Al via la terza edizione di Girls code it Better, il progetto per avvicinare le ragazze delle scuole medie alle tecnologie digitali. Quest’anno verrà attivato in 37 scuole, per coinvolgere 700 ragazze
Torna Girls code it Better, il progetto promosso dall’agenzia per il lavoro Man at work per avvicinare le ragazze delle scuole medie al coding e alle tecnologie digitali. Il progetto è alla sua terza edizione: per l’anno scolastico 2016/2017 si erano candidate 56 scuole. 37 di queste sono state scelte per attivare corsi di formazione gratuiti in aula. Sono istituti della Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana. Per valorizzare l’iniziativa è stato lanciato anche l’hashtag #seinellascuolagiusta. Durante l’anno, sui social media di Girls Code it Better l’hasthag identificherà i contenuti con cui verrà raccontata l’esperienza di insegnanti e ragazze che parteciperanno al progetto, per condividerli e ispirare ancora più scuole a offrire questa possibilità di sperimentare la tecnologia.
Animatori digitali a raccolta
Il progetto Girls code it Better prevede la formazione in ogni scuola di un “Club” di studentesse, impegnato in un percorso di circa 4 mesi e 45 ore di incontri in orario extra-scolastico, guidato da due figure: un coach-insegnante e un coach-maker, esperto in aree quali la progettazione e la stampa 3D. Le ragazze scelgono un progetto e lo realizzano in tutte le sue fasi.
Negli anni scorsi, ad esempio, si sono visti robot da usare come punto informativo per gli studenti della scuola, bidoni intelligenti per la raccolta differenziata destinati alla mensa scolastica e siti web anti-bullismo.
Girls Code it Better è un progetto che si inserisce pienamente nel solco del Piano Nazionale per la Scuola Digitale; infatti, mentre negli anni passati era MAW a proporre alle scuole gli insegnanti per i corsi, nell’edizione 2016/17 saranno le scuole a scegliere e a mettere a disposizione del progetto un insegnante, che potrà essere l’animatore digitale, un componente del team innovazione o anche un insegnante motivato con la passione per la tecnologia. MAW, continuerà ad occuparsi di trovare i maker da affiancare all’insegnante e si occuperà di dare una formazione specifica a entrambe le figure: per favorire ancora di più la “disseminazione” digitale nella scuola, i corsi di formazione saranno aperti anche agli altri insegnanti interessati.
Combattere gli stereotipi
Girls Code it Better mira a combattere gli stereotipi culturali che vedono nelle STEM (acronimo inglese per Scienze Tecnologia, Ingegneria e Matematica) aree che sarebbero “meno adatte” alle donne, con gravi conseguenze sulla presenza femminile in settori che offrono importanti opportunità di lavoro. Inoltre, l’iniziativa è uno strumento di crescita personale. Le ragazze, infatti, ottengono anche competenze legate al lavoro di gruppo, alla creazione di progetti e alla collaborazione, grazie all’utilizzo del metodo “Lepida Scuola”, che si basa su un apprendimento “per problemi e progetti”. Girls code it Better negli anni scorsi ha già raggiunto 760 studentesse. Per quest’anno l’obiettivo è coinvolgere in tutto almeno 700 nuove ragazze, ma come sottolinea l’Amministratore Delegato di MAW Francesco Turrini la richiesta è molto più elevata e si potrebbe fare molto di più: “Le scuole che si erano candidate al progetto quest’anno sono 56. Dal momento che MAW sostiene da sola tutti i costi di questa iniziativa, che è parte integrante del nostro impegno di responsabilità sociale, abbiamo potuto attivare Girls Code it Better solo per 37 di esse. Facciamo sempre di più ogni anno, abbiamo creato un modello che funziona e si può replicare senza alcun problema in qualsiasi numero di scuole: mancano all’appello le aziende e i territori, che potrebbero contribuire a sostenere l’iniziativa in modo molto più deciso”. Per ospitare il progetto Girls Code it Better, le scuole devono contribuire con l’individuazione e la disponibilità del coach-docente che guida la formazione e una aula di informatica attrezzata. MAW si occupa di tutto il resto: la progettualità, la formazione per l’insegnante-coach, l’individuazione del coach-maker che collabora con l’insegnante, l’accompagnamento complessivo delle attività.