno di esse il loro core business.
Prime evidenze di queste settimane e future evoluzioni di Guida Startup
La prima cosa che è evidente dopo queste prime settimane dalla messa online è che l’interesse per questa iniziativa è forte sia lato startup che lato abilitatori.
Lato “user” ci sono state oltre 1.000 accessi unici alla settimana, nonostante il periodo “offline” di buona parte delle persone durante la pausa natalizia; lato “enablers” oltre 30 le richieste di inserimento di nuovi player (+10% del DB che ormai sfiora quota 300 abilitatori); infine sono arrivate alcune richieste di creazione di nuove categorie (es: coworking) che stanno venendo valutate insieme ad altri spunti su ulteriori strumenti di interesse comune (es: agenda di eventi condivisa, database di risorse condivise) da creare.
Insomma, sembra proprio che l’ecosistema sia reattivo e vitale nonostante i bagordi natalizi e che non vedesse l’ora di potersi riflettere in un progetto del genere. Sicuramente la Rainforest (e di conseguenza la sua mappa) si evolverà in questo 2020 che è appena cominciato ma già si preannuncia foriero di sfide ed opportunità per tutti. Sarà interessante osservarlo crescere anche tramite il suo monitoraggio collaborativo fatto tramite Guida Startup!