Imparare la fisica attraverso il gioco: è questo il progetto finanziato dal Miur che trasporta virtualmente il giocatore nel laboratorio di ricerca del Gran Sasso
Un imprevisto spazio-temporale ha catapultato l’alieno Zot nei Laboratori del Gran Sasso dell’INFN, solo la conoscenza della fisica lo aiuterà a tornare a casa. È questa la sfida del primo videogioco ambientato nei veri laboratori sotterranei di fisica delle astroparticelle più grandi del mondo: i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dove si realizzano ricerche di punta in fisica.
Gran Sasso Videogame è uno strumento di orientamento attivo nato per avvicinare gli studenti (e non solo) alle frontiere della fisica e alle possibilità offerte dalle carriere scientifiche ed è rivolto ai ragazzi tra i 14 e i 19 anni e ai loro insegnati.
Gran Sasso Videogame
Gran Sasso Videogame è uno strumento innovativo per la didattica della fisica. Il suo utilizzo permette di trattare alcuni dei temi di punta della fisica contemporanea. La giocabilità non è vincolata a conoscenze pregresse. Attraverso il videogioco si scoprono le finalità degli esperimenti, la teoria a essi legata e le grandi sfide tecnologiche che comportano.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra i LNGS che sono parte dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), l’agenzia di comunicazione scientifica formicablu srl, la casa di produzione IV Productions e ha il supporto di INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa). Gran Sasso videogame è frutto del progetto PILA (Physics In Ludic Adventure), finanziato dal MIUR con la Legge 6/2000 (3 luglio 2017 – 3 luglio 2019) per un importo complessivo di 125.000,00 Euro.
Gran sasso videogame è un gioco multipiattaforma a cui si può accedere con computer, tablet o smartphone.
Selezionato tra i 100 progetti del premio PA sostenibile e premiato come miglior progetto per la categoria Capitale Umano ed educazione
Candidato al “Premio PA sostenibile 100 progetti per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030”, Gran Sasso Videogame è stato selezionato tra i quasi trecento progetti pervenuti ed è stato individuato come il più significativo nella categoria: “Capitale Umano ed educazione”.
Per realizzare il videogioco ricercatori, comunicatori e sviluppatori hanno lavorato integrando le loro competenze.
La realizzazione di nuovi percorsi formativi e la valorizzazione del capitale umano passano anche attraverso la messa a punto di strumenti che con il linguaggio dei millennials li coinvolgano in una sfida che vale il futuro.
Un team di lavoro tutto al femminile
L’idea di realizzare un videogioco ambientato ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso nasce da una ricercatrice dei LNGS, Alba Formicola, che racconta: “Da uno sguardo sulla vita quotidiana di mio figlio, immerso con il suo smartphone, mi è sembrato naturale proporre un videogioco per incuriosire i ragazzi alla fisica”.
Successivamente, grazie a una sinergica collaborazione con Francesca Conti, CEO dell’agenzia di comunicazione formicablu srl, questa idea comincia a prendere forma. Francesca commenta: “Ero molto curiosa di conoscere i Laboratori del Gran Sasso. Dopo averne percorso le gallerie e avere ascoltato i ricercatori raccontare dei loro esperimenti, la mia curiosità è aumentata ancora di più ed è stato allora che ho visto la sfida della ricerca diventare un gioco”.
“Gran Sasso Videogame vuole essere innanzitutto un gioco, dove l’intento divulgativo non limita la giocabilità e il divertimento” – aggiunge Lisa Lazzarato (formicablu srl) coordinatrice del gruppo di lavoro giocabilità e contenuti didattici – “E viceversa la fisica che viene rappresentata non è pura finzione per rendere il gioco più cool, ma una rappresentazione verosimile della ricerca attuale in fisica. Bilanciare questi due aspetti è stata la più grande sfida di questo progetto.”
“Una delle cose più entusiasmanti è stato vedere in Gran Sasso Videogame gli stessi ambienti dei LNGS estremamente fedeli alla realtà” sottolinea Alessia Giampaoli (LNGS), coordinatrice del gruppo di lavoro ambientazione e contenuti scientifici che aggiunge “Fondamentale è stato il confronto con Alba ed altri ricercatori per la realizzazione di un prodotto divertente si, ma corretto dal punto di vista scientifico.”
L’alieno Zot
Situati tra le città di L’Aquila e Teramo i Laboratori sono sovrastati da 1400 m di roccia del massiccio del Gran Sasso, ospitano in tre gallerie più di dieci esperimenti che riguardano principalmente la fisica del neutrino, la materia oscura e l’astrofisica nucleare. Sono utilizzati come struttura a livello mondiale da circa 1000 scienziati provenienti da oltre 25 paesi.
Il protagonista è il verdognolo alieno Zot che durante un tranquillo pomeriggio di pesca viene catapultato sulla Terra. Soltanto solide competenze in fisica possono aiutarlo a tornare nel suo universo. Lui e il suo compagno di viaggio, un pesce parlante, iniziano il viaggio proprio dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, il centro di ricerca più grande e importante del mondo, ricco di strumentazione scientifica, dedicato alle astroparticelle.
È proprio in quest’ambiente che l’alieno Zot incontrerà gli scienziati che lo aiuteranno a tornare a casa, per riuscirci però dovrà dare il suo contributo rimettendo in funzione alcuni esperimenti.
Nel videogioco, di genere platform, gli ambienti dei Laboratori e la strumentazione sono ricostruiti con la tecnica della pixelart. La trama del gioco si articola su ricerche che gli scienziati stanno realmente realizzando. E allora durante il gioco l’alieno Zot scoprirà dov’è che si trova il metro cubo più freddo dell’Universo, cos’è e a cosa serve un cristallo ultrapuro o cosa ci fa in un laboratorio di fisica il piombo romano, recuperato da un relitto affondato lungo le coste della Sardegna e messo a disposizione della ricerca dal Ministero dei beni e delle attività culturali.
Il gioco è gratuito, giocabile sia da PC sia dallo smartphone o dal tablet, ed è consigliato per un pubblico dai 14 ai 17 anni.
“Abbiamo scelto la tecnologia HTML5 per far sì che il gioco fosse immediatamente accessibile su computer, tablet o smartphone con un solo click, senza dover installare nulla, e un genere di gioco, l’avventura “platform”, conosciuto da tutti, grandi e piccoli” commenta Ivan Venturi fondatore della società incaricata per lo sviluppo del videogioco.
Durante un tranquillo pomeriggio di pesca, per chissà quale magagna spazio-temporale il verdognolo alieno Zot viene catapultato sulla Terra. Solo solide competenze in fisica potrebbero aiutarlo a tornare nel suo universo. Fortuna sua, come gli ricorda il pesce parlante che ha portato con sé, è finito nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, il centro di ricerca sotterraneo dedicato alle astroparticelle più grande e importante del mondo per ricchezza della strumentazione scientifica e dimensioni – tre sale sperimentali per un volume complessivo di 180mila metri cubi…
Inizia così il meraviglioso videogame del Gran Sasso.. provatelo!